La Procura di Milano ha chiesto la condanna di quattro dirigenti 'Google' per non aver vigilato sulla pubblicazione di un filmato nel 2006, dove alcuni compagni di classe maltrattavano, riprendendo con il cellulare, un ragazzo con la Sindrome di Down. Per tre dei quattro manager è stata chiesta la pena di reclusione di anni uno, per il quarto di mesi sei. Come se non bastasse, il Comune di Milano, ritenendosi parte offesa, ha chiesto 300 mila euro alla società per danni morali e materiali. Rispetto le azioni della Magistratura, ma mi permetto, dapprima, di offrire la mia solidarietà ai quattro dirigenti e, poi, di dissentire sulla decisione, poiché mi appare frutto di una mancanza di conoscenza tecnica dei meccanismi che regolano il funzionamento e l'esistenza di Youtube. E' chiaro che chiunque abbia pensato di fare una simile causa è stato tratto in inganno dal fatto che il legislatore non sappia cosa sia esattamente la Rete né, tanto meno Youtube, altrimenti non avrebbe emanato una legge che mette il bavaglio alla Rete. Se Youtube avesse la possibilità di monitorare le migliaia di video pubblicati dagli utenti in un solo giorno, ed in tempo reale, se imponesse regole e vincoli stringenti in fase di pubblicazione, probabilmente chiuderebbe nel giro di un giorno e, con esso, sparirebbe il più importante canale di informazione libera ed indipendente esistente nel Web. Inoltre, sulla vicenda specifica, aggiungo che, grazie a quel video, il malcapitato ragazzo, a cui va tutta la mia solidarietà, ha smesso di ricevere angherie quotidiane e, con lui, chissà quanti altri coetanei coinvolti in atti di bullismo. Questo per il semplice motivo che lo scalpore generato dall'episodio ha acceso ulteriormente i riflettori su questa tematica mettendo con le spalle al muro i responsabili di quel vergognoso atto. Nessuno mi risulta abbia proposto per Google, proprietario di Youtube, un premio di 300 mila euro per aver parimenti consentito l'arresto del presunto killer di Napoli, il cui filmato dell'efferata esecuzione è stato diffuso tramite questo mezzo, attraverso centinaia di migliaia di visualizzazioni in poche ore. Ritengo, pertanto, la persecuzione dei quattro manager l'ennesimo attacco alla Rete, rea di aver introdotto una rivoluzione sociale ed epocale che l'Italia, ingabbiata nelle sue leggi a favore di un crescente divario tecnologico rispetto agli altri Paesi, non ha ancora compreso. Chiudo annunciando che l'Italia dei Valori sta lavorando ad un disegno di legge che mira alla diffusione del Wi-Max gratuito in tutti i grandi centri abitati, a partire dalle Provincie. Tale disegno di legge prevederà importanti sgravi fiscali e agevolazioni per tutte quelle attività imprenditoriali che, attraverso l'utilizzo di Internet, riescano a trasferire benefici tangibili nella vendita di beni e servizi ai consumatori e alla comunità. In tale disegno di legge sarà previsto l'accesso gratuito ai costi di connessione per studenti e famiglie con basse soglie di reddito. Internet non è più un accessorio per la vita di un cittadino, ma un diritto di cui è ora che lo Stato si faccia garante. |
INQUINAMENTO SATELLITARE: ELON MUSK!
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di Gianni Lannes
Se non fosse già abbastanza l'inquinamento terrestre (militare e
industrial-agricolo-zootecnico), ecco in aggiunta anche quello
str...
6 ore fa