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martedì 22 gennaio 2013

Quando il saggio indica il dito...


   Una cosa che mi fastidia nel filmato è che questo banditore di prezzi al ribasso si riferisca quasi esclusivamente a prodotti confezionati, conservati... . Costassero anche gratis, io di certo, da vegano ultra-bienne, non vi entrerei nemmeno in sogno a fare la spesa in questi grossi "magazzini", tedeschi o italiani che siano, se non per prodotti vegani e biologico-naturali, è ovvio. Colgo l'occasione per vedere la faccenda da un altro punto di vista. Il filmato denuncerebbe la disinformazione, oppure sotto sotto la sistuazione italiana speculativa (o altro) sui beni di consumo e sicuramente in buona parte, sarebbe giustificatissimo, doveroso farlo. Sarà anche in buona fede... non lo metto in dubbio. Il risparmio del prezzo è complessivamente sui prodotti di non primaria necessità (parlo di verdura, di frutta fresca, noci, ecc...). Come dire, si risparmia apparentemente in soldi, ma non in salute... E qui atroci sono le conseguenze prevedibili... Il risparmio su tali prodotti industriali presuppone che se ne possano vendere, vista l'accessibilità economica maggiorata, molti di più. Il cliente (data la compulsività agli acquisti in aumento e la pubblicità ad hoc) comprerà quantitativamente e qualitativamente molte più schifezze. A conti fatti il cliente, risparmiando sui prodotti pre-confezionati industriali, non risparmierà (a breve e a lungo termine) nemmeno a livello economico, poiché dovrà affrontare spese aggiuntive (a volte esorbitanti) per il mantenimento della sua salute, alterata ulteriormente proprio paradossalmente a causa della possibilità del maggior acquisto. E qui entra in gioco la perversità del sistema in generale, non solo di quello specifico alimentare. Non so, ma il filmato mi ha suggerito qualcosa di tragicamente futuribile e provocato disgusto, al di là delle sue possibili buone intenzioni. Si denuncia qualcosa (magari anche grave) che non va in Italia e poi si offre più o meno velatamente una soluzione alternativa apparentemente migliore. Il problema è da tutt'altra parte. D'accordo, l'Italia va a puttane, ma non sono i prezzi ridotti di prodotti artificiali altrove a rilevare il vero stato di malessere. Il nodo centrale della questione è proprio il pubblicizzare in definitiva la sostituzione del male rincarato con il male ottenibile a ribasso. È il serpente che si mordicchia la coda. Non se ne esce.
  Per me, vegano (in fase di assestamento e definizione), il risparmio sussiste allorché per es. un chilo di pere (magari biologiche) lo compro a 1 euro invece che a due; e non un chilo di zucchero (industriale) a un euro invece che a un 1 euro e cinquanta. In quest'ultimo caso potrei farne benissimo a meno, oppure ridurne il consumo. Gioverebbe senz'altro alla salute. Non so se mi spiego. Posso anche farti pagare un pacchetto di sigarette la metà, ma non si tratta in questo caso di risparmio di qualche soldino; si tratta semplicemente di un attentato ai danni della salute (e del portafoglio!), poiché tu fumatore tenderai, in questo caso, possibilmente, a fumare di più... Questo è il sistema perverso dello "stato di fatto" e dello Stato becchino, che ha anche il monopolio del tabacco, guarda caso. Vedi l'incongruenza! Perciò credo che il filmato, volendo o non volendo, risulta avere una certa perversione di fondo... Il dito puntato sul presunto risparmio rilevato colpisce come una fucilata... E la salute pubblica?... Il sistema per la tutela della salute pubblica - quello medico-farmaceutico per la precisione - è un business nel quale non conta la salute tout court ma il sistema che la gestisce. Anche qui il risparmio dovrebbe coincidere alla fin fine con una maggior spesa, sia in soldi che in salute, da parte del disinformato e ignaro utente-usato.
   Qui entrerebbe in campo il luogo comune fin troppo abusato della sper-equazione produttiva: maggiore produzione, più possibilità di occupazione, più benessere per tutti. Sarebbe l'ora di cominciare a considerare un sistema non basato più sulla produzione, ma sulle esigenze primarie dell'Uomo. È idealismo, lo so, lo riconosco: chi mai nel corso dell'umana storia si è interessato all'Uomo, se non idealmente?... Il nostro sistema produttivo non si interessa dell'uomo ma dello smercio del prodotto. L'uomo (con la u minuscola o maiuscola che sia) è il bidone bidonato della produzione.