Escort
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria
Rivoluzione civile
S'il vous plaît:
"Turatevi il naso e votate"
Rien ne va plus, les jeux sont faits
Movimento 5 stelle Beppe Grillo
Altri blog dell'autoreDialetto sanmartinese TelevisionarioDivergenzaVoce millenaria Igienismo

domenica 7 febbraio 2010

Il piazzista d'Arcore piazza l'Italia tra i PIGS




RIDONO DI NOI...

EL PAÍS

Reportage: Le conseguenze della crisi italiana

Comodi in pieno temporale

Il paese ha sofferto meno la recessione tramite il sostegno del risparmio familiare, della prudenza fiscale e di un deficit contenuto

Articolo orignale "Cómodos en plena tormenta" di Miguel Mora - Roma - 07/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)

L'Italia ha ceduto all'Irlanda la lettera I di PIGS (acronimo le cui iniziali di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna formano la parola “maiali” in inglese). Dopo aver perso il 5,2% del PIL nel 2009, oggi è il Paese in testa alla ripresa. Lo mostra l'indice fornito dall'OCSE, e lo ha ricordato ieri Silvio Berlusconi, che ha approfittato per segnalare che “in Europa ci sono vari paesi in una situazione abbastanza preoccupante - afferma - ma noi ci siamo difesi meglio di tutti gli altri. Grazie al fatto che il Governo lavora per il bene degli italiani”.

La realtà, tuttavia, non si conforma del tutto agli slogan propagandati. Alcuni analisti sottolineano che l'Italia sta così disastrata da tanto tempo e cresce in modo endemico così poco, che le sarebbe difficile peggiorare. Altri sottolineano che il Paese (come la nazionale azzurra) dà sempre il meglio di sé nella crisi, perché si sente nella sua salsa. Forse sarà un problema di percezione. L'Italia è un caso a parte in quasi tutto. Ieri, il primo ministro si vantava di avere abbassato le tasse; l'opposizione replicò con dati alla mano che è una “presa in giro”, poiché esse sono in realtà aumentate.

È certo che l'Italia ha subito meglio la recessione rispetto ai suoi vicini, aiutata dall'alta tassa sui risparmi delle famiglie, dalla prudente politica fiscale e da un deficit del 5% nel 2009. Il ministro Giulio Tremonti ha mantenuto il rigore dei conti facendo di necessità virtù, dato che il gigantesco debito vola verso gli 1,8 miliardi di euro (il 116% del PIL).

Ma la crisi ha sferzato con durezza imprese e lavoratori, e ogni giorno si vedono più scene di scontento sociale nel Paese. Lavoratori che dormono sui tetti delle fabbriche, il venerdì sciopero generale in Sardegna, manifestazioni contro le chiusure del colosso dell'alluminio Alcoa, del call center dell'Eutelia o della fabbrica della Fiat in Sicilia [Termini Imerese] … Il Paese ha perso 700.000 posti di lavoro in nove mesi, a cui bisogna sommare i salari e il tasso di occupazione femminile più basso d'Europa.

Il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, ha riassunto la strategia applicata dall'Esecutivo: “Rigore nei conti e zero sostegno alle imprese”.

Articolo orignale "Cómodos en plena tormenta" di Miguel Mora - Roma - 07/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)