Escort
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria
Rivoluzione civile
S'il vous plaît:
"Turatevi il naso e votate"
Rien ne va plus, les jeux sont faits
Movimento 5 stelle Beppe Grillo
Altri blog dell'autoreDialetto sanmartinese TelevisionarioDivergenzaVoce millenaria Igienismo

giovedì 31 dicembre 2009

Il kapò del governo (revival 2 luglio 2003)



Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo a morte!


Vedete e godetene tutti, questo è l'agnello offerto in remissione dei nostri peccati. Peccato che non sia propriamente un agnello...


TESTO INTEGRALE

Martin Schultz (portavoce del partito socialista tedesco) : «Signor presidente, signore e signori, mi rivolgo innanzitutto al collega Poettering. Il collega Poettering ha lodato con parole euforiche la competenza della squadra di governo arrivata qui dall'Italia. Berlusconi, Fini, Frattini, Buttiglione... Temevo che nominasse anche Maldini e Del Piero, Garibaldi e Cavour. Ma ne ha dimenticato uno: Mr. Bossi. Anche lui è un membro di questo governo e la minima affermazione che quest'uomo fa è peggiore di tutto ciò per cui questo Parlamento ha preso provvedomenti contro l'Austria per la presenza dell'FPO (Haider) nel suo governo. Ma di lui dobbiamo parlare, invece. Lei non è responsabile, signor presidente del quoziente d'intelligenza dei suoi ministri. Però è responsabile di quello che dicono. E le affermazioni del suo ministro Bossi sulle politiche per l'immigrazione, che lei ha riferito nel suo discorso, non sono assolutamente conciliabili con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Come presidente del Consiglio lei ha il dovere di difendere quei diritti. E allora li difenda, contro i suoi stessi ministri. Voglio riprendere un concetto espresso qui dal collega Di Pietro. "Il virus del conflitto di interessi", ha detto, " non deve estendersi sul piano europeo". Certo, ha ragione. E adesso in questa sede ci troviamo in una difficile situazione ogni volta che si parla della presidenza italiana si dice sempre: "Si, però state attenti a non criticare Berlusconi per quello che fa in Italia, perchè non c'entra nulla con il parlamento europeo". Ma come? L'italia non fa parte dell'Unione Europea? E invece centra e le dico perché. Per quello che lei fa come primo ministro italiano ci sono i suoi colleghi e colleghe del parlamento italiano eletti proprio per discutere con lei. Ma per quello che fa come presidente del Consiglio Europeo ci siamo qui noi. Lei ha parlato di sicurezza, di libertà, di diritto, del processo di Tampere. Ed ha usato un concetto, Europool. Ma ci sono tre concetti che non ha usato e vorrei ricordargleli e vorrei chiederle di dire qualcosa in proposito. Che cosa pensa di fare per accelerare l'istituzione di una Procura Europea? Che cosa pensa di fare per accellerare l'entrata in vigore del mandato di cattura Europeo? Che cosa pensa di fare per il reciproco riconoscimento di documenti nei procedimenti penali che varcano il confine delle singole nazioni? Su questo punto ci sarebbe bisogno di riforme anche nel suo Paese, e mi riferisco all'autenticità dei documenti. Con una riforma del genere nel suo paese, il mandato di cattura europeo potrenne entrare in vigore molto più in fretta. Ho finito signor Presidente. Comunque mi fa piacere che lei oggi sia qui e che io possa discutere con lei. Il merito è anche di Nicole Fontaine, perche se Nicole Fontaine non fosse stata così efficente nel promulgare l'immunità per Berlusconi e Dell'Utri, il suo assistente, che oggi eccezionalmente è presente in aula, lei non avrebbe più l'immunità di cui ha bisogno. Anche questa è una verità che va detta in un giorno come questo».

Silvio Berlusconi (il piazzista d'Arcore): « ... Ringrazio naturalmente anche gli altri oratori che sono intervenuti [...] per gli auguri di buon lavoro, ma non posso non rispondere a lui e a tututti coloro che hanno guardato all'Italia dandone una versione assolutamente caricaturale e lontana dalla realtà. Io li invito a venire a godere di qualcosa che il governo Berlusconi evidentemente non è riuscito a negare, cioè al sole, alla bellezza, ai centomila... ai centomila monumenti e chiese della Italia, ai 3500 nostri musei, ai 2500 siti archeologici, alle 40.000 case storiche dell'Italia, che non siamo riusciti a distruggere in questi due anni... Signor Schultz in Italia c'è un produttore che sta preparando un film sui campi di concentramento nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò... Sul conflitto di interesse, a cui molti hanno fatto riferimento, bene, forse non avete la conoscenza del fatto che in Italia, i giornali, ma soprattutto le televisioni, che ancora appartengono al mio gruppo e alla mia famiglia, sono tra i nostri più decisi critici. Perché? Perché? Evidentemente vi manga il sole dell'Italia. Non siete venuti e non avete mai acesso una televisione italiana. Perché dovreste sapere (e molti di voi vengono dal giornalismo) dovreste sapere che ogni giornalista ha come massima sua preoccupazione quella di apparire indipendente nei confronti dei suoi colleghi. E questa sua indipendenza lo porta ad essere ogni giorno critico nei confronti di colui che considera il padrone... Se questa è la forma di democrazia che intendete usare per chiudere le parole del Presidente del Consiglio Europeo, vi posso dire che dovreste venire ... come turisti in Italia, am che qui sembrate turisti della democrazia. Un appunto sulla immigrazione. Sono stato sei anni capo dell'opposizione in Italia. Non mi fa paura con questi interventi. Ho l'abitudine ad essere contraddetto. Sull'immigrazione vorrei ricordarvi che se c'è un paese che affonda le sue radici nel Cristianesimo, un Paese generoso, aperto a chi ha di meno e a chi soffre, questo paese - ho l'orgoglio di dire - che è il mio Paese, è l'Italia. »

Pat Cox (Presidente del Parlamento) : «Scusate... Mr. Baròn, per favore».

Barón Crespo : «Presidente mi sono alzato per chiedere a lei come presidente che protegga i diritti dei deputati e in particolare l'onore di Mr. Schultz. Lei ha fatto una proposta... Ma io credo che, oltre a dare la parola a Mr. Schultz, chiedo che preghi Mr. Berlusconi, Presidente del Consiglio, che ritiri ciò che ha detto in virtù di quei valori che condividono tutti gli europei. Grazie».

Pat Cox (Presidente del Parlamento) : «A questo proposito... penso che la questione vada trattata direttamente... non voglio aprire un dibattito generale... c'è molta emotività in quest'aula... è chiaro che ci sono membri del Parlamento che hanno il diritto di esprimersi e diritto ad avere risposte serene. In questo caso avendo sentito il vigore e l'impulsività della risposta... forse Mr. Berlusconi è andato al di là delle regole in questa materia... sentirò per prima Mr. Schultz che ne ha facoltà e poi tornerò al presidente in carica se vorrà replicare e poi chiuderà Romano Prodi. Mr. Schultz, a lei la parola. Ha tre minuti, come da regolamento».

Martin Schultz : «Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola. Non mi servono tre minuti. Sarò breve. Il signor Berlusconi ha detto, se la traduzione era corretta, che al momento in Italia stanno girando un film sui campi di concentramento e lui mi invita a interpretare la parte del Kapo, dello sbirro delle SS. Dico solo una cosa: il rispetto che ho per le vittime del nazifascismo mi impedisce di rispondere con qualsiasi commento. Quello che però mi è chiaro è che è difficile accettare che un presidente del Consiglio europeo, nell'esercizio delle sue funzioni, quando deve affrontare il minimo contraddittorio possa perdere il contegno in questo modo».

Silvio Berlusconi : «Chi non è stato qui a sentire l'intervento del signor Schultz che mi ha offeso gravemente sul piano personale e gesticolando e con un tono di voce che quello sì non è ammissibile in un parlamento come questo. E quindi io ... ho detto con ironia quello che ho detto. Se non siete in grado di capire l'ironia, mi spiace e... Ma non ritiro, non ritiro, quanto con ironia ho detto, se il signor Schultz non ritira le offese personali che mi ha rivolto. Io l'ho detto con ironia, lui l'ha fatto con cattiveria».

Pat Cox (Presidente del Parlamento) : «Colleghi... colleghi... colleghi... colleghi... Per favore, possiamo avere un po' di calma... Ci sono molti colleghi con ordini del giorno o richieste di intervento. Si è fatto tardi. Non li farò parlare. Voglio dire come presidente del Parlamento che sono personalmente dispiaciuto dal tono preso dall'ultima parte della seduta. È stato disdicevole, ci ha distratti dai nostri compiti; è spiacevole. E con questo il nostro dibattito è chiuso. Capisco che molti colleghi vogliano parlare ma siamo andati oltre il tempo. Prima di chiudere questa seduta e passare la parola, voglio dire che sono personalmente dispiaciuto per le offese rivolte a uno stimato membro del Parlamento, il collega Mr. Schultz».

Alcuni dei tanti links utili

Il carroccio unisce l'Itaglia




Cosa ha comportato, per il Paese e le sue istituzioni, questa coalizione disomogenea di maggioranza, formata da tre entità promisque, con obiettivi molto diversi l'una dall'altra, se non addirittura contrastanti e contraddittori? Vi traspare a chiare lettere il paradosso e il comprensibile attritto manifestato talvolta in modo violento e addirittura feroce fra i suoi componenti. Allora, cos'è che lega questo calderone ideologico e programmatico? L'unitarietà, la coesione pattuita raggiunta, il comportamento, a volte balordo e illegale, dei componenti stessi della coalizione ne forniscono la risposta, abbastanza ovvia e intuitiva. Ciò che lega la Lega al PdL e ad AN è la spartizione del potere. Si potrebbe obiettare che è sempre (stato) così. Ma la questione adesso è ben diversa e raccapricciante. Nella prima metà degli anni '90 Bossi minaccia e impreca contro Roma ladrona (giustamente) e contro Berlusconi mafioso, quando in realtà, (col senno di poi) quello che il padano nostrano veramente desiderava in cuor suo, era farsi ladrone lui stesso. E infatti ora che lo è diventato, avendo subito questa preziosa mutazione genetica, si guarda bene dall'attaccare il suo collega corrotto e corruttore. Legittimare la Lega, ha significato, in un certo senso, leggittimare la scissione e la disunità, fomentando l'odio e la divisione fra gli italiani. Quindi, alla base della coesione raggiunta della maggioranza, c'è senz'altro lo squallore del compromesso fatto soprattutto di ricatti. Fini è l'opposto: impeccabile, fedele ai valori tradizionali di unità nazionale. Berlusca invece fa una politica ad personam che gli permetta così di sopravvivere agli attentati dei sovversivi rossi e agli intentati processi fatti dalle toghe rosse (il suo incubo ricorrente), a costo di distruggere l'intero Paese. Una volta messisi d'accordo riguardo alla spartizione del potere, si è venuto quindi come a giustificare e a legalizzare in buona parte il sistema di corruzione, la delinquenza organizzata, gli usi ed abusi del potere.

Lo vediamo sempre, anche in questi giorni. Craxi lo si vuole commemorare dedicandogli una strada o in chissà quale altro modo. Se si vuole onorare un corrotto, vuol dire che i valori costituzionali e legali sono andati a farsi friggere. Se si fa un monumento alla corruzione, vuol dire che viviamo in un mondo alla rovescia, dove la regola è fare tutto ciò che non rientra nella norma. L'uomo d'Arcore, che si è fatto fare da solo, attacca i magistrati (solo quelli che lui ritiene di sinistra naturalmente e che gli mettono il bastone fra le ruote), attacca la costituzione (troppo vecchia per la sua novella libertà d'azione), si fa fare leggi ad personam... Questa maggioranza, fondamentalmente incoerente, per poter sopravvivere ha bisogno di un'ambiente adatto, di sotterfugi, di corruzione, appunto, di controllo dell'informazione, ovvero di far sapere all'opinione pubblica quello che lei vuole che si sappia e soprattutto far sapere che tutto è normale, anche modificare e svilire i valori costituzionali. Ha ragione Di Pietro: "Se non è dittatura questa, cosa ci vuole l'olio di ricino per capirlo?"

mercoledì 30 dicembre 2009

Azzurra libertà: due piccioni con una sola fava




Su Corriere.it si leggono alcune dichiarazioni alquanto lacunose e smemorate del ministro degli Esteri, Franco Frattini, riguardo alla commemorazione di quell'uomo politico, corrotto, latitante, riprovevole, che è Bottino Craxi.
«Non dobbiamo permettere che il decennale della scomparsa di Bettino Craxi ci butti in faccia una storia e una memoria manipolata [...] dobbiamo impedire che l'idea di Letizia Moratti, di onorare Craxi, nella sua Milano, dedicandogli una strada, ridia improvvisamente voce a tutta la canaglia che ha cercato di annichilire questa nostra Italia, puntando ad attribuire ad una sola parte politica la responsabilità e la colpa della cosiddetta "questione morale" [...] celebrare Bettino Craxi non significa soltanto compiere una doverosa opera di risarcimento morale: per la sua famiglia e la sua comunità politica. Significa restituire l'onore, insieme, ad un politico lungimirante ed al suo Paese [...] Lasciamo ai professionisti delle manette la povera prospettiva di seminare odio e inimicizie [...] La proposta del sindaco di Milano, e le celebrazioni che vedranno molti italiani riunirsi nel nome di Craxi, ad Hammamet, tra qualche settimana, debbano essere una importante occasione per cominciare a scrivere una memoria condivisa e comune: quella che ha visto in Craxi il campione del riformismo politico e di un socialismo che egli amava definire "tricolore" proprio perchè affondava le radici nella storia nazionale».
Egregio ministro Frattini, dobbiamo fare un monumento alla memoria tout court, dato che in Italia è proprio la memoria che è in gravissima perdita. La storia pare che ancora insegna o dovrebbe insegnare qualcosa. Sappiamo per es. che Craxi era un corrotto, per giunta dal suo beneamato presidente del Consiglio. Sono d'accordo che la corruzione non abbia una linea politica particolare, un colore preferenziale, ma non si può fare di un fuorilegge una persona da onorare e celebrare con dediche e ricordanze, solo per il fatto che non è stato il solo a aver preso le mazzette. Il suo discorso, onorevole, è tendenzialmente capzioso e falso. La "questione morale" e la responsabilità di avere una fedina penale pulita deve essere una priorità inderogabile e tantomeno non commissionabile per i signori parlamentari, deve rappresentare un esempio per il Paese. Ci risiamo ancora con la semina dell'odio e delle inimicizie, sproloqui tanto cari al reuccio d'Arcore. Chi sbaglia dovrebbe pagare, in uno Stato di diritto. Ma qui sembra che chi sbaglia, non paga; e se paga verrà comunque poi risarcito con tutti gli onori, dediche e ricordanze.

Egregio ministro Frattini, lei vuole prendere due piccioni, o meglio tanti piccioni, con una sola fava. Onorando un corruttore e latitante come Craxi, lei sta in realtà leggittimando e già commemorando il suo Presidente del Consiglio e il suo clan parlamentare; lo sta prosciogliendo (pur non avendone diritto) dal suo passato oscuro, sta in verità leggittimando il suo legame con mafiosi quale Mangano, il suo forte legame con il colluso Dell'Utri, e tante altre cose poco onorevoli per degli onorevoli. Altro che commemorazione! Ci vorrebbe la Damnatio Memoriae!

Odi et amo




Bossi adesso ringhia come un mastino feroce in difesa di Berlusconi, "l'uomo con le palle", ma non si può dire che sia stato un amore a prima vista.
Si potrebbe continuare all'infinito con queste citazioni. Bossi, oltre al Papi, non ha risparmiato nessuno, nemmeno AN, la bandiera italiana, il papa, gli extracomunitari, i meridionali, e chi più ne ha più ne metta. Come clima d'odio, ab-uso criminoso e mandanti morali niente male! È ovvio che per far tacere Bossi e la Lega, portandoli nella propria maggioranza, si doveva ungere amabilmente questo meccanismo facinoroso dell'odio che circondava il Cavaliere. Se tu dai una cosa a me, io poi dò una cosa a te. Una maggioranza che si regge tramite ricatti e un sistema efficiente di corruzione. Il pool di Mani Pulite era comunque in buona fede nelle sue inchieste, che però venivano ad allargarsi a macchia d'olio. Crollato il sistema politico che lo copriva e lo teneva in piedi, il sistema di corruzione non poteva sfasciarsi, tanto era possente; e così per potersi perpetuare, più forte ed efficiente di prima, doveva mantenersi compatto, tramite una maggioranza politica, sopratutto se incoerente (come è quella attuale), che lo sostenesse. Berlusconi è abbastanza realistico quando afferma (nonostante sia obbrobrioso) che la Costituzione va modificata. Infatti, essa non rispecchia più la situazione italiana e nemmeno la sua unitarietà geopolitica. C'è insomma uno sfasamento tra la realtà di fatto e le norme costituzionali e di garanzia che dovrebbero regolarla, ma che ormai sembrano quasi ridotte a un valore puramente nominale.

Il bottino di Bettino: come e quanto rubava

Video e articolo di Marco Travaglio sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Articolo di Marco Travaglio pubblicato su "il Fatto Quotidiano" di oggi a pagina 6. Ogni commento è superfluo, buona lettura.

"Al momento della morte, nel gennaio del 2000, Bettino Craxi era stato condannato in via definitiva a 10 anni per corruzione e finanziamento illecito (5 anni e 6 mesi per le tangenti Eni-Sai; 4 anni e 6 mesi per quelle della Metropolitana milanese). Altri processi furono estinti “per morte del reo”: quelli in cui aveva collezionato tre condanne in appello a 3 anni per la maxitangente Enimont (finanziamento illecito), a 5 anni e 5 mesi per le tangenti Enel (corruzione), a 5 anni e 9 mesi per il conto Protezione (bancarotta fraudolenta Banco Ambrosiano); una condanna in primo grado prescritta in appello per All Iberian; tre rinvii a giudizio per la mega-evasione fiscale sulle tangenti, per le mazzette della Milano-Serravalle e della cooperazione col Terzo Mondo.
Nella caccia al tesoro, anzi ai tesori di Craxi sparsi per il mondo tra Svizzera, Liechtenstein, Caraibi ed Estremo Oriente, il pool Mani Pulite ha accertato introiti per almeno 150 miliardi di lire, movimentati e gestiti da vari prestanome: Giallombardo, Tradati, Raggio, Vallado, Larini e il duo Gianfranco Troielli & Agostino Ruju (protagonisti di un tourbillon di conti e operazioni fra HongKong e Bahamas, tuttora avvolti nel mistero per le mancate risposte alle rogatorie).

Finanziamenti per il Psi?
No, Craxi rubava soprattutto per sé e i suoi cari. Principalmente su quattro conti personali: quello intestato alla società panamense Constellation Financière presso la banca Sbs di Lugano; il Northern Holding 7105 presso la Claridien Bank di Ginevra; quello intestato a un’altra panamense, la International Gold Coast, presso l’American Express di Ginevra; e quello aperto a Lugano a nome della fondazione Arano di Vaduz. “Craxisi legge nella sentenza All Iberian confermata in Cassazione - è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti… non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari… Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti”.
Su Constellation Financiere e Northern Holding - conti gestiti dal suo compagno di scuola Giorgio Tradati - riceve nel 1991-‘92 la maxitangente da 21 miliardi versata da Berlusconi dopo la legge Mammì. Sul Northern Holding incassa almeno 35 miliardi da aziende pubbliche, come Ansaldo e Italimpianti, e private, come Calcestruzzi e Techint.


Nel 1998 la Cassazione dispone il sequestro conservativo dei beni di Craxi per 54 miliardi. Ma nel frattempo sono spariti. Secondo i laudatores, Craxi fu condannato in base al teorema “non poteva non sapere”. Ma nessuna condanna definitiva cita mai quell’espressione. Anzi la Corte d’appello di Milano scrive nella sentenza All Iberian poi divenuta definitiva: “Non ha alcun fondamento la linea difensiva incentrata sul presunto addebito a Craxi di responsabilità di ‘posizione’ per fatti da altri commessi, risultando dalle dichiarazioni di Tradati che egli si informava sempre dettagliatamente dello stato dei conti esteri e dei movimenti sugli stessi compiuti”.

Tutto era cominciato “nei primi anni 80” quando – racconta Tradati a Di Pietro – “Bettino mi pregò di aprirgli un conto in Svizzera. Io lo feci, alla Sbs di Chiasso, intestandolo a una società panamense (Constellation Financière, ndr). Funzionava cosí: la prova della proprietà consisteva in una azione al portatore, che consegnai a Bettino. Io restavo il procuratore del conto”. Su cui cominciano ad arrivare “somme consistenti”: nel 1986 ammontano già a 15 miliardi.
Poi il deposito si sdoppia e nasce il conto International Gold Coast, affiancato dal conto di transito Northern Holding, messo a disposizione dal funzionario dell’American Express, Hugo Cimenti, per rendere meno identificabili i versamenti. Anche lí confluiscono ben presto 15 miliardi.
Come distinguere i versamenti per Cimenti da quelli per Tradati, cioè per Craxi?


“Per i nostri – risponde Tradati – si usava il riferimento ‘Grain’. Che vuol dire grano”. Poi esplode Tangentopoli. “Il 10 febbraio ‘93 Bettino mi chiese di far sparire il denaro da quei conti, per evitare che fossero scoperti dai giudici di Mani pulite. Ma io rifiutai e fu incaricato qualcun altro (Raggio, ndr): so che hanno comperato anche 15 chili di lingotti d’oro… I soldi non finirono al partito, a parte 2 miliardi per pagare gli stipendi”.
Raggio va in Svizzera, spazzola il bottino di Bettino e fugge in Messico con 40 miliardi e la contessa Vacca Agusta. I soldi finiscono su depositi cifrati alle Bahamas, alle Cayman e a Panama.
Che uso faceva Craxi dei fondi esteri? “Craxi – riepilogano i giudici – dispose prelievi sia a fini di investimento immobiliare (l’acquisto di un appartamento a New York), sia per versare alla stazione televisiva Roma Cine Tv (di cui era direttrice generale Anja Pieroni, legata a Craxi da rapporti sentimentali) un contributo mensile di 100 milioni di lire. Lo stesso Craxi, poi, dispose l’acquisto di una casa e di un albergo [l’Ivanohe] a Roma, intestati alla Pieroni”. Alla quale faceva pure pagare “la servitú, l’autista e la segretaria”.
Alla tv della Pieroni arrivarono poi 1 miliardo da Giallombardo e 3 da Raggio. Craxi lo diceva sempre, a Tradati: “Diversificare gli investimenti”.
Tradati eseguiva: “Due operazioni immobiliari a Milano, una a Madonna di Campiglio, una a La Thuile”. Bettino regalò una villa e un prestito di 500 milioni per il fratello Antonio (seguace del guru Sai Baba).


E il Psi, finito in bolletta per esaurimento dei canali di finanziamento occulto? “Raggio ha manifestato stupore per il fatto che, dopo la sua cessazione dalla carica di segretario del Psi, Craxi si sia astenuto dal consegnare al suo successore i fondi contenuti nei conti esteri”.
Anche Raggio vuota il sacco e confessa di avere speso 15 miliardi del tesoro craxiano per le spese della sua sontuosa latitanza in Messico.


E il resto?
Lo restituì a Bettino, oltre ad acquistargli un aereo privato Sitation da 1,5 milioni di dollari e a disporre –scrivono i giudici– “bonifici specificatamente ordinati da Craxi, tutti in favore di banche elvetiche, tranne che per i seguenti accrediti: 100.000 dollari al finanziere arabo Zuhair AlKatheeb” e 80 milioni di lire(«$ 40.000/s. Fr. 50.000 Bank of Kuwait Lnd») per “un’abitazione affittata dal figlio di Craxi (Bobo, ndr) in Costa Azzurra”, a Saint-Tropez, “per sottrarlo - spiega Raggio - al clima poco favorevole creatosi a Milano”.
Anche Bobo, a suo modo, esule.


Quando i difensori di Craxi ricorrono davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, nella speranza di ribaltare la condanna Mm, vengono respinti con perdite. “Non è possibile – scrivono i giudici di Strasburgo il 31 ottobre 2001 – pensare che i rappresentanti della Procura abbiano abusato dei loro poteri”. Anzi, l’iter dibattimentale “seguí i canoni del giusto processo” e le proteste dell’imputato sulla parzialità dei giudici “non si fondano su nessun elemento concreto… Va ricordato che il ricorrente è stato condannato per corruzione e non per le sue idee politiche”.

Video e articolo di Marco Travaglio sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Turisti della democrazia



SENZA PAROLE

martedì 29 dicembre 2009

Letizia per Craxi e per tutti gli uomini di buona violenza




La Moratti Letizia, in vena di eresie, vuole dedicare una via o un porco, pardon, un parco, a Benito Craxi. Silvio e Dell'Utri già pensano a una statua sequestre, pardon equestre, commemorativa per Vittorio Mangano. Manco a farlo apposta il giorno 25 d'Aprile verrà dedicato alla festa del Papi della Libertà e non della Liberazione, disonorevole e immeritato omaggio ai partigiani comunisti mangiatori di bambini. Verrà abolita altresì l'era volgare, perché appunto troppo volgare e non consona all'amorevole sensibilità e delicazzittudine del premier; essa sarà sostituita dall'era gentilizia o clientelare. D'ora in avanti gli anni verranno conteggiati, non già dalla nascita di Gesù Cristo (di quell'eversivo rosso che voleva che il Regno dei Cieli finisse in mano ai morti di fame), ma dall'anno di nascita del Papi della Libertà. Quindi il 2010 prossimo sventuro verrà indicato come l'anno 74 d.B. e l'era volgare verrà sostituita definitivamente con l'era dell'amore berlusconico. Affinché il regno dell'amore e il bene si propaghino e prosperino infinitamente, verrà estirpato tutto l'odio e il male che c'è nel mondo, insieme ai ceppi più resistenti dei malfattori e untori del male, a cominciare da Travaglio e Santoro, per finire poi a Luttazzi e tanti altri seminatori di parole non regolamentate dal codice di connivenza civile e penale. Enzo Biagi e Indro Montanelli passeranno alla damnatio memoriae per direttissima. La giustizia terrena cederà così il passo alla giustizia divina di Silvio d'Arcore. Resterà solo l'amore e il Papi della sua Libertà.

Links correlati

lunedì 28 dicembre 2009

La terza industria del Paese

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Il gioco d’azzardo è illegale. E comunque anche quello considerato 'non d’azzardo', attraverso il quale lo Stato percepisce entrate fiscali da capogiro, è un’indecenza.
Con oltre 53 miliardi di euro di raccolta, questo business costituisce una percentuale vicina al 4% del Pil nazionale: rappresenta la terza industria del Paese.
Le entrate dello Stato derivanti dalla raccolta sono lievitate dai 3,5 miliardi di euro del 2003 ai 7,7 miliardi del 2008, con un tasso di crescita complessivo del 121,1%. A giocare di più sono individui tra i 25 ed i 44 anni e oltre i 65, questi ultimi pensionati. In Italia il gioco d'azzardo si sta diffondendo e sta avendo un impatto fortemente negativo su numerose fasce sociali: da quella degli studenti, che compromettono la riuscita dei propri studi, ai pensionati che finiscono in mezzo ad una strada, alle unioni familiari distrutte per il 'vizietto' di mamma e papà. Il profilo è quello del sognatore con un reddito modesto che tenta la fortuna ma scivola poi nella nullatenenza.
E' stato riconosciuto dal CNR e diversi studi che il gioco-scommesse è un’attività che crea dipendenza come le droghe, il fumo, l'alcol.
Non voglio con questo precludere la libertà di un cittadino di poter scommettere o meno. Sto dicendo che al cittadino non può essere venduto il gioco come miraggio di vincite milionarie (in realtà dalle probabilità infinitesimali) e come alternativa ad una vita basata sul lavoro e sulle proprie capacità.

Le norme in materia di gioco e scommesse vanno equiparate a quelle sul fumo in termini pubblicitari, ossia ne dovrebbe essere proibita la promozione.
I controlli sull’età di chi gioca devono essere stringenti per impedire a minorenni e persone senza un proprio reddito di accedervi.
Le licenze e gli apparecchi installati nei punti di accesso al gioco, che con una normativa più permissiva dal 2003 hanno proliferato a dismisura, devono essere ridotti e la diffusione legata alla demografia.
Lo Stato dovrebbe farsi promotore di campagne progresso contro il gioco-scommesse poiché può provocare danni alla salute e alla psiche dei cittadini favorendo, nella maggior parte dei casi, il dissesto economico individuale e familiare.

Qual è la differenza agli occhi dello Stato tra chi si gioca un appartamento a poker tra mura domestiche e chi spende la sua pensione euro su euro al SuperEnalotto? Il fatto che uno non ne versi una parte all’erario e l’altro si?
E’ solo nell’erario?
Ma perché non applicare allora lo schema “legalizziamo-incassiamo” anche per la prostituzione, riaprendo le case chiuse, oppure anche per le droghe?
Evidentemente dietro al gioco-scommessa ci sono dei valori sociali che ora mi sfuggono: ma quali?
I governi non possono anteporre gli interessi economici a quelli dei cittadini, così come hanno dimostrato con la progressiva legalizzazione delle scommesse adducendo come alibi la necessità di sottrarne semplicemente il controllo alla criminalità organizzata.
Non è il controllo economico il driver delle decisioni dello Stato ma la tutela della comunità e della sua salute.
Se da una parte si normano gli aspetti fiscali, dall’altra bisogna curarsi anche di eventuali effetti sociali.
L'Italia dei Valori, nei prossimi giorni, presenterà un disegno di legge per offrire una regolamentazione delle scommesse e della comunicazione ad essa associata a tutti i livelli per la tutela del cittadino.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

domenica 27 dicembre 2009

Il fascino discreto del Papi della Libertà



Il party dell'amore




«È in atto una campagna d’odio contro di me, il fascismo e l’Italia». (Benito Mussolini, 1932)

«Gli ebrei alimentano una campagna d’odio internazionale contro il governo. Gli ebrei di tutto il mondo sappiano: questo governo non è sospeso nel vuoto, ma rappresenta il popolo tedesco». (Adolf Hitler, 1933)

«La sinistra significa più tasse, significa odio ideologico, paralisi del Paese e delle sue infrastrutture, lo Stato in rovina». (Silvio Berlusconi, 2004)

«L' amore vince sempre sull' odio e sull' invidia» (Silvio Berlusconi, 2009)

«[...] Il problema è l’odio. Questo episo­dio è anche un monito. Il segno che è davvero il tempo di cambiare la Costitu­zione». (Don Luigi Verzè, 2009)

«Sono loro [Di Pietro, Bindi] ad aizzare all’odio, ad aver ispirato il gesto di quel povero dia­volo [Massimo Tartaglia]». (Don Luigi Verzè, 2009)

«Perché a me? Perché mi odiano tanto, al punto da volermi ammazzare? Io voglio il bene del Paese, il bene di tutti. Tu don Luigi lo sai che è così. Perché non se ne rendono conto?». (Berlusconi, citato da Don Luigi Verzè, 2009)

sabato 26 dicembre 2009

Informazione e fatto. Tra realtà e finzione.



«...fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza».


Piccoli grandi dubbi sull'aggressione a Berlusconi.

Troppe cose non quadrano nelle immagini e nelle testimonianze dell'aggressione subita da Berlusconi nei pressi del Duomo di Milano. Secondo i video fatti circolare su Youtube ci sono alcuni piccoli dettagli estremamente rilevanti, e nient'affatto trascurabili.

   1) Il taglio sopra la guancia che si nota in macchina, dietro il finestrino, non si nota quando viene colpito e nemmeno durante il suo veloce trasporto dentro l'auto.
   2) Perché RaiNews-24 oscura il volto del premier all'interno dell'autovettura. Cosa si è cercato di nascondere?
   3) Il mezzo litro di sangue che si dice che il premier abbia perso non corrisponde a quanto si vede dalle immagini" [vedi video L'Aggressione Di Berlusconi Potrebbe Essere Una Montatura...]. Sempre in questo stesso video (ma anche nel precedente) la mano di uno dei suoi agenti tiene in mano qualcosa come una pistolina puntata in direzione del viso del premier. [spara forse sangue vero o finto che sia?]. Secondo quanto affermano i suoi medici, sembra che Berlusconi abbia perso mezzo litro di sangue, una grande quantità dunque, ma sulla camicia e sulla giacca non ve n'è traccia.

Inoltre, in un altro video c'è la testimonianza di un giovane del PDL che dice di aver notato qualcosa di strano, come se un oggetto venisse passato nelle mani dell'aggressore, Massimo Tartaglia, che poi, quando viene catturato, grida qualcosa di strano come: "no, sono solo, non c'è nessuno con me".

Altre stranezze riscontrate nei video di Youtube.
  • - Berlusconi non è stato portato all'ospedale più vicino (distante circa 3,5 km) ma al San Raffaele (10 km ca.)
  • - Al rallenti delle immagini di RaiNews l'audio rimane inalterato
  • - Massimo Tartaglia ha impiegato troppo tempo (alcuni secondi) per lanciare il modellino del duomo. Mentre le guardie del corpo si guardano l'ombelico.
  • - L'auto del premier non parte subito (non parte proprio) secondo il protocollo di sicurezza che si usa in questi casi.
  • - Sparite le immagini dal motore di ricerca per "disservizio temporaneo"
  • - Altre cose...
A me, personalmente, la reazione del premier (il dolore manifestato, il suo volto sconvolto, ...), mi sembra fin troppo genuina e per nulla contraffatta. Tutto ciò fa pensare a un'aggressione pilotata all'insaputa del premier. In macchina magari ci sarà stato qualche fotoritocco, qualche trucco illusionistico e il gioco e fatto. Insomma, l'impatto di un oggetto sul viso (o addirittura sul petto!) del premier è avvenuto senz'altro ma, probabilmente, sarà stato amplificato dai trucchi del mestiere.

La popolarità del premier era in calo e questo evento martirizzante (vero o contraffatto che sia) gli ha dato tempo, se non altro, di uscire per un po' di scena e rifarsi l'immagine (e non parlo di quella fisica).

Troppe cose non tornano. Tante domande e nessuna risposta.

Già abbiamo visto le manipolazioni fatte dell'11 settembre riguardo all'impatto e al crollo delle twin towers; tante cose non tornano, e alcune violano addirittura le stesse leggi della fisica.

Le dichiarazioni subito dopo l'accaduto sono altrettanto strane e improprie. La Russa, con grande bontà d'animo, cerca di evitare il linciaggio dell'aggressore, però, senza tante riserve, nel suo resoconto, oltretutto di testimone, non desiste dall'aggredire verbalmente quello che per lui dovrebbe rappresentare uno dei mandanti morali, Di Pietro, come poi ribadirà il folle-inneggiante Cicchitto con il suo sproloquio, non risparmiando, per giunta, nessuno dei rappresentanti dell'opposizione, sia essa o no parlamentare.

Links utili su Youtube
Vedi anche l'esaustivo "riassunto" sul blog di Claudio Messora Non ci sono più gli attentati di una volta

Oltre l'evento della bela madunina.

Ipotesi futuribile. L'Italia sembra stia diventando il terreno fertile per un altro 11 settembre. C'è bisogno di una motivazione per scatenare una guerra globale. Niente di meglio che il nostro paese venga ad essere governato da una fazione oligarchica: da pochi che sanno gli intrighi e da pochi che siano soprattutto ricattabili. Una volta scardinato il sistema democratico (e in buona parte già lo è), inteso come equilibrio di poteri, e controllata l'informazione, il gioco è fatto. Si può giocare allora alla battaglia navale, al lancio dell'atomica, si può far credere di tutto e di più...

Sappiamo in molti, tranne i purtroppo tantissimi lobotomizzati irreversibili, quanto il nostro premier sia fasullo e quante palle spara a rotta di collo. Una democrazia funzionante già l'avrebbe estromesso da tempo. Se non funziona o non la si riesce a far funzionare, vuol dire che probabilmente la nostra politica viene condizionata e agevolata da forze esterne (USA, Putin, Gheddafi?...). Non siamo nuovi a queste interferenze staniere.

giovedì 24 dicembre 2009

Menem male che Silvio c'è




Eroi a confronto (la mafia in parlamento)




E così Silvio decise di fare il mestiere del fuorilegge, pensando onestamente di rubare ai ricchi per dare ai poveri. Ma subito un atroce sospetto si insinuò nei meandri tortuosi e oscuri della sua mente: "ma poi i poveri diventeranno ricchi e i ricchi, poveri; e allora mi toccherà di nuovo rubare ai poveri arricchiti per dare ai ricchi impoveriti. Chi me lo fa fare? Ruberò direttamente ai poveri per dare ai ricchi".

Come c'era d'aspettarsi, alla Vigilia di Natale, Silvio spara qualche altra palla-frecciata preconfezionata.
«La mafia è un fenomeno patologico che noi vogliamo sconfiggere definitivamente negli anni che restano di questa legislatura [...] Vorrei far notare che, nonostante le accuse che sono state rivolte soprattutto al presidente del Consiglio, nessun governo mai nella storia della Repubblica ha agito con così tanta determinazione e efficacia nella lotta alle organizzazioni criminali».
Silvio, non ce l'ho con te, credimi. Non t'invidio per il dinero che ci'hai. Rispondimi soltanto, ti prego, in modo chiaro, almeno a queste tre domandine, facili facili. Non confonderci le idee con i tuoi graziosi proclami benemeriti, per favore, rendi chiaro a parole il tuo pensiero e dicci veramente come stanno le cose e dove è che sta la mafia.

1. Che ci faceva il mafioso Mangano a casa tua, e perché poi te lo sei ripreso anche quando sapevi della sua collusione e intrusione con la mafia?
2. Il tuo grande amico Dell'Utri non è stato forse condannato per concorso esterno in associazione mafiosa?
3. Perché non ci hai fatto sapere niente dell'origine della tua fortuna, di quei soldi che piovvero dal cielo o da chissà dove?...


Grazie, Silvio, la spiegazione è più che esaustiva, ma mi ha instillato ancora più dubbi di quanti ne avevo prima? Molta gente ti applaude entusiasta, come se tu fossi l'uomo del destino. Evidentemente non sanno cosa applaudono.

Il Papi è per le centrali nucleari, in nome del popolo sovrastato




Berlusconi su Corriere.it le spara grosse: «Dobbiamo svegliarci dal nostro sonno, adeguarci, perché il futuro è nell'energia rinnovabile e nel nucleare [...] Eravamo protagonisti del nucleare negli anni '70, poi per il fanatismo ideologico di una parte politica abbiamo interrotto la costruzione di due centrali che erano vicine ad essere completate». Bel discorsetto, quello del premier; peccato che non sia soltanto il fanatismo ideologico della sinistra a contrariare la sua foga oratoria e il senso insensato del suo discorso; molti esperti del settore non sono affatto consoni al suo pensiero che va su ali dorate, intriso di conflitti di interessi e di sbugiardate quotidiane. Carlo Rubbia in una sua esternazione riportata su blogGalileo smonta le pretese e le sparate del nostro presidente del Malconsiglio. Il nucleare non è, né così sicuro, come si vuol far credere, né così economico e a buon prezzo, con tutti i problemi ad esso connessi riguardo allo smaltimento delle scorie radioattive.

Nel 1987, dopo il disastro di Chernobyl, un referendum abolì il nucleare. Adesso i ministri, la Prestigiacomo in testa, e i parla(ele)mentari, discutono le faccende tecniche e l'ubicazione delle centrali nucleari, bypassando e ignorando completamente la volontà popolare. Ma dove sarà mai finita la democrazia? Se l'è comprata e privatizzata il Papi della libertà? Ci vuole un altro referendum che stabilisca una volta per tutte, se le centrali vadano costruite oppure no. Intanto il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo con nonchalance dichiara "è tutto superato, abbiamo risolto". Superata, a quanto pare, la volontà del popolo, che dovrebbe essere sovrano in una democrazia.

L'Italia è un Paese territorialmente troppo piccolo per ospitare un industrializzazione selvaggia e, in special modo, non è adatta a contenere gli impianti delle centrali nucleari. Un incidente come quello di Chernobyl, potrebbe contaninare buona parte del territorio italiano, con danni irreversibili per l'agricoltura, il turismo, per gli esseri umani... Le centrali nucleari di qualsiasi generazione esse siano, per quanto dichiarate sicure, non sono esenti però da attacchi terroristici, alquanto probabili.

Non capisco tutta questa fretta del nostro governo che sembra deciso, contro ogni parere popolare, alla costruzione delle centrali nucleari. Io ho il sospetto che sotto sotto vi sia la ferma volontà di nascondere o mascherare qualche altra cosa, più inquietante, per esempio la radiazione proveniente dai siti di stoccaggio o di depositi di scorie nucleari che attualmente si trovano in Italia, ma che nessuno (tranne gli eletti) ne è a conoscenza. Sappiamo già che in mare ci sono scorie di ogni tipo, comprese quelle nucleari, e certamente anche sul territorio italiano. Il commercio di materiali fissili, inoltre, sarebbe un ottimo affare per la mafia, camorra e 'ndrangheta.

Le centrali nucleari non hanno nessuna motivazione di convenienza economica, ma rappresentano soltanto il tornaconto di alcuni o di qualche entità oscura. Evidentemente le centrali serviranno a ben altro, a meno che non si prenda in considerazione la remota possibilità che i nostri politici agiscano di fatto autonomamente da perfetti a dir poco imbecilli. Per capire il paradosso sull'effettiva utilità e l'assurdità del nucleare in Italia si può leggere l'eclatante articolo dove viene espresso il parere di Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica e il maggiore esperto in Italia del nucleare, che si esprime in modo chiaro e comprensibile riguardo all'argomento, contrariamente a quanto fanno i nostri ignorantissimi e pericolosissimi politicanti da strapazzo. Rubbia: Il nucleare in Italia? Non risolverebbe il problema dei costi energetici

Ormai ci siamo abituati a questo modo di riciclaggio di denaro: sottrarre denaro al cittadino onesto e fesso (che paga le tasse) per darlo a una casta privilegiata (vedi anche l'obbrobrio del business delle vaccinazioni, il Ponte sullo Stretto, e chi più ne ha più ne metta). Si fanno progetti ed esecuzioni di cose inutili, dannose, o antieconomiche che poi, anche se non saranno portate completamente a termine, hanno comunque il vantaggio di alleggerire le tasche dei cittadini a favore di chi non si fa tanti scrupoli, insomma. Altrimenti non si spiegherebbe questa pervicace e inconsulta volontà antidemoratica dei nostri parla(ele)mentari, ostinati a var valere la loro idiozia (ovvero furbizia) contro ogni buon senso, in barba alla più evidente realtà dei fatti.

Le centrali nucleari, il business delle vaccinazioni, il Ponte sullo Stretto, ecc,. hanno un riscontro economico positivo non indifferente, ma per la mafia, per i corrotti, per i corruttori e per i parlamentari poco onorevoli che stanno distruggendo e divorando fino all'osso il nostro Paese.

Links significativi

mercoledì 23 dicembre 2009

I valori cristiani di Papi




Due perle di saggezza del premier ...
«Posso confermare che i valori cristiani testimoniati dal Pontefice sono sempre presenti nell'azione del Governo da me presieduto, che adotterà tutte le misure necessarie per garantire la serenità e la pace sociale».

«Il Natale è un momento importante di riflessione per tutti gli uomini di buona volontà. Il messaggio di pace e di fraternità di Cristo, che dovrebbe regnare tra gli uomini, purtroppo viene dimenticato quando alla forza delle idee si risponde con la violenza verbale o financo fisica».
Mi chiedo, con preoccupazione, quali saranno mai queste misure necessarie per garantire la serenità e la pace sociale.

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

    Gli orrori della sinistra


Nel 2003 Luciano Violante, capogruppo DS alla Camera dei Deputati, confessò qualcosa di eclatante, ma non sembra si sia saputo tanto in giro, come democrazia comanda o almeno dovrebbe comandare.

"L'onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, non adesso, nel 1994, che non sarebbero state toccate le televisioni, quando ci fu il cambio di governo, e lo sa [sussulti in aula]... Lo sa lui e l'ono[revole Letta]. Comunque, a parte questo, la questione qui è un'altra. Voi ci avete accusato di regime, nonostante noi [non] avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi, nonostante le concessioni, l'avessimo aumentato, durante il centro-sinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte". (Dichiarazione di Violante alla camera nel 2003 su mediaset)
Di Pietro nel suo blog dichiara...
"La ricchezza del signor Berlusconi, dell’imprenditore Berlusconi, deriva da una “graziosa” concessione ottenuta prima da Craxi con un una tantum annua ridicola e poi dal Governo D’Alema nel 1999, con la legge un per cento (pagina 32: legge 488, art.27 comma 9, del 23 dicembre 1999). Legge mai messa in discussione dagli altri Governi che lo hanno seguito, tra cui ovviamente i suoi. [...] Una vera rapina a norma di legge. Il Gruppo Mediaset vive alle spalle degli italiani. Nel 2007 ha fatturato oltre 4 miliardi di euro, di cui 2.5 miliardi derivanti da pubblicità delle Reti Mediaset". (Berlusconi, ''mister unpercento'')
E a pensare che D'Alema sembra avallare ancora la possibilità di inciuci che possano risolvere o sbloccare la situazione italiana, come se questo Paese non sia stato già da tempo abbastanza saturo di inciuci. Non ha capito o finge di non capire, mister baffetto. Bisogna riprendersi la democrazia e renderla di nuovo pubblica, operativa e non una faccenda privata del premier.

Un pezzo D'uomo (Papi for papa)



Nababbo Natale, alias "il Papi della Libertà"



martedì 22 dicembre 2009

Verso il congresso: risposte ai lettori

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Ivan Rota



Autore Ivan Rota
Ivan
Rota

Ci siamo lasciati la settimana scorsa cercando di dare una rappresentazione del partito dell’Italia dei Valori e, soprattutto, di quella che è la prospettiva futura. Vi ringrazio, perché siete vicini all’Italia dei Valori e perché, attraverso la vostra partecipazione e soprattutto attraverso i post che lasciate sul video, che lasciate su quello che è stato il mio commento, ma anche sugli altri commenti del programma dell’Italia dei Valori, ci date la possibilità di crescere. Noi cerchiamo di farlo insieme a voi, perché in questi giorni c’è questa ipocrisia, c’è questo perbenismo di convenienza bipartisan che lascia da solo Italia dei Valori, tutti i partiti stanno imputando all’Italia dei Valori la colpa di essere un partito che dice la verità, che sa ascoltare il cittadino e che sa esprimere, nelle sedi appropriate e con fermezza, quello che il cittadino, la gente, voi pensate. E allora stiamo andando verso il congresso, l’avevamo detto nello scorso filmato: un congresso che ci ha portato a avere un raddoppio degli aderenti, qualche post ha messo in discussione il 192%, dicendo che era il triplo rispetto agli aderenti passati. No, il 192% è il raddoppio degli aderenti, perché chiaramente questo ci dice la matematica, ma quello che ci dice invece la sostanza è che il partito è cresciuto e è cresciuto in maniera forte. Qualche post di qualche amico e di qualche amica che vive in Olanda, anziché negli Stati Uniti, oppure è immigrato /a tempo fa ci dice grazie di esserci per affermare i valori che gli italiani nel mondo chiedono. Noi lo facciamo anche per gli italiani che vivono ancora nella nostra realtà e dice “ mirate a crescere: proporsi come partito di riferimento significa anche sapere esattamente il contenuto e la rispondenza al reale di ciò che è oggetto di comunicazione”, noi siamo consapevoli che bisogna essere consci di quello che sta accadendo e siamo anche consci di quello che il nostro partito sta facendo. Qui Ascra 87 (nick del commentatore in You Tube al video di martedì 15 dicembre) ci dice “ ma perché il congresso nazionale, se latitano ancora i congressi provinciali e regionali?”, non è così, Ascra 87, non latitano i congressi provinciali e regionali, abbiamo fatto un percorso chiaro e abbiamo detto allarghiamo la base elettorale del partito attraverso le adesioni al progetto dell’Italia dei Valori. Con questa base elettorale interroghiamoci su quello che deve essere il nostro programma politico e è per questo che vi abbiamo chiesto di dare il vostro contributo ai dieci punti del programma. In molti l’avete fatto, ne terremo conto. Abbiamo detto che insieme a questo programma e dopo aver recepito le mozioni delle venti regioni italiane e di chi presenterà le mozioni in funzione di quello che è il regolamento congressuale, questo programma andrà a essere approvato e sarà eletto Presidente chi questo programma avrà sottoposto all’attenzione di oltre 3. 500 delegati. Ad oggi, mentre vi sto parlando, sono state celebrate già 34 assemblee provinciali, abbiamo già quasi 800 delegati eletti e, nei prossimi giorni, continuerà ad arricchirsi questo numero.
Il fatto di fare, successivamente alle regionali, quelli che sono i congressi sul territorio è proprio perché questi congressi sul territorio debbono poter muovere da una prospettiva politica e da un progetto politico chiari, sanzionati e sanciti da quello che è un gruppo di 3. 500 delegati. Fare anche i congressi territoriali dopo le regionali vuole dire indirizzare le nostre energie per fare capire anche e dare un messaggio che il partito è compatto intorno a un progetto di alternativa di governo. Conseguentemente non è un “latitare” rispetto ai congressi, abbiamo molto ben chiaro in testa questo e Franco DG666 (nick del commentatore in You Tube al video di martedì 15 dicembre) dice che “ è ora di eliminare l’erba cattiva all’interno di Italia dei Valori”. In ogni contesto c’è erba buona e erba cattiva, in Italia dei Valori c’è erba più buona che cattiva, nel senso che le persone, i nostri dirigenti e i nostri aderenti sono persone perbene e oneste, è chiaro che ci sono anche quelle che arrivano pensando di prendere un autobus. Io voglio dire, in conclusione di questa prima chiacchierata insieme a voi, che se a Palermo bisogna fare una strada perché ci sono tante buche, non è che si possa dire non facciamo la strada, perché se dobbiamo fare la strada e aprire un appalto arriva la mafia. Dobbiamo fare la strada e evitare che arrivi mafia, dobbiamo allargare il partito, dobbiamo fare un percorso democratico e individuare e emarginare quelli che o da una parte bloccano la crescita del partito, oppure dall’altra quelli che arrivano per conquistare il lavoro fatto da quelli del partito. Il nostro partito, l’Italia dei Valori, è una formazione politica diversa: diversa dalle altre anche nei comportamenti e negli atteggiamenti, abbiamo chiaro in testa che bisogna avere un premio alla meritocrazia, un premio al merito e quindi su questi presupposti ci stiamo muovendo e vedrete che nel 2010, con gli strumenti che anche l’informatizzazione ci consente attraverso il web, sapremo costruire un progetto di valore, un’Italia dei Valori fatta da uomini, da donne e da giovani che sappiano esprimere al meglio i valori. Tra qualche giorno è Natale, dobbiamo anche dire che Italia dei Valori non vuole costruire a prescindere un Partito dell’Amore, dove l’amore è un messaggio ipocrita che qualcuno utilizza per manipolare le menti: amore vuole dire anche rigore e allora noi diciamo che Italia dei Valori vuole essere il partito del rigore, un rigore a difesa di una giustizia sociale, un rigore a difesa di un’equità, un rigore a difesa del libero mercato, un rigore a difesa dell’informazione, perché avere amore per il prossimo, per la collettività -e noi siamo una forza politica che guarda alla gente e ai cittadini - vuole dire anche rigore e rispetto delle regole, perché solo con il rigore e con il rispetto delle regole si riesce a fare una politica al servizio dei cittadini.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Ivan Rota

Il pu-pazzo della libertà



SENZA PAROLE

L'Italia è un paese di santi, martiri e profeti



Cos'è che accomuna il re del rock all'italiana al re del racket alla siciliana? Certamente le palle sparate a tutto spiano. Il rocker Celentano, le palle, però, le soppesa e risoppesa, prima di spararle, inframmezzate da silenzi debilitanti intermedi, tra un pausa e un'altra, tra un vuoto di memoria e un altro. Mentre Silvio, più sciolto va a ruota libera, senza mai fermarsi, e quando si ferma vuol dire che è svenuto o che ha qualche bisogno urgente di gabinetto (politico o casalingo che sia) difficile, se non impossibile da procrastinare, né tantomeno da commissionare.

Una volta, nel lontano anno, che non ricordo più quale fosse, ma certamente c'è da suppore che fosse l'anno di nascita di Forza Italia, Celentano invaso da uno spirito messianico e da un'urgenza profetica non demandabile, come un'irrevocabile Pizia o una Sibilla Cumana d'altri tempi, esordì con il suo augurio saccente e profetico: Silvio Berlusconi salverà il l'Italia e forse il mondo. Allo stesso tempo io pensavo: ma che cazzo dici Celentano? Semmai, Berlusconi porterà l'Italia alla rovina.

Nuovamente pervaso dallo spirito satano e dal suo rinvigorito senso messianico e profetico, ad oltranza, oltre la quale nulla può la ragione umana, per quanto ragionevole essa sia, spinto dal suo sesto senso sensazionale ed insensato, ecco che minaccia tutti con l'urgenza di un'altra profezia scoperta, chissa come e chissà dove, nei meandri incommensurabili della mente; sparata a bruciapelo questa volta tramite lettera, non si sa se raccomandata o con o senza ricevuta di ritorno, indirizzata al Corriere della Sera. Correva l'anno 2008, e correva altresì pari merito insieme all'anno anche il giorno 18 e il mese di maggio. Ecco i pareri appassionati, forse anche un po' isterici, ma senza trattenute, espressi dal terribile visionatore delle faccende storico-politiche italiane.


Su Berlusconi
«Forse Silvio ci sta dimostrando che l'uomo quando vuole sa anche cambiare. E non è poco, se si pensa che la storia si regge sugli errori precedenti e addirittura, sui crimini precedenti».

Sull'intesa Berlusconi - Veltroni da cui nacque il veltrusconismo
«Ricordo quando Berlusconi pubblicamente strappò il programma del Partito democratico. Per tutta risposta Veltroni, nonostante la delusione che si leggeva nei suoi occhi per l'affronto subìto, esordì con una frase che oserei dire storica per quanto era spiazzante: "Noi invece il suo programma lo leggiamo", disse il Weltro inconsapevole di quale peso fosse portatore quella sua frase, che come una pietra tombale sembrava sentenziare la fine degli insulti»

Sulla decisione del Consiglio Rai riguardo alla trasmissione Primo Piano di Antonio di Bella...
«La grandezza di questa colossale cazzata sta nel fatto di avere preso una decisione così isterica e imbecille proprio alla fine del loro mandato. Un gesto di una tale idiozia che non può non configurarsi in una vera e propria pugnalata alla schiena di Berlusconi, per farci credere che lui non è cambiato. »

Ancora su Berlusconi
«Ma io insisto e il mio sesto senso mi dice, anche se il mattino è cominciato da poche ore, che lui invece è cambiato. Insomma gli uomini cambiano, pare».

Su Ignazio La Russa
«C' è chi di fronte a un successo diventa umile e saggio e chi invece non riesce a trattenere quella dose di ipocrisia e anche di arroganza come ad esempio La Russa, per il quale ho sempre nutrito una certa simpatia, ma fortemente in ribasso da quando l' altra sera a Porta a Porta, in virtù della sua nuova investitura come ministro della Difesa si atteggiava, con due centimetri di cerone mai messo prima, a spargere parole di insegnamento a Casini, che di tutto aveva bisogno tranne che dei suoi appunti. Ecco un esempio tipico di come il successo ti può confondere: prima della nomina sei simpatico perché parli come ti viene, senza controllare le espressioni in quanto essendo spontaneo sono tutte giuste. Poi improvvisamente diventi ministro della Difesa, ti metti due dita di cerone, vai a Porta a Porta con la faccia di cera e dici a Casini che ha sbagliato a correre da solo mentre invece ha avuto il coraggio di fare ciò che pochi politici sono all' altezza di fare, prova ne è che i suoi elettori l' hanno ampiamente premiato. Insomma La Russa, tu devi subito rimediare prima che sia tardi.»

Celentano, ti prego, hai il successo, hai il soldi, hai quello che vuoi e quel che chiedi ottieni, sempre. Che vuoi di più? Anche il dono della profezia? Dai non fare così... Però, come avrei vorzuto che il tuo sesto senso ci'avesse azzeccacato 'na vorta!

Caro Adriano la verità è che forse tu hai intravisto in Silvio d'Arcore un uomo di spettacolo, un fine attore, e ti sei identificato in ciò che più ti somiglia. Avete entrambi una faccia da Keyser. Hai visto la sua maschera di carnevale e hai profetizzato immanente la sua bontà prefigurandola a te molto vicino, poiché anche tu ti muovi sul palco molto bene come lui. Siete due uomini di forte carisma e avete un magnete non indifferente, una carica sessuale e sensuale strabiliante; siete due uomini che appena aprono la bocca fanno proseliti a bizzeffe. Tu hai il vantaggio di fare proseliti anche senza aprire bocca. Ma quando la spalanchi, dopo atroci silenzi remunerattivi e conturbanti, per sparare profezie bibliche colossali, perdi credito e punti di vista tra il vasto pubblico. Quindi, se vuoi un consiglio: taci. Non fare pause pre-meditative. Tu hai un forte carisma; finiresti per agevolare il piduista e la dittatura d'arrivo. Taci, per favore. Rientra nella tua selvaggia spelonca e non proliferare più con queste assurde profezie di istruzione e distruzione di massa. Per la rovina d'Italia basta Silvio, e avanza. La differenza fra te e lui è che tu sei un papa e lui un papi. Ecco tutto. Due teste di keyser pensano peggio di una e fanno più danno però...

lunedì 21 dicembre 2009

Istigazione a delinquere




Vai al blog di Piero Ricca

Palle pre-natalizie


Udite, udite, gente; il martire ex-novo, fresco di giornata, dice espressamente.
«Credo che a tutti sia chiaro che se di un presidente del Consiglio si dice che è corruttore di minorenni, un corruttore di testimoni, uno che uccide la libertà di stampa, che è un mafioso o addirittura uno stragista, un tiranno è chiaro che in qualche mente labile, e purtroppo ce ne sono in giro parecchie, possa sorgere il convincimento che essere tirannicidi e diventarlo vuol dire essere degli eroi nazionali e fare il bene della propria patria e dei propri concittadini e quindi acquisire un merito e una gloria importante».
Che Berlusca sia un tombeur di femme lo si sa, e fin qua niente di male, anzi tutto il bene possibile, ma se non vado errando, è proprio Veronica Lario che afferma qualcosa del genere, ovvero, che il premier è un corruttore di minorenni. Il caso Mills parla chiaro: B è un corruttore tout court. Che ci siano rapporti fra B e i mafiosi, è un dato di fatto, altrimenti il mafioso Mangano che ci faceva a casa sua, perché se lo è ripreso anche dopo che è uscito dal carcere? No, non mi venite a dire che lo ha fatto per spirito di bontà. Non ci credo. La libertà di stampa è sotto gli occhi di tutti, però mi riferisco più che altro alla libertà dei giornalisti nelle tivvù pubbliche e private: questa più importante informazione è in buona parte tutta in suo potere, quella rimanente lo è indirettamente, tramite quella bella trovata che è la par condicio che riduce l'informazione e la realtà dei fatti a zero.

Il guaio è che ci sono troppe cose oscure nel suo passato, nel passato del nostro bene amato presidente del consiglio, non si sa l'origine di tutti quei soldi all'inizio della tua carriera di plurimiliardario, e i cittadini devono sapere riguardo a questo passato, devono sapere chi li sta governando e di certo il Berlusca non è molto chiarificatore a tale proposito. Poi cosa c'entra l'invidia con i le leggi ad personam, come il lodo Alfano, il DDL sui processi brevi, il voler stracciare la carta costituzionale.

Con la sua parlantina il presidente del consiglio pare voglia sopperire a questo suo oscuro passato. Vi dò la mia parola e basta. Osate anche non credere? Altre marchette si sovrappongono al suo curriculum, tutt'altro che trascurabile, altri epiteti: novello Dio dell'amore, martire per la patria, personificazione del bene, sterminatore del male.

Siamo un po' stufi di tutte queste palle!

P.S. - Per la dis-par condicio, a proposito della libertà di pensiero e di informazione, sentiamo cosa ha da aggiungere Massimo Tartaglia...

      «D'ora in poi voglio vivere senza guardare la televisione».

Si vede che la televisione è tiranna. Si è obbligati all'informazione di Stato. Il gesto inconsulto di Tartaglia, come si può dedurre, prende le mosse da una costrizione esterna, obiettiva, (in questo caso l'informazione di regime) che ha trovato terreno fertile in una mente labile.

domenica 20 dicembre 2009

La coppia più bella del mondo



      Mi piace ogni cosa
      di quello che fai
      mentre sono distratti
      famo 'sta leggina.
      Ti credi già salvo,
      ma tu non lo sei.
      Sei forte per questo,
      così tu mi vai!

      Siamo la coppia più bella del mondo
      e ci dispiace per gli altri
      che sono tristi e sono tristi
      perché non sanno più cos'e' l'amor!
      "Il vero amore"
      per sempre unito dal cielo,
      nessuno in terra, anche se vuole,
      può separarlo mai. L'ha detto lui!
      siamo la coppia più bella del mondo
      e ci dispiace per gli altri
      che sono tristi perché non sanno
      il vero amore cos'e'!

      Se tu ti stancassi
      un giorno di me,
      ricordati sempre
      di quella leggina.
      Nemmeno un minuto
      lasciarti potrei.
      Sei forte per questo,
      così tu mi vai!

      Siamo la coppia più bella del mondo
      e ci dispiace per gli altri


Onerevole Massimo D'alema, io non sono completamente un ciuccio, e di politica non ne capisco granché, però l'inciucio che si cerca di proporre (questo regalo di Natale o d'inizio anno concesso al premier), mi sembra una cosa seria, direi obbrobriosa, almeno in un sistema democratico. Se riusciste a spiegarmi cos'è questa realpolitik del Keyser, ve ne sarei molto grato. Per quel che ho capito io, si tratta di calarsi le brache, posizionarsi a 90°, e farsi fare un bel lavoretto approfondito, come quello che si è venuto a realizzare durante il vostro governo nel lontano 1999: l'un per cento concesso alle reti Mediaset. Se non sbaglio anche quello fu un inciucio. Come lo spiegate?... L'informazione non è importante in questo paese? Non deve avere un leggina antistrust? La verità è che siete il migliore amico di Berlusconi e invece di lottare per un idea, per una legge, ecc., preferite i vostri diporti su barca a vela, la spensieratezza e il compromesso, senza sforzarvi le meningi, facendo una seria e dura opposizione (di sinistra, s'intende). Insomma, preferite la via più breve e più sicura, con alto spirito di auto-conservazione. Complimenti onorevole. Non rischiate niente. Per fortuna, non siete il solo uomo politico in questa nostra misera Italietta. La realtà, che sia politica o no, non è sempre quella che appare e che si vede, ma spesso la si crea, onorevole D'Alema. Lei no; lei si occupa della realtà come un dato di fatto e agisce di conseguenza. Comodo, no? La realtà la si crea; e questo lo ha capito molto bene il suo amichetto, per le palle, Silvio Berlusconi. Gli italiani non sono imbecilli? Bene, li faremo diventare tali. Il suo amico la realtà, purtroppo triste, l'ha creata. Ci ha fottuti e lei pensa all'inciucio? Cosa risolve? Niente, solo i problemi del premier che ci creerà ancora altri problemi e altri inciuci, se si prosegue su questa strada.

Un punto dell'economia: la riduzione delle pensioni

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Sandro Trento




Parliamo oggi di alcuni cambiamenti che avranno luogo per i pensionati: dal
1 gennaio 2010 entreranno in vigore i nuovi coefficienti di trasformazione
.
Dal 1995, con la riforma Dini, è stato introdotto in Italia per i lavoratori che, al 31 dicembre del 1995, avevano meno di 18 anni di contributi, un nuovo sistema di calcolo delle pensioni che viene definito sistema contributivo. Il sistema contributivo prevede che la pensione venga calcolata sulla base dell’insieme dei contributi che sono versati durante tutta la vita lavorativa da ciascun lavoratore.
Quindi, al momento di andare in pensione, ossia al termine della vita lavorativa, i contributi che sono stati versati da ciascun lavoratore vengono sommati: in questo modo si ottiene quella che si chiama la base contributiva complessiva, ovvero il montante individuale sul quale si calcola poi la pensione. Va tenuto conto di due elementi molto importanti: il primo è che i contributi annuali sono rivalutati ogni anno in base al tasso di variazione quinquennale del prodotto interno lordo. Questo procedimento dovrebbe, in teoria, servire per consentire di recuperare la diminuzione del potere d’acquisto legata all’inflazione, quindi ogni anno i contributi versati dal lavoratore vengono rivalutati sulla base di questo tasso di variazione del Pil. Il secondo elemento di cui dobbiamo tenere conto è che il montante, ossia questa somma di contributi annuali, viene a sua volta moltiplicato per i cosiddetti coefficienti di trasformazione. Questi coefficienti di trasformazione trasformano, in pratica, il montante, cioè questa somma complessiva, in una rendita: se ci pensiamo un attimo, la pensione che è una rendita che viene derivata da un capitale che viene accumulato negli anni dal lavoratore. Quello che succederà dal 1 gennaio dell’anno prossimo, del 2010, è che verranno introdotti dei nuovi coefficienti di trasformazione: si tratta di vere e proprie tabelle che fissano dei coefficienti moltiplicativi basati sull’età della persona al momento in cui va in pensione, che tengono conto dell’aspettativa di vita. Per fare un esempio, se al 1 gennaio 2010 si va in pensione con 59 anni di età e un certo numero di anni di contributi, si avrà un coefficiente di trasformazione che è più piccolo rispetto a quello di un altro lavoratore che andrà in pensione con gli stessi anni di contribuzione, ma magari con un’età pari a 61 anni, ovvero quanto più alta è l’età e tanto più alto è il coefficiente di trasformazione, quanto più bassa è l’età nella quale si va in pensione, tanto più piccolo è questo coefficiente di trasformazione.

Quale è l’idea? L’idea è che, se c’è un’aspettativa di vita che calcoliamo oggi, per esempio, pari a 81 anni e uno va in pensione a 59 anni, ci si aspetta che godrà dell’assegno di pensione per almeno 22 anni, cioè 81 anni di speranza di vita e 59, che sono gli anni nei quali lui inizia a andare in pensione. Chi va invece in pensione a 61 anni avrà soltanto venti anni di pensione, ossia due anni di meno, per cui i coefficienti di trasformazione tengono conto, in qualche modo, di questa diversa aspettativa di vita. Per mantenere in equilibrio il sistema pensionistico si applica un principio per cui, quanto maggiore sarà il numero di anni in cui si godrà della pensione, tanto più piccolo sarà questo coefficiente di trasformazione.
Periodicamente, cioè ogni tre anni, queste tabelle saranno riviste in modo meno favorevole per i nuovi pensionati: mano a mano che, con il passare degli anni, avremo un’aspettativa di vita che migliora, cioè vivremo più anni, queste tabelle nuove terranno conto di questa maggiore aspettativa di vita, di questo maggior numero di anni di pensione e saranno, in qualche modo, meno favorevoli per i pensionati.
Dobbiamo dire innanzitutto che questo cambiamento, che avviene dal 1 gennaio 2010, si applica soltanto ai nuovi pensionati, quindi coloro che sono già in pensione non sono toccati da questa riforma. Questo nuovo sistema si applica in particolare a coloro che andranno in pensione con il sistema contributivo, quello che ho appena illustrato, per cui coloro che avevano meno di 18 anni di contributi il 31 dicembre 1995. Sostanzialmente si applica soprattutto ai giovani, a quelli che hanno un minor numero di anni di contribuzione e a quelli che, in futuro, andranno via via con il sistema contributivo.

Quali sono le questioni che sorgono?

Alcune stime recenti, fatte nei giorni passati, dimostrano che con queste nuove tabelle di trasformazione chi andrà in pensione il 1 gennaio 2010, ripeto, con il sistema contributivo, quindi non i lavoratori più anziani, che hanno maturato quaranta anni di contributi e vanno in pensione con il sistema retributivo, ma soltanto i nuovi pensionati che avevano meno di diciotto anni al 31 dicembre 1995, questi nuovi pensionati avranno una pensione che, sulla base di questi nuovi coefficienti di trasformazione, sarà tra lo 0,8 e il 3,7% inferiore rispetto a coloro che, per esempio, andranno in pensione o saranno andati in pensione a novembre o a dicembre di quest’anno, del 2009, con lo stesso numero di anni di contribuzione. Questi nuovi coefficienti di trasformazione comportano una diminuzione della pensione netta, che verrà ricevuta da chi andrà in pensione l’anno prossimo.
Quale è la questione che sorge? La questione che sorge fa riferimento a due aspetti: un primo dubbio che molti hanno è come mai il sistema di rivalutazione dei contributi, che ho illustrato prima, è calcolato sulla base dell’andamento del prodotto interno lordo, cioè perché per tenere conto del rischio di una svalutazione dei soldi versati si tiene conto del tasso di crescita del Pil, e non si è invece scelto un indicatore o un indice di infrazione, come tipicamente si fa per tenere conto dell’andamento del potere d’acquisto. In particolare, l’Italia un tasso di crescita del Pil che è molto basso da vari anni: pensate che nel 2008 il Pil è diminuito dell’1%, nel 2009, nell’anno in corso, probabilmente il Pil italiano diminuirà del 5, 4%. Quindi i futuri pensionati, i giovani di oggi che andranno in pensione tra qualche anno avranno per questi anni, per il 2008, per il 2009 e forse anche per il 2010, una diminuzione del loro valore dei contributi relativi a questi anni perché, come ho spiegato, la rivalutazione di questi contributi viene fatta sulla base dell’andamento del Pil nei cinque anni presi in considerazione, per cui si può anche avere una situazione di svalutazione di questi contributi. Una domanda che sorge è: è giusto, è corretto, è lecito utilizzare i tassi di crescita del Pil come sistema per rivalutare i contributi versati dai lavoratori nel sistema contributivo? Prima domanda.
Seconda domanda: è sensato che questo sistema di rivalutazione venga calcolato non soltanto sugli anni a partire dai quali effettivamente viene introdotto il sistema contributivo, ma sull’intero montante e quindi venga retrospettivamente applicato anche sugli anni precedenti? Anche sotto questo profilo è equo un sistema di calcolo di questo tipo? Questo anche con riferimento ai coefficienti di trasformazione, i quali non è che si applichino soltanto ai tre anni relativi alla loro introduzione, ma vengono applicati su tutto quanto il montante.
Ci sono dei problemi sotto il profilo dell’equità, del trattamento equo per chi andrà in pensione a partire dal 1 gennaio dell’anno prossimo con un sistema contributivo. Lo ripeto ancora una volta: stiamo parlando soprattutto dei giovani.
Detto questo però, non ci dobbiamo nascondere alcuni problemi di natura strutturale che riguardano il sistema pensionistico: la spesa pensionistica in Italia è il doppio rispetto a quella degli altri Paesi dell’area dell’Ocse, cioè degli altri Paesi ricchi. In Italia il rapporto tra le pensioni e il prodotto interno lordo è pari al 14%, contro il 7% della media Ocse. Le pensioni complessivamente assorbono in Italia il 30% del bilancio pubblico, contro circa il 16% in media dei Paesi Ocse e, anche sotto il profilo dei contributi pagati dai lavoratori, dobbiamo tenere conto che è molto costoso, perché circa il 33% dei salari lordi finiscono a finanziare i contributi previdenziali, la media Ocse è il 21%, quindi è molto più bassa. Questa maggiore spesa per le pensioni ovviamente va scapito di altre spese che potrebbero essere fatte: spese sia sul fronte sociale - e pensiamo al sostegno delle famiglie più povere - sia spese come l’istruzione, la ricerca, l’innovazione tecnologica. Se si utilizza questa grande somma di soldi per le pensioni vuole dire che non si possono fare altri investimenti.
Altra considerazione: l’età teorica di pensionamento in Italia è, ormai, simile a quella degli altri Paesi, parliamo di 65 anni per gli uomini, che è l’età che è adottata in gran parte dei Paesi avanzati. Ma se andiamo a guardare l’età media effettiva di pensionamento, ossia l’età in cui effettivamente i lavoratori italiani vanno in pensione, scopriamo una grande anomalia: in Italia l’età effettiva media di pensionamento per gli uomini è di 58 anni, per le donne è di 57, quindi vuole dire che vanno molto prima in pensione rispetto alla data teorica, all’età teorica. Per avere un’idea di confronto, in Germania l’età media effettiva di pensionamento è di 63 anni, 63 contro 65, cioè solo tre anni prima; in Italia è di 58 anni contro 65, i maschi in media vanno in pensione sette anni prima del tempo. Questo è un problema e è un problema molto serio, molto grave e è una delle ragioni per le quali andrebbe affrontato con coraggio un provvedimento che cerchi di innalzare il prima possibile l’età anagrafica minima effettiva di pensionamento. Se il governo avesse la forza e il coraggio di innalzare quest’età minima effettiva, si potrebbe anche pensare di ricalcolare in parte questi coefficienti di trasformazione di cui abbiamo parlato e di rendere il sistema in qualche modo più equo. Pensiamo che nel 2011 l’età anagrafica minima per andare in
pensione in Italia sarà 60 anni, nel 2013 passerà a 61 anni e così via, quindi sarà un procedimento molto lento di adeguamento dell’età pensionabile. Quello che forse bisognerebbe avere è il coraggio di innalzare l’età di pensionamento e, in questo modo, di liberare risorse aggiuntive che potrebbero servire per rendere più equo complessivamente il sistema pensionistico, soprattutto a tutela delle giovani generazioni, che rischiano di andare in pensione con un tasso di copertura, quindi con una pensione che sarà pari al 30 /35% dello stipendio di quando erano lavoratori, un tasso di copertura che è molto inferiore rispetto al 75 /78% delle generazioni precedenti. C’è un problema di equità tra le generazioni, c’è una mancanza di coraggio da parte del governo a affrontare questa questione e a parlare in maniera chiara e trasparente agli italiani e ai giovani di come stanno le cose in questo momento.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Sandro Trento