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mercoledì 30 dicembre 2009

Azzurra libertà: due piccioni con una sola fava




Su Corriere.it si leggono alcune dichiarazioni alquanto lacunose e smemorate del ministro degli Esteri, Franco Frattini, riguardo alla commemorazione di quell'uomo politico, corrotto, latitante, riprovevole, che è Bottino Craxi.
«Non dobbiamo permettere che il decennale della scomparsa di Bettino Craxi ci butti in faccia una storia e una memoria manipolata [...] dobbiamo impedire che l'idea di Letizia Moratti, di onorare Craxi, nella sua Milano, dedicandogli una strada, ridia improvvisamente voce a tutta la canaglia che ha cercato di annichilire questa nostra Italia, puntando ad attribuire ad una sola parte politica la responsabilità e la colpa della cosiddetta "questione morale" [...] celebrare Bettino Craxi non significa soltanto compiere una doverosa opera di risarcimento morale: per la sua famiglia e la sua comunità politica. Significa restituire l'onore, insieme, ad un politico lungimirante ed al suo Paese [...] Lasciamo ai professionisti delle manette la povera prospettiva di seminare odio e inimicizie [...] La proposta del sindaco di Milano, e le celebrazioni che vedranno molti italiani riunirsi nel nome di Craxi, ad Hammamet, tra qualche settimana, debbano essere una importante occasione per cominciare a scrivere una memoria condivisa e comune: quella che ha visto in Craxi il campione del riformismo politico e di un socialismo che egli amava definire "tricolore" proprio perchè affondava le radici nella storia nazionale».
Egregio ministro Frattini, dobbiamo fare un monumento alla memoria tout court, dato che in Italia è proprio la memoria che è in gravissima perdita. La storia pare che ancora insegna o dovrebbe insegnare qualcosa. Sappiamo per es. che Craxi era un corrotto, per giunta dal suo beneamato presidente del Consiglio. Sono d'accordo che la corruzione non abbia una linea politica particolare, un colore preferenziale, ma non si può fare di un fuorilegge una persona da onorare e celebrare con dediche e ricordanze, solo per il fatto che non è stato il solo a aver preso le mazzette. Il suo discorso, onorevole, è tendenzialmente capzioso e falso. La "questione morale" e la responsabilità di avere una fedina penale pulita deve essere una priorità inderogabile e tantomeno non commissionabile per i signori parlamentari, deve rappresentare un esempio per il Paese. Ci risiamo ancora con la semina dell'odio e delle inimicizie, sproloqui tanto cari al reuccio d'Arcore. Chi sbaglia dovrebbe pagare, in uno Stato di diritto. Ma qui sembra che chi sbaglia, non paga; e se paga verrà comunque poi risarcito con tutti gli onori, dediche e ricordanze.

Egregio ministro Frattini, lei vuole prendere due piccioni, o meglio tanti piccioni, con una sola fava. Onorando un corruttore e latitante come Craxi, lei sta in realtà leggittimando e già commemorando il suo Presidente del Consiglio e il suo clan parlamentare; lo sta prosciogliendo (pur non avendone diritto) dal suo passato oscuro, sta in verità leggittimando il suo legame con mafiosi quale Mangano, il suo forte legame con il colluso Dell'Utri, e tante altre cose poco onorevoli per degli onorevoli. Altro che commemorazione! Ci vorrebbe la Damnatio Memoriae!

Odi et amo




Bossi adesso ringhia come un mastino feroce in difesa di Berlusconi, "l'uomo con le palle", ma non si può dire che sia stato un amore a prima vista.
Si potrebbe continuare all'infinito con queste citazioni. Bossi, oltre al Papi, non ha risparmiato nessuno, nemmeno AN, la bandiera italiana, il papa, gli extracomunitari, i meridionali, e chi più ne ha più ne metta. Come clima d'odio, ab-uso criminoso e mandanti morali niente male! È ovvio che per far tacere Bossi e la Lega, portandoli nella propria maggioranza, si doveva ungere amabilmente questo meccanismo facinoroso dell'odio che circondava il Cavaliere. Se tu dai una cosa a me, io poi dò una cosa a te. Una maggioranza che si regge tramite ricatti e un sistema efficiente di corruzione. Il pool di Mani Pulite era comunque in buona fede nelle sue inchieste, che però venivano ad allargarsi a macchia d'olio. Crollato il sistema politico che lo copriva e lo teneva in piedi, il sistema di corruzione non poteva sfasciarsi, tanto era possente; e così per potersi perpetuare, più forte ed efficiente di prima, doveva mantenersi compatto, tramite una maggioranza politica, sopratutto se incoerente (come è quella attuale), che lo sostenesse. Berlusconi è abbastanza realistico quando afferma (nonostante sia obbrobrioso) che la Costituzione va modificata. Infatti, essa non rispecchia più la situazione italiana e nemmeno la sua unitarietà geopolitica. C'è insomma uno sfasamento tra la realtà di fatto e le norme costituzionali e di garanzia che dovrebbero regolarla, ma che ormai sembrano quasi ridotte a un valore puramente nominale.

Il bottino di Bettino: come e quanto rubava

Video e articolo di Marco Travaglio sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Articolo di Marco Travaglio pubblicato su "il Fatto Quotidiano" di oggi a pagina 6. Ogni commento è superfluo, buona lettura.

"Al momento della morte, nel gennaio del 2000, Bettino Craxi era stato condannato in via definitiva a 10 anni per corruzione e finanziamento illecito (5 anni e 6 mesi per le tangenti Eni-Sai; 4 anni e 6 mesi per quelle della Metropolitana milanese). Altri processi furono estinti “per morte del reo”: quelli in cui aveva collezionato tre condanne in appello a 3 anni per la maxitangente Enimont (finanziamento illecito), a 5 anni e 5 mesi per le tangenti Enel (corruzione), a 5 anni e 9 mesi per il conto Protezione (bancarotta fraudolenta Banco Ambrosiano); una condanna in primo grado prescritta in appello per All Iberian; tre rinvii a giudizio per la mega-evasione fiscale sulle tangenti, per le mazzette della Milano-Serravalle e della cooperazione col Terzo Mondo.
Nella caccia al tesoro, anzi ai tesori di Craxi sparsi per il mondo tra Svizzera, Liechtenstein, Caraibi ed Estremo Oriente, il pool Mani Pulite ha accertato introiti per almeno 150 miliardi di lire, movimentati e gestiti da vari prestanome: Giallombardo, Tradati, Raggio, Vallado, Larini e il duo Gianfranco Troielli & Agostino Ruju (protagonisti di un tourbillon di conti e operazioni fra HongKong e Bahamas, tuttora avvolti nel mistero per le mancate risposte alle rogatorie).

Finanziamenti per il Psi?
No, Craxi rubava soprattutto per sé e i suoi cari. Principalmente su quattro conti personali: quello intestato alla società panamense Constellation Financière presso la banca Sbs di Lugano; il Northern Holding 7105 presso la Claridien Bank di Ginevra; quello intestato a un’altra panamense, la International Gold Coast, presso l’American Express di Ginevra; e quello aperto a Lugano a nome della fondazione Arano di Vaduz. “Craxisi legge nella sentenza All Iberian confermata in Cassazione - è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti… non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari… Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti”.
Su Constellation Financiere e Northern Holding - conti gestiti dal suo compagno di scuola Giorgio Tradati - riceve nel 1991-‘92 la maxitangente da 21 miliardi versata da Berlusconi dopo la legge Mammì. Sul Northern Holding incassa almeno 35 miliardi da aziende pubbliche, come Ansaldo e Italimpianti, e private, come Calcestruzzi e Techint.


Nel 1998 la Cassazione dispone il sequestro conservativo dei beni di Craxi per 54 miliardi. Ma nel frattempo sono spariti. Secondo i laudatores, Craxi fu condannato in base al teorema “non poteva non sapere”. Ma nessuna condanna definitiva cita mai quell’espressione. Anzi la Corte d’appello di Milano scrive nella sentenza All Iberian poi divenuta definitiva: “Non ha alcun fondamento la linea difensiva incentrata sul presunto addebito a Craxi di responsabilità di ‘posizione’ per fatti da altri commessi, risultando dalle dichiarazioni di Tradati che egli si informava sempre dettagliatamente dello stato dei conti esteri e dei movimenti sugli stessi compiuti”.

Tutto era cominciato “nei primi anni 80” quando – racconta Tradati a Di Pietro – “Bettino mi pregò di aprirgli un conto in Svizzera. Io lo feci, alla Sbs di Chiasso, intestandolo a una società panamense (Constellation Financière, ndr). Funzionava cosí: la prova della proprietà consisteva in una azione al portatore, che consegnai a Bettino. Io restavo il procuratore del conto”. Su cui cominciano ad arrivare “somme consistenti”: nel 1986 ammontano già a 15 miliardi.
Poi il deposito si sdoppia e nasce il conto International Gold Coast, affiancato dal conto di transito Northern Holding, messo a disposizione dal funzionario dell’American Express, Hugo Cimenti, per rendere meno identificabili i versamenti. Anche lí confluiscono ben presto 15 miliardi.
Come distinguere i versamenti per Cimenti da quelli per Tradati, cioè per Craxi?


“Per i nostri – risponde Tradati – si usava il riferimento ‘Grain’. Che vuol dire grano”. Poi esplode Tangentopoli. “Il 10 febbraio ‘93 Bettino mi chiese di far sparire il denaro da quei conti, per evitare che fossero scoperti dai giudici di Mani pulite. Ma io rifiutai e fu incaricato qualcun altro (Raggio, ndr): so che hanno comperato anche 15 chili di lingotti d’oro… I soldi non finirono al partito, a parte 2 miliardi per pagare gli stipendi”.
Raggio va in Svizzera, spazzola il bottino di Bettino e fugge in Messico con 40 miliardi e la contessa Vacca Agusta. I soldi finiscono su depositi cifrati alle Bahamas, alle Cayman e a Panama.
Che uso faceva Craxi dei fondi esteri? “Craxi – riepilogano i giudici – dispose prelievi sia a fini di investimento immobiliare (l’acquisto di un appartamento a New York), sia per versare alla stazione televisiva Roma Cine Tv (di cui era direttrice generale Anja Pieroni, legata a Craxi da rapporti sentimentali) un contributo mensile di 100 milioni di lire. Lo stesso Craxi, poi, dispose l’acquisto di una casa e di un albergo [l’Ivanohe] a Roma, intestati alla Pieroni”. Alla quale faceva pure pagare “la servitú, l’autista e la segretaria”.
Alla tv della Pieroni arrivarono poi 1 miliardo da Giallombardo e 3 da Raggio. Craxi lo diceva sempre, a Tradati: “Diversificare gli investimenti”.
Tradati eseguiva: “Due operazioni immobiliari a Milano, una a Madonna di Campiglio, una a La Thuile”. Bettino regalò una villa e un prestito di 500 milioni per il fratello Antonio (seguace del guru Sai Baba).


E il Psi, finito in bolletta per esaurimento dei canali di finanziamento occulto? “Raggio ha manifestato stupore per il fatto che, dopo la sua cessazione dalla carica di segretario del Psi, Craxi si sia astenuto dal consegnare al suo successore i fondi contenuti nei conti esteri”.
Anche Raggio vuota il sacco e confessa di avere speso 15 miliardi del tesoro craxiano per le spese della sua sontuosa latitanza in Messico.


E il resto?
Lo restituì a Bettino, oltre ad acquistargli un aereo privato Sitation da 1,5 milioni di dollari e a disporre –scrivono i giudici– “bonifici specificatamente ordinati da Craxi, tutti in favore di banche elvetiche, tranne che per i seguenti accrediti: 100.000 dollari al finanziere arabo Zuhair AlKatheeb” e 80 milioni di lire(«$ 40.000/s. Fr. 50.000 Bank of Kuwait Lnd») per “un’abitazione affittata dal figlio di Craxi (Bobo, ndr) in Costa Azzurra”, a Saint-Tropez, “per sottrarlo - spiega Raggio - al clima poco favorevole creatosi a Milano”.
Anche Bobo, a suo modo, esule.


Quando i difensori di Craxi ricorrono davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, nella speranza di ribaltare la condanna Mm, vengono respinti con perdite. “Non è possibile – scrivono i giudici di Strasburgo il 31 ottobre 2001 – pensare che i rappresentanti della Procura abbiano abusato dei loro poteri”. Anzi, l’iter dibattimentale “seguí i canoni del giusto processo” e le proteste dell’imputato sulla parzialità dei giudici “non si fondano su nessun elemento concreto… Va ricordato che il ricorrente è stato condannato per corruzione e non per le sue idee politiche”.

Video e articolo di Marco Travaglio sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Turisti della democrazia



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