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domenica 21 febbraio 2010

Carnevale Popolo Viola (20 febbraio 2010 )




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  • All you need is law (articolo di Marco Travaglio, su Il Cannocchiale, il blog de Il Fatto Quotidiano)

L'Euro a due velocità




Testo intervento.

"Oggi tenterò di fare un quadro su quella che è una delle più contestate teorie di natura monetaria circa l’avverarsi di un cosiddetto Euro 2, di una spaccatura valutaria all’interno dell’area monetaria in Europa che porti all’emersione di una seconda divisa che consentirà un tenore di doppia circolazione all’interno di determinati Paesi.
Chi ha letto il mio primo saggio economico nel 2006: “Duri e puri, aspettando il nuovo 1929”, si ricorderà che in copertina c'era una moneta da un Euro che si spezzava in due. Molti lettori mi hanno chiesto: "Ma perché non hai messo il dollaro al posto dell’Euro, non sarebbe stato più giustificato visto quello che è accaduto dopo?"
No perché l’idea originale era proprio quella che all’interno dell’area Euro si potesse creare un Euro 2, una cosiddetta baby moneta, secondaria che venisse utilizzata all’interno di alcuni Paesi, quali sono questi Paesi? I cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) a cui aggiungerei Malta e Cipro. Per quale motivo un Euro 2? Perché a distanza di 10 anni dalla nascita dell’Euro, ci si rende conto di come l’Unione Europea sia nata attraverso pressioni e forzature insensate e quasi scellerate perché alcuni Paesi, tra i quali anche il nostro, debbono scontrarsi con deficienze strutturali che sarà difficile nel lungo termine riuscire a livellare.
I famosi parametri di Maastricht, che ormai sono parametri scritti nei libri di storia, perché negli ultimi due anni solo saltati per quasi tutti, dalla Germania alla Grecia, a cosa serve un’Europa in cui i processi di armonizzazione economica avrebbero dovuto pretendere un allineamento in termini di debito pubblico rapportato al Pil e poi di ricorso al deficit di bilancio per tenere in piedi i Paesi, quando ci troviamo con un grande punto di domanda per la Grecia: "La Grecia si autosalverà attraverso una ridefinizione della fiscalità diffusa, oppure verrà salvata dalla Germania in concertazione con altri Paesi?". Questa è la vera preoccupazione dei mercati finanziari, vi è di più, se la Grecia venisse salvata, a quel punto si creerebbe un precedente, si dovranno salvare più avanti la Spagna e forse anche l’Irlanda e non dimentichiamoci dell’Italia, solamente che la Grecia pesa in maniera ridicola dal punto di vista economico, l’Italia, la Spagna sono un grande punto di domanda perchè non ci sarebbero le risorse per intervenire e mettere un tappo alla falla. Ecco perché i mercati finanziari hanno un particolare nervosismo sia sulla negoziazione dei titoli di Stato, che sullo stesso andamento del rapporto Euro - Dollaro, ormai il vero driver trainante i motori finanziari e che è stata la giustificazione della cosiddetta ripresina che abbiamo conosciuto fino a un mese fa, dovuta proprio al rapporto di cambio tra Euro e Dollaro. Dopo quello che è accaduto (alla Grecia, ndr), il cambio Euro - Dollaro si è contratto pesantemente, è passato a 1,50 e si sta proiettando a 1,30, forse anche a 1,25. I mercati finanziari vivono con maggior ansietà il futuro dell’Europa rispetto agli Stati Uniti d’America a causa della disomogeneità strutturale in termini di deficit, di crescita e di credibilità dei Paesi europei.
L'Euro è un marco travestito, una moneta che hanno preteso e voluto i tedeschi perché la Germania era un Paese con potenzialità in termini di export rivolte soprattutto ai Paesi europei, quindi aveva la necessità di una valuta forte e di un rapporto di cambio fisso che consentissero stabilità negli scambi commerciali.
Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia hanno potenzialità diverse da quelle della Germania, pensiamo all’Italia che esporta molto di più rispetto alla Germania, al di fuori dei confini europei e avrebbe la necessità di una valuta competitiva, un po’ quello che sta facendo la Cina nei confronti delle altre divise, tenendo lo Yuan svalutato per rendere appetibili le esportazioni cinesi.
In questi termini dovremmo ripensare alla politica monetaria per alcuni Paesi europei, ed è per questo motivo che comincia a emergere l’ipotesi del cosiddetto Euro 2, una spaccatura all’interno dell’Euro che faccia nascere una seconda divisa.. Ricordiamoci però che proprio per questa ragione uno dei primi Paesi che si dovrebbe opporre sarebbe la Germania che si ritroverebbe a avere partner con potenzialità e appeal valutari che la metterebbero in difficoltà. L’emergere dell’Euro ha creato molti più benefici a alcuni Paesi e messo a dura prova la tenuta dei conti di altri, ecco perché in questo momento i mercati sono dubbiosi sul futuro dell’Europa e dell’Euro. La Grecia con 0,3 trilioni di euro fa ridere, può essere salvata attraverso un intervento in concertazione di più Stati, ma un Paese come la Spagna? L’Italia? Chi li salverà?"

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Cipriani in carcere e Tronchetti a Portofino Intervista a Peter Gomez




Testo intervista

"Mi chiamo Peter Gomez, sono un giornalista de Il Fatto Quotidiano, mi sono occupato in questi anni di tutti i più grandi scandali finanziari di corruzione di mafia di questo paese e in particolare a partire dal 2004 con alcuni colleghi de L’Espresso mi sono appassionato e ho seguito lo scandalo degli spioni Telecom, uno scandalo che oggi, come speso accade in Italia, sta finendo in niente.
Cosa è accaduto lo sapete, migliaia e migliaia di persone sono state spiace, schedate, analizzate, le loro vite sono state rovistate, i loro conti correnti sono stati osservati, le banche dati riservate del Ministero dell’Interno sono state consultate per formare delle schede su di loro, schede che finivano in mano alla sicurezza Telecom, allora capitanata da Giuliano Tavaroli.
Oggi a sei anni di distanza possiamo dire che tutto questo è stato uno scherzo o quasi, tutti i principali imputati della vicenda, dipendenti Telecom stanno uscendo dal processo con un patteggiamento e con dei risarcimenti minimi, i vertici dell’azienda erano testimoni e sono rimasti testimoni, secondo i giudici Tronchetti Provera non sapeva nulla di quello che era accaduto nella sua azienda, è possibile? Non è possibile? I magistrati dicono che non ci sono prove, io registro solamente quello che è accaduto in questo periodo.
E’ accaduto che Telecom si è trovata accusata esclusivamente della violazione della legge 231, di un omesso controllo, del fatto di non essersi data degli apparati organizzativi che impedissero le corruzioni e questo tipo di spionaggio, la partita è stata chiusa con un patteggiamento a 7 milioni di Euro. Sotto processo di fatto rimangono due persone, due personaggi importanti uno è l’investigatore privato fiorentino Emanuele Cipriani che era il proprietario del cosiddetto archivio Z, l’archivio in cui venivano accatastate tutte queste pratiche, pratiche che non riguardavano solo, come all’epoca della FIAT la schedatura di migliaia e migliaia di dipendenti o di aspiranti dipendenti della Telecom, che venivano analizzati prima di essere assunti in spregio a ogni regola, ma riguardava molto spesso anche personaggi di primo piano della politica e della finanza italiana.
Altro grande imputato, ma salvato o forse presto salvato dal segreto di Stato controfirmato dal Premier Silvio Berlusconi è l’ex capo del controspionaggio Marco Mancini. Quest’ultimo era accusato e è tutt’ora accusato di avere brigato insieme agli spioni Telecom, di avere venduto delle informazioni del servizio alla Telecom, Berlusconi ha detto che è vero, tutti i suoi rapporti con Telecom, con l’azienda sono coperti dal segreto di Stato e quindi oggi dobbiamo anche chiederci cos’era Telecom a quell’epoca? Era una struttura parallela dei servizi segreti? Era un grande orecchio che osservava tutti gli italiani? Non lo sappiamo, aspettiamo cosa decideranno i giudici.
Una cosa però l’abbiamo capita, abbiamo capito che tra i dossier che venivano accumulati c’erano anche una serie di dossier politici, ci sono dossier per esempio che riguardano il sottosegretario Aldo Brancher, ci sono dossier che riguardano il Segretario dell’UDC Lorenzo Cesa e c’è poi il dossier dei dossier , quello che nessuno di noi potrà mai conoscere perché una legge bipartisan approvata nel 2006 ne ha ordinato la distruzione, il dossier Oak , sui presunti fondi esteri dei DS, creati, secondo questo dossier, al momento della scalata a Telecom da parte della cordata dei capitani coraggiosi di Roberto Colaninno.
Secondo il dossier Telecom, da quello che si è letto, secondo il dossier Oak, questi fondi in parte arriverebbero ai DS, non sappiamo niente per legge, Giuliano Tavaroli nel 2008 ha descritto in parte questo dossier in una lunga intervista o in una serie di colloqui fatti con Repubblica, con Giuseppe D’Avanzo. Ha fatto dei nomi, ha fatto esplicitamente il nome di Piero Fassino, quest’ultimo ha annunciato a quell’epoca una querela che non risulta essere mai stata notificata a Tavaroli, perché questo è uno dei grandi interrogativi, servivano questi dossier per ricattare la politica o servivano semplicemente per raccogliere informazioni da utilizzare magari non necessariamente a fini ricattatori? Non l’abbiamo capito, questi dossier arrivavano sul tavolo di Tronchetti, non l’abbiamo capito, ho intervistato Emanuele Cipriani, l’investigatore che li raccoglieva, il quale mi ha dichiarato, come del resto aveva fatto ai magistrati che lui abitualmente incontrava Tavaroli, che ogni settimana faceva il punto della situazione e che quando i dossier erano particolarmente delicati come nel caso dei dossier politici, Tavaroli alzava il telefono e chiamava o la Segreteria di Tronchetti o direttamente Tronchetti sul cellulare e poi gli diceva “Dottore è arrivato il fiorentino, abbiamo l’esito di quell’indagine, la vengo a trovare” e partiva verso via Negri, sede della Pirelli con il dossier sotto il braccio.
Questi dossier sono mai arrivati sul tavolo di Tronchetti? Tronchetti nega, i magistrati gli credono e Tavaroli davanti ai magistrati nega anche lui, poi con un’intervista a Repubblica dice esattamente il contrario e preannuncia che forse in Tribunale parlerà, non l’ha fatto, ha patteggiato come tutti gli altri, il risultato qual è? Pensiamo al risultato delle migliaia di cittadini, il cui nome trovate sul sito di Beppe Grillo, degli schedati Telecom, non si sono riusciti a costituire parte civile contro l’azienda, hanno potuto solo costituirsi parte civile contro i singoli imputati, i singoli imputati adesso escono grazie al patteggiamento e i danneggiati per vedere dei soldi veri, di fatto a loro sono state offerte poche migliaia di euro, dovranno rivalersi in sede civile, mi sembra molto incivile tutto questo!
Tra le cose che mi ha raccontato Emanuele Cipriani nella lunga intervista che gli ho fatto, ce ne è una particolarmente nuova, Emanuele Cipriani racconta che venivano spiati e controllati anche quelli che venivano definiti “disturbatori di assemblea” gli ho chiesto “Dott. Cipriani ha quindi spiato anche Beppe Grillo?” lui mi dice di no e anche perché racconta di avere lavorato per Telecom in questo senso fino al 2003 – 2004, mi spiega però che era essenziale sapere cosa avrebbero chiesto gli azionisti per evitare di mettere in imbarazzo la presidenza e Tronchetti, per questo lui sostiene che queste operazioni di controllo e di spionaggio su chi poneva domande in assemblea, è la dimostrazione che Tronchetti fosse perfettamente al corrente del suo lavoro perché grazie alle informazioni da lui raccolte, dice Cipriani a Tronchetti riuscì, almeno in un caso a fare un’ottima figura.
E’ anche vero, dobbiamo ricordarlo che Cipriani è un uomo molto arrabbiato perché la Magistratura gli ha sequestrato ben 14 milioni di euro all’estero, accusandolo sostanzialmente di appropriazione indebita, di avere rubato i soldi a Telecom, Cipriani cosa ribatte? Ma come, era tutto fatturato, su tutte le mie pratiche del mio schedario Z, compariva un codice alfanumerico che rimandava a una fattura, non mi potete venire a dire che ho rubato dei soldi all’azienda, per questo probabilmente adesso sta parlando e sta lanciando un po’ di verità e molti segnali.
Qualcuno nonostante che lo scandalo Telecom sia uno scandalo che giudiziariamente possiamo considerare morto, continua a tremare, anche perché dobbiamo ricordare, che la famosa legge che ha distrutto e ordinato la distruzione di quei dossier, è una legge suicida, quei dossier erano tutti in formato informatico, ovviamente continuano a circolare e continuare a produrre veleni, contro i ricatti c’è un solo sistema per smontarli, bisogna giocare a carte scoperte, cercare di spiegare come sono andate le cose, sempre che lo si possa fare!".

Un punto dell'economia: la corruzione

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Sandro Trento


Autore Sandro TrentoSandro Trento

Abbiamo scoperto che dopo 18 anni siamo di nuovo dentro una grande Tangentopoli. Abbiamo scoperto fenomeni di corruzione diffusa in molti settori, un fondo gelatinoso di personaggi avidi e senza scrupoli pronti alla corruzione, e abbiamo scoperto un grande giro di appalti inquinati da tangenti. Siamo di nuovo in un Paese in mano ai corruttori e ai corrotti.

Transparency International, un istituzione internazionale che fa periodicamente delle classifiche dei Paesi in base alla percezione che hanno gli investitori sulla corruzione, colloca tra i Paesi meno corrotti la Danimarca, la Svezia, la Germania e la Francia. L'Italia è al 63° posto, dietro la Turchia, Taiwan e l'Uruguay .

La corruzione è un fatto molto grave per ragioni etiche, ovviamente, e per ragioni politiche, perché molti politici si arricchiscono tramite la corruzione, finanziano la propria campagna con i proventi delle bustarelle e ostacolano il ricambio generazionale della classe dirigente. E' difficile diventare dirigenti politici se sono presenti personaggi che hanno a disposizione molte risorse di provenienza criminale. Oltre alle ragioni etiche e politiche ci sono le ragioni economiche per le quali la corruzione è un fenomeno molto grave.

La corruzione falsifica le regole del mercato, non è più il più efficiente e colui che ha più merito a vincere gli appalti e le commesse pubbliche, ma quelle imprese e quelle società che pagano le tangenti e corrompono i politici. Questo si applica a tanti settori, come i posti di lavoro nei concorsi pubblici, l'assegnazione delle case popolari, le licenze commerciali e altro ancora. Chi corrompe rischia di passare davanti a chi ha diritto e merito, creando una rottura delle regole di mercato e della meritocrazia.

C'è un problema relativo allo spreco delle risorse pubbliche. Il costo della tangente viene spesso trasferito sui conti pubblici: gli appalti costeranno di più per incorporare anche i costi della tangente. La qualità degli edifici, delle strade e degli aeroporti che vengono costruiti a seguito di tangenti è spesso più scadente rispetto a infrastrutture che non sono state macchiate dalla corruzione. C'è un rischio che le imprese migliori, escluse sistematicamente dalle commesse pubbliche, rischiano di fallire.

La percezione di una corruzione diffusa scoraggia gli investitori stranieri. Le imprese straniere, che devono decidere in quale Paese investire per aprire nuovi impianti per dare nuovi posti di lavoro, si terranno alla larga da un Paese come l'Italia che viene generalmente come un Paese corrotto, dove gli amministratori locali e nazionali chiedono delle tangenti per dare le licenze per aprire gli stabilimenti.

La questione morale è una questione centrale in questo momento, per ragioni politiche e di sviluppo economico. E' importante porre come discrimine, nella campagna elettorale di queste settimane, il discrimine dell'onestà. E' indispensabile che si faccia una lotta senza timore a quei partiti e a quelle organizzazioni che candidano personaggi corrotti.

Va ricordato che molte delle politiche messe in atto dal governo Berlusconi non fanno altro che incoraggiare comportamenti non onesti, come lo scudo fiscale che ha consentito ,con il pagamento di una piccola somma, di riportare in Italia soldi, anche portati all'estero illecitamente. In questa maniera il messaggio che viene mandato ai corrotti e corruttori è che non bisogna preoccuparsi, perché ogni tanto ci sarà il provvedimento di un governo che perdonerà tutto.

Quello che noi riteniamo è che parlare oggi di lotta alla corruzione non è soltanto una questione da “moralisti”, ma è una questione rilevante per ragioni di sviluppo economico e di correttezza politica.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Sandro Trento