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domenica 13 dicembre 2009

Chi semina vento raccoglie tempesta

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...



L'aggressione nei confronti di Berlusconi e' un gesto inconsulto e sconsiderato che noi dell'Italia dei Valori deploriamo e condanniamo fermamente. Ma questo non può e non deve giustificare e legittimare il totale abbandono nel quale il Governo ha lasciato le fasce sociali più deboli, i lavoratori che hanno perso il lavoro e tutti coloro che non arrivano alla fine del mese.

Già nei giorni scorsi ho segnalato l'esasperazione che ho avuto modo di notare nelle piazze, durante le manifestazioni. E ho lanciato l'allarme che il menefreghismo del Governo, prima o poi, avrebbe rischiato di procurare reazioni negative.

Condanniamo fermamente l'accaduto e ripeto che non è prendendosela con me che si affronta il problema.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Se si andasse al voto, Berlusconi vincerebbe anche senza Fini? (ipotesi futuribile)


Eh sì, le rivoluzioni non portano da nessuna parte, caro Di Pietro; non apportano nessun cambiamento auspicato e/o ideologizzato dalle medesime. In genere sono contropoducenti e i valori che propagandavano e si premunivano di apportare nella società vengono vanificati dall'evento incontrollato e difficile se non impossibile da gestire. Sia i cambiamenti in meglio che quelli in peggio sono piuttosto lenti. Bisogna tenere la guardia alta, essere combattivi e sempre pronti a reagire, ma senza sbracare. È una società complessa, la nostra, oltre che superaffollata di persone e di ideologie, non ci si può permettere il lusso delle rivoluzioni.

Facciamo un pronostico, un ipotesi più che altro futuribile...

Non dimentichiamoci che l'informazione e dunque la propaganda di regime, specialmente quella televisiva, è ormai quasi tutta finita nelle mani del Cavaliere, checché lui ne sparli diversa-mente per le lande forestiere. Se si va alle elezioni anticipate, probabilmente il PdL otterrà una maggioranza relativa (ovvero senza Fini e Bossi) superiore a quella attuale. La differenza la faranno dunque i mass-media che favoriranno di certo il premier. Se PdL e Lega riuscissero ad ottenere la maggioranza, il gioco è fatto. Berlusconi non lo fermerà più nessuno, né le toghe rotte, né la costituzione, che potrà lasciare anche inalterata dato che la sua parola populista la sostituirà a tutti gli effetti. Sarà veramente la Notte della Repubblica, non come quella oscurità quasi pre-aurorale di Sergio Zavoli.

In questo scontro, illusoriamente politico, ci sono in gioco altre forze titaniche (per niente trascurabili o di poco peso) come quelle dell'industria (o se vogliamo, di un certo tipo di industria) che oltrepassa anche i confini nazionali e le banche che con la corruzione e la non-trasparenza ci campano e prosperano a dismisura, e che faranno di tutto (con mezzi leciti e illeciti) per sostenere la politica del premier. Berlusconi ha trasformato lo Stato italiano in una sua azienda privata. Del resto, non ha tutti i torti, se dice espressamente che è stato votato dal popolo (anche se plagiato dalla sua informazione di regime) e dunque deve comandare e dirigere lui l'intera azienda-nazione. Adesso, possiamo ancora dire, insieme a Fini, che il potere concessogli lo debba esercitare nelle forme e nei limiti imposti della Costituzione di cui si fa garante la Corte Costituzionale. Ma, se Berlusconi vincesse di nuovo, senza Fini, soltanto alleandosi con la Lega, il discorso dell'esercizio del potere nelle forme e limiti dalla costituzione non avrà più nessuna validità effettiva, così come la Corte Costituzionale. Se la dittatura de facto viene resa impossibile, in un modo o nell'altro, per una serie di possibili ragioni che non stiamo qui a elencare, quello che si potrebbe allora realizzare è proprio la spaccatura dell'Italia voluta dalla Lega e di conseguenza sostenuta fermamente anche dal reuccio d'Arcore. Si verrà a realizzare proprio la Padania come un'entità nazionale separata dal resto d'Italia. O, altrimenti, si verrà ad un compromesso doloroso e dunque Berlusconi uscirà dalla scena politica con tutti gli onori e il potere (che potrà comunque esercitare ugualmente, e forse ancor meglio e più efficacemente di prima, dietro le quinte). Si dovranno allora, causa neccessitato compromesso, cassare tutte le sentenze che pendono sul suo capo. In questo modo avremo intatta e prospera l'eredità del berlusconismo, e del resto il suo capo, che agiva apertamente, adesso può ritornare a tessere le trame libertarie nell'ombra.

Secondo me, è errato considerare Berlusconi soltanto dal punto di vista meramente politico. Berlusconi, lo ripeto, è un entità soprattutto economica con moltissimi agganci, rapporti di scambio, o se vogliamo favoritismi, extra-nazionali. I suoi agganci hanno valenza globale. Tranne la vecchiaia con il suo inevitabile deterioramento fisico e psichico, così come avviene per tutti, difficilmente Berlusconi potrà essere deteriorato diversamente, senza intaccare interessi che vanno ben oltre la sfera degli intressi nazionali italiani.