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sabato 2 gennaio 2010

Il pistola Brunetta



Onorevole, un consiglio da nemico, non spari sulla Costituzione

Parole di Brunetta estrapolate dall'articolo apparso su libero-news.it
« ... la riforma non dovrà riguardare solo la seconda parte della Costituzione, ma anche la prima. A partire dall’articolo 1: stabilire che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” non significa assolutamente nulla [...] ... la parte valoriale della Costituzione ignora temi e concetti fondamentali come quelli del mercato, della concorrenza, del merito. È figlia del clima del dopoguerra. Adesso siamo in un’altra Italia. Capisco che alcuni costituzionalisti sostengano che non si riesce a cambiare la seconda parte della Costituzione proprio perché non abbiamo aggiornato la prima. Fermi restando i principi fondamentali, nei quali tutti ci riconosciamo, bisogna avere allora il coraggio di parlare anche della prima parte della Costituzione. E ritengo che debbano essere rivisti pure gli articoli della Carta sui sindacati, i partiti, l’Europa... perché gli articoli 39 e 49 della Costituzione, che riguardano i sindacati e i partiti, non sono mai stati seguiti da leggi. E quindi bisogna intervenire sia sulla Costituzione sia sulle leggi [...] La nostra Costituzione prescrive essa stessa come deve essere riformata. Se le modifiche vengono approvate a maggioranza dei due terzi, non si va a referendum confermativo. Se questa maggioranza non viene raggiunta, e se viene richiesto, si fa il referendum [...] Riportare, per via costituzionale, l’equilibrio tra potere politico e ordine giudiziario. Oggi il potere politico è in balia della cattiva giustizia. Bisogna reintervenire sulla immunità parlamentare [...] »
Tutto muta e le solite questioni restano. Sono d'accordo sul fatto che la Costituzione vada opportunamente modificata per adattarla alle nuove esigenze attuali della Nazione, ma non alle esigenze del premier, a suo uso ed abuso personale. Dalle mie parti un provebio dice: "ogni predica finisce in elemosina". Ha ragione Di Pietro di essere monotematico, poiché le richieste della maggioranza sono sempre quelle: monotematiche.

Onorevole Brunetta, sono d'accordo con lei che bisogna "riportare, per via costituzionale, l’equilibrio tra potere politico e ordine giudiziario", ma non certo a favore del suo padron di casa. Evidentemente l'Italia non è ancora preparata a questo nuovo sistema elettorale e i suoi poteri (specialmente per quanto concerne il politico e il giudiziario) si sono venuti a trovare in un equilibrio precario a favore di quello politico e nella fattispecie ad uso ed abuso del suo reuccio d'Arcore. Si vede che Lei non fa altro che ribadire la voce del padrone, ovvero che "il potere politico è in balia della cattiva giustizia", è nelle mani delle toghe rosse che perseguitano ingiustamente e condizionano la vita politica del Paese. Ora che il capoazienda d'Italia ha ottenuto le sue auspicate leggi ad personam e tiene in mano l'informazione del Paese, pensa, giustamente, di riequilibrare i poteri dello Stato, svuotando la magistratura del suo valore legale. In questo caso, amorevole Brunetta, Lei si sta comportando come un buffone di corte (e forse lo è sempre stato) che cerca di deliziare con i suoi numeri il suo signore. Sono anche d'accordo che "bisogna reintervenire sulla immunità parlamentare", ma per toglierla definitivamente, a tutti i parlamentari, compresi i ministri e le prime cariche dello Stato, poiché a quanto pare l'immunità in Parlamento vige di fatto!

Links utili

Ministro di Papi Opportunità




Mara Carfagna, dopo l'evento della bela madunina, ha dichiarato alla Stampa.it che vorrebbe «... approfondire il tema delle disabilità in generale, anche psichica, per migliorare la vita dei malati e delle loro famiglie. Abbiamo da poco organizzato un congresso sull’ansia e la depressione e non posso non pensare alle tante donne che accudiscono persone che hanno un disagio mentale, pensiamo a quello che è accaduto a Berlusconi e al Papa... [Riguardo alla legge Basaglia la Carfagna dice che] ... in questi casi la politica non può agire da sola, deve avvalersi di esperti. È un tema che riguarda il ministro della Salute e la società tutta. Diciamo che sono favorevole a riaprire il dibattito, ma per arrivare dove non sono in grado di dirlo io».

Questa velina prosperosa trasformata e camufatta a modo (certamente dietro consiglio del Papi) in ministro delle im-Pari Opportunità, sembra dia i suoi stabilianti numeri da showgirl. Da quanto si può arguire, se un folle (o due o tanti) aggredisce un signor Rossi qualunque, non rientra nei doveri del governo fare una legge ad hoc per il problema specifico. Mentre se un tartaglia qualunque prende a statuine in faccia il Papi della sua Libertà, oppure un'irrefrenabile cittadina svizzera butta a terra il Papa, in un eccesso di eccitazione o accesso di follia, il governo vorrebbe quasi mobilitarsi per creare leggi o proporre modifiche di leggi già esistenti. Per i massacrati di Bolzaneto nessuna legge è stata attuata o modificata ad hoc; per i lavoratori manganellati idem; e per quelli sui tetti, idem con patate... Il premier e il governo, precedentemente, tramite la legge sui processi brevi, non faceva altro che mettere in libertà un'infinità di delinquenti, al solo scopo di salvaguardare una sola persona: sempre Lui. Per un singolo individuo, che sta distruggendo l'intero Paese, si deve scomodare l'intero sistema, addirittura modificare la Costituzione. Sarebbe ora di smetterla con questa squallida buffonata delle leggi ad personam! Questo modo di procedere e di delirare è alquanto autoreferenziale e sancisce ancora una volta per tutte questo patto scellerato tra il premier e i suoi cagnolini e cagnette ministeriali e parla(ele)mentari, determinando una distanza abissale tra chi è al governo e i cittadini.

Il premier tempo addietro aveva ricevuto come souvenir un cavalletto in testa, se non vado errando, e non sembra che l'attentatore fosse considerato incapace di intendere e di volere, ovvero, malato di mente. Da un evento unico non si può estrapolare una generalizzazione così spropositata e dire che tutti i malati di mente hanno il desiderio e la profonda e acutissima sensibilità di devolvere in beneficenza un souvenir al premier, magari per ringraziarlo della sua esistenza. Pensiamo anche agli spropositi verbali portatti a termine dall'onorevole Cicchitto contro i presunti mandanti morali e immorali, tutti circoscritti nell'ambito dell'opposizione. Si è cercato la pagliuzza nell'occhio dell'avversario, ignorando la trave nel proprio.

Orbene, se si consultano le statistiche, si capisce che i delitti e le violazioni commessi dai cosiddetti malati di mente, in una data popolazione, rientrano nella media percentuale generale. Vale a dire che su una popolazione di tot abitanti, di cui il 10% sono considerati malati di mente e il 90% sani, la possibilità che un malato di mente commetta un delitto è pari al 10% rispetto alla popolazione totale, ovvero non c'è nessuna differenza nella percentuale riguardo alla possibilità che una persona malata possa commettere un delitto rispetto a una sana.

È ovvio che se prendiamo dei malati mentali che hanno o ottengono un grande potere e consenso, come Hitler, Mussolini, Stalin e qualcun altro (senza fare nomi), il discorso cambia. La loro è una pazzia contagiosa che, prima o poi, dovrà per forza di cose, produrre atrocità e distruzioni. Contro la forza non vale ragione.

Mani pulite e manigoldo


Queste parole di colore oscuro vid' ïo scritte al sommo d'una porta...

« L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh!... ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati. »(Paolo Borsellino)
Curriculum (breve riassunto tratto dalla pagina Procedimenti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi di Wikipedia )

- P2. Precedentemente prosciolto dall'accusa di falsa testimonianza perché "il fatto non costituisce reato", fu condannato ugualmente per lo stesso reato dalla corte d'appello di Venezia, nel 1990, dopo che il procuratore Stefano Dragone ne impugnò il proscioglimento, ma comunque  «il reato attribuito all’imputato viene dichiarato estinto per intervenuta amnistia». [Berlusconi risulta essersi iscritto alla loggia massonica P2
il 26 gennaio 1978 nella sede di via Condotti a Roma, con la tessera n. 1816...]

- Tangenti alla Guardia di Finanza. Accusa di corruzione.  In primo grado condannato a 2 anni e 9 mesi senza attenuanti generiche. In appello vi è la prescrizione per 3 tangenti grazie ad attenuanti generiche e infine l'assoluzione per la quarta (Telepiù) con formula dubitativa (comma 2 art. 530 codice di procedura penale).

- All Iberian 1. Finanziamento illecito al PSI (tangenti a Craxi). Condannato in primo grado a due anni e 4 mesi di reclusione. In appello, a causa della sua lunga durata, il processo va in prescrizione. Si parla della somma di diversi miliardi dati a Craxi. La Cassazione conferma la prescrizione.

- All Iberian 2. Falso in bilancio. Rinviato a giudizio. Il processo, come si legge in Wikipedia, si conclude con l’assoluzione perché il fatto non costituisce più reato (in seguito alla riforma del diritto societario del Governo Berlusconi, facenti parte delle cosiddette leggi ad personam) emessa dal Tribunale di Milano il 26 settembre 2005.

- Processo Lentini. Falso in bilancio. Il processo si conclude 4 luglio 2002 con il proscioglimento definitvo di Berlusconi per intervenuta prescrizione del reato (per il subentrare ad hoc di un'altra legge ad personam).

- Medusa Cinematografia: In primo grado è stato condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. per 10 miliardi non dichiarati nell'acquisto della casa produttrice. In appello giunge la prescrizionel reato grazie alle attenuanti generiche.Ssentenza confermata dalla Cassazione.

- Terreni di Macherio. Falso in bilancio. In primo grado viene assolto per i reati di appropriazione indebita e frode fiscale; per le due imputazioni di falso in bilancio scatta invece  la prescrizione. In appello viene confermata l'assouzione-prescrizione.

- Lodo Mondadori. Concorso in corruzione in atti giudiziari (insieme a Cesare Previti & co). Con la nomina di Berlusconi a Presidente del Consiglio seguiranno interminabili contrasti tra il Tribunale di Milano, la Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale e la Presidenza del Consiglio, con intervento della Corte Costituzionale in sede di soluzione di confitti di attribuzione tra poteri dello Stato.  Processo archiviato con formula dubitativa (comma 2 art.530) dal GUP. Un appello seguirà la prescrizione del reato. Comunque, la sentenza acarattere esecutivo del Tribunale di Milano, depositata il 3 ottobre 2009, stabilisce che la Fininvest di Silvio Berlusconi deve risarcire circa 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti per il danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del lodo Mondadori. Risale a questo periodo la baggianata del pedinamento del giudice Mesiano.

- SME-Ariosto. Corruzione in atti giudizziari. Il Tribunale di Milano ha ritenuto provati i fatti di corruzione, lo ha prosciolto per prescrizione sui soldi pagati a Squillante  e assolto per insussistenza del reato di corruzione ai fini della mancata vendita della SME. Previti invece viene condannato.Silvio Berlusconi viene così prosciolto per l'accusa di falso in bilancio nel processo SME, in quanto il fatto commesso, a seguito della riforma promossa dal governo Berlusconi II (legge ad personam), non costituisce più reato.

Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest.  La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal GUP.

Tangenti fiscali sulle pay-tv. Reato di corruzione. Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal GUP.

Stragi del 1992-1993.
  • del 14 maggio 1993 a Maurizio Costanzo (via Fauro, Roma)
  • attentato agli Uffizi del 27 maggio 1993 (via de' Georgofili, Firenze)
  • attentato al Padiglione di Arte Contemporanea del 27 luglio 1993 (Via Palestro, Milano)
  • di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano (Roma, 28 luglio 1993)
  • allo stadio Olimpico (dicembre 1993 – gennaio 1994)
  • a Formello-Roma (attenato a Salvatore Contorno, 14 aprile 1994)
La procura di Firenze iscrisse nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri , considerati mandanti delle suddette stragi. Il Pm di Firenze chiese l'archiviazione del procedimento al termine delle indagini preliminari, accolta dal giudice per le indagini preliminari competente, in quanto non si era potuta trovare la conferma delle chiamate "de relato" e delle intuizioni logiche, sebbene si evidenziasse nel decreto di archiviazione che vi era «un’obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione» (ovvero Forza Italia) e che durante le indagini «l'ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità»

A Caltanissetta Berlusconi e Dell'Utri furono iscritti nel registro degli indagati come mandanti delle stragi di Via D'Amelio (Paolo Borsellino) e Capaci (Giovanni Falcone).

Il 3 maggio 2002 il fascicolo viene archiviato, su richiesta dello stesso PM, perché il quadro indiziario risulta friabile. Il Gip tuttavia, nel decreto di archiviazione, lascia alla valutazione dei pubblici ministeri di effettuare ulteriori indagini su «piste investigative diverse da quelle sinora perseguite» ritenendo che «tali accertati rapporti di società facenti capo al gruppo Fininvest con personaggi in varia posizione collegati all'organizzazione Cosa nostra, costituiscono dati oggettivi che rendono quantomeno non del tutto implausibili né peregrine le ricostruzioni offerte dai diversi collaboratori di giustizia» [...]

Concorso esterno in associazione mafiosa. La procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1998 il procedimento è stata archiviato al termine delle indagini preliminari, che erano state prorogate per la massima durata prevista dalla legge. Dell'Utri, infine, è stato condannato a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; dagli atti risulta che Forza Italia sarebbe stata fondata per fornire nuovi agganci politici alla mafia e che Berlusconi sarebbe stato messo da Dell'Utri nelle mani della mafia fin dal 1974 [...]

Diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo. Silvio Berlusconi risulta attualmente indagato dalla procura di Roma per diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo, in relazione alla vicenda delle dichiarazioni dell'allora Premier in merito alle relazioni tra le cosiddette Cooperative Rosse e camorra durante una intervista rilasciata il 3 febbraio 2006 ad una emittente nazionale. L'iscrizione è avvenuta in seguito alla querela presentata dal presidente della Lega Nazionale delle Cooperative Poletti.

Telecinco (Spagna). Silvio Berlusconi, insieme ad altri manager Fininvest, è stato accusato di violazione della legge antitrust, frode fiscale e reati vari (quali riciclaggio di denaro) a favore dell'emittente Telecinco da lui fondata. Il processo è stato sospeso dal 1999 al 2006 per l'immunità di cui Berlusconi godeva nel paese in qualità di eurodeputato prima e di capo di stato estero poi; nell'aprile del 2006, anno in cui è subentrato al terzo mandato di Berlusconi il secondo di Prodi, il giudice Baltasar Garzón che per primo aveva avviato il procedimento ha riaperto il fascicolo a suo carico. Nel 2008 l'avvocato Niccolò Ghedini annuncia l'assoluzione del suo assistito.

Caso Saccà. Nel 2007, Silvio Berlusconi è stato indagato dalla procura di Napoli con l'accusa di aver corrotto l'allora presidente di RaiFiction Agostino Saccà e di aver istigato alla corruzione il senatore Nino Randazzo e altri senatori della Repubblica «in altri episodi non ancora identificati». Nel luglio 2008, su richiesta dei difensori di Silvio Berlusconi, gli atti del procedimento sono stati trasferiti a Roma a causa dell'incompetenza territoriale del tribunale di Napoli. Il 17 aprile 2009 il gip Pierfrancesco De Angelis ha archiviato il caso.

Compravendita diritti televisivi. Falso in bilancio. I PM Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, che hanno collezionato 50.000 pagine di atti con rogatorie in 12 paesi, hanno richiesto il rinvio a giudizio per 14 indagati:
  • Silvio Berlusconi (appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio)
  • Fedele Confalonieri (falso in bilancio)
  • Frank Agrama (uomo di "appoggio" Fininvest in America)
  • David Mills (marito di un ministro del governo Blair)
  • Daniele Lorenzano (capoacquisti Finivest)
  • Erminio Giraudi (mercante di carni a Montecarlo)
  • Paolo del Bue (banchiere svizzero)
  • Giancarlo Foscale e Candia Camaggi (cugino del Cavaliere e consorte, responsabili della finanza svizzera)
  • altri dirigenti di Fininvest e Mediaset.
Il 17 febbraio 2009 Mills è stato infine condannato dal tribunale di Milano a 4 anni e 6 mesi per aver ricevuto quei 600.000 dollari e per aver testimoniato due volte il falso nell'ambito dei suddetti procedimenti giudiziari. Il legale è stato inoltre interdetto per 5 anni dall'esercizio dei pubblici uffici e dovrà risarcire 250 mila euro alla presidenza del consiglio, costituita parte civile. La posizione del coimputato è invece stata stralciata in attesa che la Consulta si pronunciasse sulla costituzionalità del Lodo Alfano, dichiarato decaduto nell'ottobre 2009. Il 27 ottobre 2009 la corte d'appello ha confermato la sentenza di primo grado, ovvero la condanna a 4 anni e 6 mesi a Mills per aver ricevuto 600.000 dollari da Silvio Berlusconi per testimoniare il falso in 2 processi, quello su All Iberian e quello sulle tangenti alla guardia di finanza.

Voli di stato.  Il 3 giugno 2009 Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati dal procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara, con l'accusa di abuso d'ufficio. Le indagini si riferiscono ad un presunto abuso nell'utilizzo degli aerei del 31º stormo dell'Aeronautica militare di stanza a Ciampino, finalizzato al trasporto del Presidente del Consiglio e di altre persone (tra cui Mariano Apicella) ad una serata di intrattenimento tenutasi in Sardegna, a Villa Certosa.
Il 16 giugno 2009 la Procura ha richiesto l'archiviazione delle indagini dopo aver accertato che su tutti i voli era presente almeno una persona autorizzata ad usufruirne (Berlusconi), constatando che per il resto «l'utilizzo ella flotta non è disciplinato da alcuna disposizione di legge o regolamento, ma soltanto da direttive della Presidenza del consiglio dei ministri». Anche l'ipotesi di peculato, avanzata in un primo tempo, è stata scartata, appoggiandosi su una sentenza della Cassazione risalente al 2007.