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domenica 21 marzo 2010

Giornata di commemorazione delle vittime delle Mafie - Di Pietro, de Magistris, Cavalli




Al fuoco, brucia l’inceneritore

Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes


Un enorme incendio, con colonne di fumo nero visibili in tutto il sud di Parigi è divampato mercoledì sera presso l'inceneritore dismesso di Issy-les-Molineaux, alle porte della capitale francese.
Leggi l'articolo


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sabato 20 marzo 2010

Sfiduciamolo

Immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Chiediamo ai cittadini di sottoscrivere una mozione di sfiducia, che lanciamo in rete e presentiamo in Parlamento, affinché Silvio Berlusconi e il Governo vadano a casa al più presto. Infatti, consideriamo gravissime le notizie apparse in questi giorni su alcuni quotidiani: Berlusconi ha ordinato ai suoi sodali di zittire l'opposizione e imbavagliare la libera informazione.
E' un vero e proprio attentato alla democrazia.
(Leggi l'articolo di Antonio Di Pietro)
Nome: Cognome: Email:

mercoledì 17 marzo 2010

Chiedo rava ma rispondono fava

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Pubblico il video ed il testo del mio intervento di oggi, alla Camera dei Deputati, durante il consueto question time, dove ho illustrato un'interrogazione parlamentare al ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, in merito all'articolo pubblicato de Il Fatto Quotidiano lo scorso 12 marzo riguardante l'indagine di Trani che coinvolge il Premier Berlusconi, Innocenzi dell'Agcom e il direttore del TG1 Minzolini.

La domanda

Antonio Di Pietro: Signor Presidente, abbiamo chiesto e vogliamo chiedere al Presidente del Consiglio le ragioni del suo comportamento: vorremmo chiedergliele, ma denunciamo ancora una volta che anche qui si dà latitante, così come in ogni aula di giustizia. Nei confronti del Parlamento il Presidente del Consiglio non può però permettersi di darsi latitante e deve farci sapere per quale ragione al mondo egli, da Presidente del Consiglio, si permette di telefonare al direttore del TG1, Minzolini, per avere un'informazione accondiscendente a sé stesso, per quale ragione al mondo egli si permette di interagire con un commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per fare in modo che quell'Autorità sanzioni e chiuda tutte le trasmissioni che non fanno comodo a lui e - per quanto riguarda questa forza politica, l'Italia dei Valori, e la mia persona in particolare - per quale ragione al mondo egli non vuole far sentire la voce dell'opposizione agli italiani. Questo è regime: ci dica, il Presidente del Consiglio che non c'è, per quale ragione al mondo insista a fare così (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

La risposta

Elio Vito: Signor Presidente, l'onorevole Di Pietro e i deputati del gruppo dell'Italia dei Valori con la loro interrogazione chiedono di conoscere quali elementi ritenga il Governo di fornire al Parlamento in relazione alla vicenda di cui in premessa e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di ristabilire la correttezza dei rapporti istituzionali.
In relazione a tale interrogazione quindi, onorevole Di Pietro, la informo che lo scorso 15 marzo il Ministro della giustizia, per il tramite del competente ispettorato generale, ha provveduto a disporre un'inchiesta amministrativa presso la procura della Repubblica di Trani, in relazione alle notizie riportate da articoli di stampa concernenti presunte pressioni che il Presidente del Consiglio dei ministri avrebbe posto in essere nei confronti del commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del direttore del TG1 per bloccare la messa in onda di talune trasmissioni televisive.
In particolare, secondo quanto riportato dagli organi di stampa sarebbero state intercettate diverse conversazioni telefoniche in relazione alle quali risulterebbe ipotizzato il reato di concussione. Per tale ragione, il Ministro della giustizia ha inteso disporre un'inchiesta amministrativa al fine di operare ogni necessario approfondimento e chiarire principalmente le ragioni della fuga di notizie verificatasi nell'ambito delle indagini in corso presso la predetta procura.
Ciò, sempre secondo quanto precisato dal Ministro della giustizia, anche per escludere ogni eventuale abuso connesso all'utilizzo dello strumento investigativo costituito dalle intercettazioni telefoniche e verificare, altresì, il rispetto dei parametri normativi in tema di competenza territoriale e di competenza del tribunale per i reati ministeriali, tenuto conto della natura dei reati ipotizzati e della qualificazione soggettiva di taluni indagati.
All'esito dell'accertamento ispettivo in questione, il Ministro della giustizia potrà valutare se siano stati posti in essere da parte dei magistrati comportamenti rilevanti sul piano disciplinare. In conclusione, onorevole Di Pietro, non posso che confermarle che il Governo intende continuare ad operare in leale collaborazione con tutti gli altri organi istituzionali.


La replica

Antonio Di Pietro: Siccome non credo che lei ci è, credo che lei ci faccia: io le ho chiesto «rava» e lei mi ha risposto «fava». Io le ho chiesto la ragione per cui il Presidente del Consiglio, nell'esercizio delle sue funzioni, si sia permesso di tentare di bloccare le parole di una formazione politica presente in Parlamento quando questa stava in una trasmissione pubblica pagata con i soldi del servizio pubblico della RAI; io le ho chiesto la ragione per cui il Presidente del Consiglio si sia permesso di interagire con il direttore del TG1, che è un servizio pubblico pagato con i soldi dei cittadini, per fare in modo che l'informazione vada a senso unico e a piacere suo; io le ho chiesto le ragioni per cui questo signore, Presidente del Consiglio, si permette di interagire con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che, per legge, deve garantire la trasparenza e la pluralità dell'informazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
E lei mi risponde che ha mandato un'ispezione a Trani per verificare perché hanno scoperto questo? Quel che vogliono sapere gli italiani non è perché questo è stato scoperto, ma perché è stato commesso questo abuso, qual è la ragione per cui il Presidente del Consiglio non si rende conto che siamo in una democrazia parlamentare e che in una democrazia parlamentare si rispettano le disposizioni, si rispettano le voci dell'informazione libera, si rispettano le controparti, in una democrazia parlamentare!
Questo è quel che non capisce il Presidente del Consiglio; e il Ministro Alfano non capisce e non si rende conto che le questioni di competenza e di fuga di notizie sui titoli di reato non deve deciderle l'ispezione, devono deciderle i magistrati all'interno dei conflitti di competenza e delle questioni di giurisdizione.
Quanto alla fuga di notizie, infine, forse non lo sa il Ministro Alfano, glielo dico io chi ha fatto la prima fuga di notizie: l'ha fatta proprio Minzolini ed è la ragione per cui sta agendo la procura di Trani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).


Care Amiche e Cari Amici,
sabato 20 marzo, alle ore 17.30, presso il Centro Congressi Confcommercio in via Corso Venezia 47, a Milano, Luigi de Magistris ed io prenderemo parte all’iniziativa “Attenti a quei due”. Insieme a noi, per coordinare il dibattito, ci sarà anche Gianni Berbacetto. Un’occasione per discutere di quanto sta avvenendo nel nostro Paese, dove lo svuotamento della democrazia e del diritto da parte del Governo è ormai una prassi consolidata. Un Paese dove la Costituzione è ridotta a lettera morta dalle leggi ad personam varate per garantire l’immunità del premier, mentre la magistratura è sotto attacco, continuato e progressivamente sempre più pesante, da parte della maggioranza che ci governa e che vorrebbe porsi al di sopra della legge e della giustizia. Una nazione dove la difficile condizione economica vissuta dagli italiani è divenuta, per l’esecutivo, argomento di secondaria importanza rispetto al coinvolgimento giudiziario del presidente del Consiglio, che catalizzata la vita politica del Paese oltre che l’attività parlamentare finalizzata a renderlo immune dalla legge attraverso provvedimenti ad hoc. In occasione dell’iniziativa “Attenti a quei due”, saremo naturalmente disponibili a rispondere alle domande che i presenti vorranno porci, ma anche a quelle che saranno avanzate sulla pagina Facebook dedicata all’evento. Al termine del dibattito verrà trasmesso il monologo di Beatrice Luzzi, “Poliziotta per Amore”. Vi aspetto e mi auguro di vedervi sabato a Milano.


Antonio Di Pietro

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

martedì 16 marzo 2010

CDA Rai: vietato informare

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di
Pancho Pardi


Cda e Vigilanza fanno il gioco dei due compari: a turno uno bara e l'altro fa il palo. Del resto entrambi gli organismi sono a maggioranza di centrodestra e dunque obbediscono ad ordini precisi, come è stato rilevato anche dalle intercettazioni dei giorni scorsi.

Siamo nella situazione paradossale per cui le televisioni private, tra cui quelle del presidente del consiglio, hanno il diritto di informare, le tivù pubbliche, pagate con i soldi dei cittadini, no. Un altro elemento assai paradossale è la manfrina con cui i colonnelli del premier dicono che tutto questo dipende dalla legge sulla par condicio. Ogni legge, anche la migliore, può essere rovinata se chi la deve interpretare lo fa in totale malafede.

La par condicio non è la migliore delle leggi possibili, ma la destra di governo sta facendo di tutto per ridicolizzarla raggiungendo così un duplice scopo: impedire gli approfondimenti politici sulla Rai nell'immediato e subito dopo cancellare la legge e non avere più regole. Nella giungla ad avere vantaggi sarebbe come al solito il presidente del Consiglio.

Le intercettazioni di questi giorni potranno anche non avere rilevanza penale ma fotografano una realtà che vede il premier considerare i commissari dell'Agcom e il direttore del Tg1 come sgherri al suo servizio.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Pancho Pardi

domenica 14 marzo 2010

In difesa della democrazia e della Costituzione

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di
Luigi de Magistris


Pubblico il video ed il testo del mio intervento di ieri durante la manifestazione a Piazza del Popolo a Roma.

Testo dell'intervento

Oggi è una giornata straordinaria, dove il popolo scende nuovamente in piazza per difendere la democrazia e lo Stato di diritto contro un disegno autoritario che vuole smantellare la Costituzione repubblicana.
Non passa giorno che non c'è un attentato alla Costituzione, dal decreto Salva-liste, al massacro dello Statuto dei lavoratori, al legittimo impedimento, alle pressioni del Presidente del Consiglio all'Agcom, il quale dovrebbe un organo indipendente, e il ruolo servente della televisione cosiddetta “servizio pubblico”. La situazione è molto difficile, la democrazia è a rischio, ma questa piazza è il segno che c'è una parte del Paese che è viva e vuole difendere e attuare la Costituzione repubblicana.


Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Luigi de Magistris

Berlusconi e la strategia alla 'mago Do Nascimento'

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Massimo Donadi


La strategia di Silvio Berlusconi, per questa campagna elettorale, appare sempre più chiara: possiamo chiamarla “alla mago Do Nascimento”, il compare di Vanna Marchi, quello delle truffe nelle televendite. Visto che la stima del governo, ormai da un anno e mezzo a questa parte, è soltanto una collezione ininterrotta di disastri, con un economia che va sempre peggio, centinaia di migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro, i giovani con il più alto tasso di disoccupazione degli ultimi vent'anni, e via via sempre più famiglia che sprofondano nella povertà, aziende che chiudono, imprenditori che si tolgono la vita per non affrontare la tragedia delle loro aziende che non ce la fanno ad andare avanti. Di fronte a tutto questo era evidente che Berlusconi non poteva affrontare una campagna elettorale normale, fatta di confronto, fatta di pluralismo, fatta di idee e contenuti. Ecco allora che parte la strategia alla “mago Do Nascimento”.

Berlusconi, lo sappiamo, ha un controllo quasi totale dei mezzi d'informazione televisivi, ed ecco allora che partono le mosse strategiche: la “mordacchia” definitiva a quel poco di libera informazione che ancora esiste in Rai, chiudendo con un provvedimento ingiusto, probabilmente illegale e incostituzionale, i talk show televisivi. Provvedimento che poi verrà esteso anche alle tv private, ma è evidente che i più importanti e seguiti sono tutti in Rai. La seconda operazione, che si affianca a questa, è che l'unica informazione di comunicazione politica che a quel punto resta nelle televisioni è quella dei telegiornali, ormai quasi tutti interamente di informazione di regime. Guarda caso proprio oggi l'Agcom, che diffonde i dati sulla presenza delle forze politiche nei vari Tg nazionali, ci dice che nei Tg di Mediaset il governo e la maggioranza dilagano letteralmente con percentuali che arrivano oltre il 90%, con le opposizioni ridotte a percentuali da prefisso telefonico: 1-2%. In Rai non va molto meglio. Al Tg1 tutta l'opposizione insieme occupa appena il 18%, il resto va tutto alla maggioranza e al governo. Si chiude qui la strategia alla “mago Do Nascimento”, Berlusconi può andare in televisione a raccontare un sacco di bugie, ricostruendo la sua personale narrazione delle cose, falsa e bugiarda, che non ha nulla a che fare con la realtà ma che, come diceva il tristemente famoso Joseph Goebbels, ministro della propaganda di Hitler, a cui probabilmente Berlusconi si ispira: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà verità”. Questa è la strategia alla “mago Do Nascimento” di Berlusconi.

Purtroppo per lui, in questo Paese c'è ancora un istituzione di garanzia che funziona, l'unica: la magistratura, che ci ha dato in queste settimane gli ultimi sprazzi, le ultime speranze, di una democrazia che ancora regge, prima facendo giustizia di quel tentativo indegno del centrodestra che con una norma illegale e incostituzionale ha cercato di ripescare le proprie liste all'ultimo momento, poi sospendendo il provvedimento dell'autorità garante delle comunicazioni che applicava anche alle televisioni private quel regolamento, dato dalla vigilanza Rai e poi applicato in modo ancora più estensivo dal CDA Rai, che impediva la trasmissione dei programmi di approfondimento politico durante la campagna elettorale. La prima decisione arriva da una commissione parlamentare, composta da deputati e senatori, che decide che i talk show televisivi di carattere politico in campagna elettorale o si trasformano in tribune politiche oppure non possono andare in onda. Successivamente il CDA Rai, andando addirittura oltre la decisione di questa commissione parlamentare di vigilanza, decide non di trasformare i talk show in tribune politiche, ma di cancellarli del tutto. A quel punto, un'altra autorità garante, l'AGCOM, decide che per una questione di equità questa norma vada estesa anche alle TV private. Oggi, il Tar, nell'ambito della sua competenza sugli atti amministrativi, sentenzia che questa scelta è stata una decisione illegale e sbagliata, dando alle televisioni private la possibilità di fare anche in campagna elettorale i talk show. Il Tar però deve alzare le braccia sulla decisione della commissione di vigilanza parlamentare, proprio perché è un atto di un organismo sovrano. A questo punto il rischio è che il Tar, pur avendo fatto giustizia, può imporre solo alle tv private di far ripartire i talk show, producendo un paradosso: le televisioni private, in particolare Mediaset, potranno già da questa sera fare talk show politici, ma l'unica a non poterlo fare rimarrebbe la Rai.

Noi crediamo che sia particolarmente importante l'iniziativa che abbiamo avviato in questi giorni, un'iniziativa di grande successo chiamata “Una mail per riaccendere l'informazione”  e che già oggi ha portato a più di 7000 mail inviate al direttore generale della Rai per chiedergli di riaccendere l'informazione libera in questo Paese. Iniziativa che abbiamo proseguito nei giorni più recenti avviando un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale verso il direttore generale della Rai e gli amministratori del centrodestra per una decisione che, non solo priva i cittadini italiani di uno spazio di libertà , ma danneggia anche le casse della Rai. Ma non è finita qui. La cosa che oggi dobbiamo impedire è che si produca questo paradosso, dove Mediaset è autorizzata a trasmettere i talk show televisivi mentre soltanto la Rai resta ammutolita.

Oggi, fortunatamente, il Presidente del CDA Rai, Zavoli, ha convocato per lunedì un consiglio straordinario. Il Presidente, però, è solo un organo di garanzia,  e non ha nessun potere su quel Cda che è composto da esponenti messi dalla maggioranza di centrodestra. Per questo chiediamo a tutti i cittadini una nuova mobilitazione: da lunedì a mezzogiorno, momento della convocazione del CDA Rai, faremo partire un presidio ininterrotto davanti alla Rai, perché oggi stiamo assistendo al tentativo di questi “Al Capini”, perché ladri di informazione, ladri di libertà e ladri di democrazia, di spegnere giorno dopo giorno un pezzo della libertà del nostro Paese. Saremo davanti alla sede generale della Rai, in via Mazzini, per testimoniare che c'è una parte del Paese che di fronte alla violenza e all'arroganza di questo regime non china la testa.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Massimo Donadi

13 marzo 2010: una giornata di resistenza

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Pubblico il video ed il testo del mio intervento durante la diretta streaming di ieri da Piazza del Popolo a Roma.

Testo dell'intervento

Amici della Rete, eccoci qua. Qui c'e' il popolo vero, quello della speranza. Perche' sono qui? Loro sono qui per ricordare a noi esponenti di partito di fare il nostro dovere.  Il nostro dovere, in questo momento, è di fare resistenza, resistenza, resistenza al neofascismo del piduista berlusconiano, prima che sia troppo tardi.
Amici della Rete, mi raccomando, non cadete nella tentazione di non andare a votare perché ci sono solo due modi per liberarci da questo neofascista: o con “la presa della Bastiglia”, ma non possiamo fare la rivoluzione, o attraverso il voto, mandandolo a casa. Per questo vi invito ad un atto di responsabilità che anche noi dell'Italia dei Valori vogliamo perseguire.
Oggi sto facendo una manifestazione insieme con altri esponenti di partito e con i quali, molte volte, mi sono trovato in dissenso. C'è però un momento in cui, per difendere la democrazia nel nostro Paese, anche le persone con idee diverse tra loro hanno il dovere di stare insieme. Lo hanno fatto i nostri padri per liberarsi da Mussolini, dobbiamo farlo noi per liberarci da Berlusconi. Non c'è più informazione, non c'è più un Parlamento che funzioni, non ci sono più gli organi di controllo. In una situazione di questo genere dobbiamo trovare la forza e l'umiltà di accettare il nostro vicino di banco, anche se qualche volta non ci convince, perché solo insieme possiamo mandare a casa il nemico della democrazia. Da quel momento in poi potremo occuparci, finalmente, del lavoro, dell'occupazione, della scuola pubblica, della sanità pubblica, della difesa del territorio. Si, poiché sono questi i temi di una nuova alleanza che voi ci chiedete, che questo popolo ci chiede e che noi dell'Italia dei Valori vogliamo portare avanti. Con un avvertenza però: sin dall'inizio, dalla manifestazione di Piazza Navona, avevamo segnalato che il governo Berlusconi era un pericolo pubblico mentre tutti i partiti presenti oggi in piazza ci ritenevano eversivi e antidemocratici. Oggi posso dire con orgoglio che siamo finalmente tutti insieme, in questa piazza, e ciò vuol dire che l'Italia dei Valori aveva visto giusto, ciò vuol dire che  sarò anche un pò contadino ma ho avuto il cervello più fino di tanti pensatori della domenica.
Dobbiamo essere uniti e, soprattutto, distinguere chi fa opposizione di circostanza da chi fa un'opposizione per un' alternativa vera.


Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

mercoledì 10 marzo 2010

La differenza tra un leader ed un dittatore

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Oggi è stata posta al Senato la fiducia, l’ennesima, su un disegno di legge che consente a Silvio Berlusconi e ai suoi ministri di non presentarsi ai processi.
E’ questa la considerazione che questa ultradestra fascista ha dello Stato?
Nel pomeriggio in conferenza stampa Berlusconi ha vomitato accuse senza senso e senza riscontro su tutto e tutti assolvendo gli unici veri responsabili delle regolarità elettorali: gli uomini della sua organizzazione. Il Pdl ha gettato fango anche su questo baluardo della democrazia: l’istituzione del voto.

Per coprire mediaticamente la vergogna che si consumava in Senato il Premier ha scelto una conferenza stampa farsa dove consumare, di fronte una pletora di giornalisti ossequiosi e selezionati dal ministro La Russa, un vergognoso sproloquio nei confronti del Tar, della sinistra, dei giudici, dei Radicali e di tutti i fantasmi che assediano ormai il suo declino dittatoriale. Tutti gli interventi erano evidentemente in scaletta, tutti tranne uno, quello di una voce libera sfuggita alla selezione di giornalisti consenzienti. Rocco Carlomagno, un giornalista indipendente, ha voluto porre delle domande a cui però Berlusconi è riuscito a sottrarsi.

Un leader non teme il popolo, non lo fugge e a testa alta risponde agli affronti e alle voci fuori dal coro.
Un dittatore rifugge il confronto, scende accerchiato da guardie del corpo e da una folta claque pronta ad applaudirlo.

Per un leader il suo popolo è la sua forza.
Per un dittatore la folla è una comparsa, è lui l’unico protagonista.

Un leader improvvisa quando capita poichè nell'improvvisazione c'è spontaneità.
L’apparizione di un dittatore è studiata a puntino e ciascuno recita la sua parte come stabilito: nessuna voce fuori dal coro è ammessa.

Un leader soffre con il suo popolo. Non ruba al suo popolo. Non mente al suo popolo.
Un dittatore accumula ricchezze all’estero su conti privati depredando il popolo. Mente al popolo e fa le leggi a proprio uso e consumo, e comunque utili ad una minoranza.

Un leader ascolta il popolo.
Un dittatore vuol essere solo ascoltato dai sudditi.

Silvio Berlusconi non potrà mai permettersi la piazza, né un confronto pubblico perché lui è un dittatore.
E come tale non scenderà in piazza per spiegare le ragioni del “pasticcio elettorale” perché prima dovrebbe spiegare al popolo le porcate del legittimo impedimento, del decreto interpretativo, del lodo Alfano e le ingiurie rivolte agli organi delle istituzioni.
Berlusconi è un dittatore, per lui il popolo non esiste, esistono i sudditi.
Nessun dittatore può permettersi di insultare i suoi sudditi e chiedergli allo stesso tempo di applaudirlo.

Sono vicino al giornalista freelance Carlomagno, magari non rispettoso della precedenza di altri colleghi, magari incalzante, ma che non meritava assolutamente il trattamento riservatogli da arroganti balilla.
Lo invito a non scoraggiarsi, e ad andare fino in fondo con la sua querela perchè l’informazione irrinunciabile è soprattutto quella fatta da chi vive fuori dal coro.

Invito invece i suoi colleghi, molti dei quali al soldo di qualche padroncino, ad imporsi come difensori di un’informazione libera più spesso di quanto non facciano oggi.

In allegato riporto il video delle dichiarazioni rilasciate dal giornalista Carlomagno ad un nostro operatore.

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

martedì 9 marzo 2010

Appello alla comunita' internazionale

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


L'Italia, dal 5 marzo 2010, non e' piu' una democrazia parlamentare.

Il Governo Berlusconi ha cambiato la legge elettorale con un decreto legge per favorire il PDL, il proprio partito, alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010.
Il PDL era stato escluso per gravi irregolarita' nel collegio elettorale di Roma, dove non aveva depositato le firme nei tempi fissati dalla legge.

Il 5 marzo 2010 il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Premier Silvio Berlusconi ha emanato un decreto con cui cambia la legge elettorale e viola la Costituzione, sostituendosi agli organi competenti giudiziari, proprio per ammettere il PDL alle elezioni. Il presidente della Repubblica ha firmato il decreto sotto forti pressioni di Berlusconi che, secondo alcune fonti, ha minacciato di ricorrere alla piazza.

Nessun governo in nessuna democrazia può cambiare le regole elettorali senza una discussione parlamentare.

Nessun governo in nessuna democrazia può cambiare le regole elettorali durante il periodo elettorale.

Nessun governo in nessuna democrazia può “interpretare” le leggi al posto della magistratura. Questo è ciò che è avvenuto in Italia.

Un Paese nel quale i media televisivi pubblici e privati sono sotto il totale controllo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Invito tutti gli italiani all’estero a manifestare sabato 13 marzo, in contemporanea con l’Italia, di fronte alle ambasciate italiane delle grandi città.

Mi appello alla Comunità internazionale affinché vigili ed utilizzi ogni strumento a sua disposizione per aiutare i cittadini italiani a difendere le libertà democratiche del loro Paese ed impedire il ritorno di un nuovo fascismo.

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As of 5 March 2010, Italy is no longer a Parliamentary Democracy.

The Berlusconi Government has changed the electoral law by means of a law decree designed to favour his own political party, namely the PDL, in the upcoming regional elections due to be held on 28 and 29 March 2010.

The PDL Party had previously been excluded due to serious in the Rome Electoral College, where the party had failed to submit the necessary signatures within the time frame specified by the law.

On the 5th March 2010, the Council of Ministers, chaired by Premier Silvio Berlusconi, passed an decree that effectively changes the electoral law and violates our Constitution by taking over the role of the appointed judicial bodies and thereby allowing the PDL to participate in the elections. The State President then signed the decree into law under extreme pressure from Berlusconi who, according to certain sources, allegedly threatened to call for street demonstrations.

No government in any true democracy can be allowed to simply go ahead and change the election rules without any form of Parliamentary debate.

No government in any true democracy can be allowed to simply go ahead and change the election rules during the lead up to an election.

No government in any true democracy can be allowed to simply “interpret” the law and thereby usurp the authority of the magistrature. Yet that is precisely what has happened here in Italy.

A Country where the public and private television media is totally controlled by Prime Minister Silvio Berlusconi.

I am hereby inviting all Italians abroad to take to the streets on Saturday 13 March and to hold demonstrations, in solidarity with all the Italians back home, in front of the Italian Embassies in all the major cities.

I am also appealing to the international community to take not of what has happened and to use all the tools at its disposal in order to help the Italian population defend the democratic freedom of their Country and to prevent this move towards a new type of fascism.

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Per Umberto Veronesi la migliore coerenza è l'incoerenza



Questi professoroni di regime, molto spudoratamente, oltre a manifestare apertamente la loro ignoranza, non vogliono rendere mai conto a nessuno. Giacché Veronesi non accetta un confronto, ne proponiamo uno virtuale. Dove sta la coerenza e la deontologia professionale?


Mentre Veronesi è in fuga perpetua da domande indiscrete o, se vogliamo, dalla verità, Montanari, molto discretamente, tempo addietro, spiegava cosa sono le nanopatologie... causate da nanopolveri che si formano in special modo bruciando materiali. Più alta è la temperatura della combustione più piccole sono le particelle e quindi più pericolose. La pericolosità dipende inoltre dalla loro composizione chimica, biodegradabilità, forma fisica... Chiarissimo!




Links utili

Alcuni file PDF scaricabili dal sito di Stefano Montanari

domenica 7 marzo 2010

Il caso del Polo Natatorio di Ostia

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Niccolò Rinaldi


Ci raccontiamo spesso che siamo il popolo dell'arte dell'arrangiarsi, di coloro che trovano soluzioni creative, inventive, che possono servire per risolvere alcuni problemi con soluzioni un po' fantasiose. L'arte dell'arrangiarsi è diventata una sorta di politica istituzionale che passa sotto il nome di Protezione Civile, una bacchetta magica che serve a risolvere le situazioni più impensabili e certamente non soltanto quelle legate, questo ormai l'abbiamo capito, a disastri naturali, terremoti e inondazioni che siano.

Il governo Berlusconi dal Maggio dell'anno scorso fino a metà febbraio di quest'anno ha approvato la bellezza di ben 169 ordinanze della Protezione Civile (leggi l'articolo ). Certo non perché ci sono stati 169 disastri nel nostro paese ma perché la Protezione Civile si è dovuta occupare un po' di tutto, come ad esempio: l'ordinanza per risolvere i problemi del traffico e della mobilità delle province di Treviso e di Vicenza, un'ordinanza dedicata alla costruzione del nuovo Palazzo del Cinema di Venezia, un'altra che doveva gestire il grande evento legato alla visita pastorale del Papa a Cagliari e un'altra ancora sull'organizzazione di iniziative nell'ambito dell'Anno Giubilare Paolino.

Tra tutte queste fantasiose situazioni gestite dalla Protezione Civile vi e' anche l'organizzazione dei Mondiali di Nuoto "Roma 2009", in particolare la realizzazione del Polo Natatorio di Ostia. Questo è stato uno dei casi più eclatanti. Si può anche pensare che, se alla fine queste ordinanze della protezione civile riescono a realizzare qualche cosa in tempi brevi, forse per la collettività c'é un guadagno. Naturalmente le regole non sono lì per dare fastidio ma per essere rispettate e per provvedere a tutta una serie di controlli che devono appunto accertarsi che le cose siano fatte come si deve.

E' quello che è accaduto con il Polo Natatorio di Ostia (leggi l'articolo). Questa è una grande struttura, inaugurata nel Luglio del 2009 dal Sindaco Alemanno e utilizzata dagli atleti per gli allenamenti in vista dei mondiali. Sono stati proprio gli atleti a rendersi conto (è una storia tutta italiana!), che i loro tempi di percorrenza erano molto più alti rispetto a quanto ciascun atleta era uso fare. Dopo una verifica si è scoperto che la piscina era stata realizzata un metro e mezzo più lunga rispetto alle dimensioni regolari internazionali e quindi non è stata più possibile utilizzarla.  Si è cercato di rimediare al problema per poter continuare gli allenamenti, ma senza successo. Di fatto l'impianto è stato chiuso, non è stato utilizzato e non è stato nemmeno più riaperto.

Avremmo potuto augurare che, almeno, pur sbagliata per una competizione internazionale la piscina fosse poi a disposizione della comunità ma questo non è accaduto, l'impianto non è compiuto. L'impianto aveva tra l'altro l'ambizione di presentarsi con una serie di foresterie per la ricezione di turismo legato allo sport e turismo giovanile, ma queste foresterie non sono mai state completate. Inoltre, il complesso ha anche un certo un impatto ambientale, trattandosi di una struttura presente sul litorale laziale a Ostia.

Va anche detto che, come spesso accade alla Protezione Civile, la società che ha gestito questo impianto è di diritto privato ma gestisce capitali pubblici (leggi l'articolo). Questa è una formula ibrida che, da un punto di vista liberaldemocratico, può anche sembrare attraente, ma in realtà è un'altra arte di arrangiarsi. E', di fatto, una grande scappatoia per far gestire i soldi pubblici con regole private e, in questo modo, cercare di evitare i controlli della Corte dei Conti.

La vicenda del Polo Natatorio di Ostia ha un peccato originale: le procedure di appalto non sono state mai pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, come previsto dalla normativa europea. Per questo noi, su segnalazione del Laboratorio di Urbanistica Labur, abbiamo presentato un'interrogazione alla Commissione Europea (leggi l'articolo).

Per certi aspetti è anche sorprendente che non fosse stata portata all'attenzione della Commissione Europea questa grave violazione del diritto comunitario.  Aspettiamo la risposta di questa interrogazione e probabilmente, visto che ciò che noi denunciamo non e' accaduto, vale a dire che la procedura di appalto non e' stata pubblicata regolarmente sulla Gazzetta Ufficiale, dovremo incorrere in una sanzione.

Come sempre tutto è legato. C'e' un vizio di procedura all'inizio ed è molto difficile che poi l'opera pubblica possa portare a un risultato costruttivo e soddisfacente per la collettività. Quello che rimane è un dato in più di questa difficoltà dell'Italia a essere dentro la modernità - questa idea di modernità che l'Unione Europea dovrebbe rappresentare. Ci chiediamo come ancora nel XXI secolo si cerchi di ricorrere a questi sotterfugi pur di far guadagnare qualcuno in modo probabilmente illecito. Nel frattempo ci ritroviamo - come accade da decenni - una cattedrale nel deserto in più o, come in questo caso, una cattedrale sulla costa mediterranea vicino a Roma.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Niccolò Rinaldi

Bari 10 marzo 2010, incontro-presentazione del libro “Nato: colpito e affondato” di Gianni Lannes

Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes

Ma la VITA... quanto vale?

Il 10 marzo 2010, (Bari, libreria “Roma” in piazza Moro 13 - h. 16.30) si terrà un incontro-presentazione del libro “Nato: colpito e affondato” di Gianni Lannes (Ed. La Meridiana).

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Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes

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Piazza del Popolo contro il decreto interpretativo

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


"Chiamata alle armi". Sabato 13 marzo, dalle ore 13, tutti quanti a Piazza del Popolo a Roma in difesa della nostra legalita', della democrazia e della nostra Costituzione, perennemente violata da un governo golpista, come quello di Silvio Berlusconi, che per risolvere i suoi problemi di tipo giudiziari, imprenditoriali e, da ultimo, anche di tipo elettorale, si fa una legge a proprio uso e consumo. E' uno sconcio dell'etica, della democrazia e soprattutto, mai come questa volta, è una violazione della Carta costituzionale e del buon senso del diritto a poter giocare una partita nel rispetto delle regole del gioco.

Qualcuno dice, e purtroppo lo ha detto anche il Presidente della Repubblica, che bisognava fare questo provvedimento per permettere ai cittadini di andare a votare secondo coscienza. L'inutilità e la dannosità di questo decreto lo dimostra il fatto che, ancora prima che questo decreto abbia avuto efficacia, i giudici di Roma e di Milano hanno riammesso le liste Polverini e Formigoni. Non c'era bisogno di forzare, violare e sacrificare la Carta costituzionale, non c'era il bisogno di stravolgere il ruolo e le funzioni di garanzia del Presidente della Repubblica e di governo di questo Paese, per ottenere una cosa che già si poteva ottenere, e che già si era ottenuta con il rispetto delle regole del gioco attuali. La realtà è molto semplice: questi vivono nell'arroganza, nella prepotenza e nella strafottenza tipica del potere piduista e fascista.

Rispetto a tutto questo, l'unico a cui ci possiamo appellare è l'arbitro, come succede in una partita di calcio: se c'è qualcuno che fa fallo l'occhio va direttamente all'arbitro sperando che fischi il fallo. Invece, questa volta, l'arbitro non ha fischiato, perché altrimenti non vinceva l'altra squadra. All'arbitro non tocca stabilire quale squadra vince, ma garantire il rispetto delle regole del gioco.

Sono molto amareggiato, perplesso, anche schifato di questa intellighenzia e cultura italiana dei “commentatori della buonora” che affermano che questo decreto è una schifezza costituzionale ma che ritengono che “non è colpa dell'arbitro”.
Non sarà colpa dell'arbitro, ma il 13 marzo ricordatevi che se vogliamo mantenere la democrazia è meglio essere tutti a Roma a lanciare questo appello e questo allarme, prima che sia troppo tardi. Vogliamo un Paese in cui ognuno possa esprimere i propri diritti, ma nel rispetto delle regole del gioco, altrimenti vince sempre il più forte, il più furbo e spregiudicato, come accade nella giungla.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

venerdì 5 marzo 2010

Giu' le mani dall'Articolo 18

Video, immagini e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Maurizio Zipponi


Autore Maurizio Zipponi Maurizio Zipponi
L’affermazione di Brunetta, Ministro ex socialista dell’attuale Governo Berlusconi che chiedeva di abolire l’articolo 1 della nostra Costituzione, trasformandola da Repubblica fondata sul lavoro a Repubblica fondata sull’arbitrio dei potenti trova in questo disegno di legge sul lavoro piena e concreta applicazione.

E’ falso e sono bugiardi coloro che affermano che il lavoratore sia libero di scegliere tra l’arbitro ed il giudice in quanto verrà chiesto all’atto dell’assunzione, generalmente precaria o a tempo determinato, se il lavoratore intende avvalersi di un arbitro condiviso dall’azienda oppure da un “pericoloso” giudice.

Mi chiedo e chiedo chi mai in queste condizioni è libero di scegliere?

I principi liberali su cui si basa anche la nostra Costituzione stabiliscono che la funzione della legge e di chi la deve applicare, il giudice, servono a bilanciare l’impari forza tra soggetti deboli e forti. In questo caso si torna semplicemente al Medioevo, chi è debole non può appellarsi allo Stato per fare rispettare i propri diritti.

Riporto una lettera di un operaio, Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori in una realtà aziendale del fiorentino.

Testo della lettera

Ci risiamo, dopo che il Governo Berlusconi ci aveva già provato nel 2002 a cancellare l'art 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300 del 20 maggio 1970), ma non ci era riuscito, ma solo grazie alla ferma opposizione della Cgil (c'ero anche io al Circo Massimo, quando la Cgil organizzò la più grande manifestazione in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, portando in piazza 3 milioni di persone), adesso ci riprova con il Ddl lavoro, introducendo l'arbitrato nelle controversie di lavoro.
L'unico sindacato che sta facendo ferma opposizione contro l'aggiramento dell'articolo 18 (come fece nel 2002) è la Cgil. Cisl e Uil stanno a guardare, non facendo nessuna barricata.
Angeletti ha detto: Per la Uil un ricorso all’arbitrato in alternativa al giudice per la risoluzione dei rapporti di lavoro è “un’alternativa ragionevole”. Mentre Bonanni ha detto: "Il lavoratore può tranquillamente continuare ad andare dal giudice del lavoro come ha sempre fatto.
"Lo statuto dei lavoratori non è stato toccato e l'articolo 18 sta lì".
E come potevano fare diversamente, quando nel 2002 (sono in pochi che se lo ricordano), Cisl e Uil firmarono con l'allora Governo Berlusconi il "Patto per L'Italia", che sospendeva l'articolo 18 per ben tre anni (leggi l'articolo).
Il ddl Lavoro è stato approvato definitivamente dal Senato con 151 voti favorevoli, 83 contrari e 5 astenuti. Un “arbitro” al posto del giudice: lo prevede l’articolo 31 del Ddl lavoro.
Con l’articolo 31 cambiano le modalità di dirimere le controversie sul lavoro, e da oggi invece del giudice può intervenire una nuova figura, l’arbitro.
L’articolo 18 stabilisce che il giudice reintegri il lavoratore che sia stato licenziato senza giusta causa. Con la nuova norma – invece – sarà il lavoratore a decidere a chi affidarsi, se al giudice (come prima), o l’arbitro.
In questo modo l'articolo 18 diventa un optional!!!
E chiaro a chiunque che l'articolo 31 del Ddl è incostituzionale, solo una persona non l'ha ancora capito, cioè il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, tanto che in una nota dell'agenzia Adnkronos, Sacconi dice: Pd e Cgil facciano pure ricorso, "non temo per nulla l'incostituzionalità della norma sull'arbitrato per i licenziamenti".
Su Facebook è ieri è stato aperto un gruppo dal titolo "Giù le mani dall'art 18" (iscriviti al gruppo) che ieri, nel giro di poche ore aveva raccolto 3 mila adesioni. Oggi le adesioni sono salite a 10792. Invito tutti ad aderire.
Marco Bazzoni, Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Compila il seguente form per inviare una mail al direttore generale Rai,
Mauro Masi, per chiedergli di "riaccendere l'informazione" (testo della mail).
Per maggiori informazioni leggi l'articolo:
"Un fax e una mail per riaccendere l'informazione"
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Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Maurizio Zipponi

mercoledì 3 marzo 2010

Applausi della vergogna

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


La vicenda del senatore Di Girolamo è l’ennesima espressione del degrado etico e politico che alloggia tanto in Parlamento quanto nelle istituzioni.

Il Parlamento è diventato un punto di approdo per chi fa carriera tramite la corruzione sistematica e per chi è colluso con la criminalità organizzata. Nel Pdl il percorso di formazione politica è chiaro: cominci dalla gavetta “alla Pennisi”, se non ti fai beccare arrivi ai livelli di Cosentino. Se invece sei maldestro ti possono scoprire e a questo punto o ti chiami Cosentino o vieni cestinato alla Di Girolamo. Questo è il quadro di ordinaria follia che è il prodotto dieci anni di disvalori del berlusconismo.

Che Di Girolamo non sia “lucifero”, come lui non vuole definirsi, è vero e aggiungiamo che sappiamo che non è l’unico ad essere in questa situazione. Dovrebbero, infatti, dimettersi anticipando e recependo la barzelletta del ddl anti-corruzione, anche molti suoi colleghi condannati in via definitiva, circa nove (Berruti Massimo Maria, Camber Giulio, Cantoni Giampiero, Ciarrapico Giuseppe, De Angelis Marcello, Dell’Utri Marcello, Farina Renato, Nania Domenico, Sciascia Salvatore, Tomassini Antonio), a cui aggiungerei moltissimi altri casi gravissimi anche se non passati in giudicato.. Che Di Girolamo, invece, sia persona “onesta”, piuttosto che uno “schiavo” della ‘Ndrangheta dovrà dimostrarlo in tribunale smentendo intercettazioni pesantissime.

Di Girolamo ed i senatori che hanno applaudito le sue dimissioni in aula sono la vergogna d’Italia. Questo senatore illegittimo ha compiuto un gesto che ci aspettavamo già da tempo quando, eletto nel 2008 nella circoscrizione estero, fu spedito in Senato avendo violato i requisiti di eleggibilità che richiedevano la residenza oltralpe, requisito mai avuto da Di Girolamo. Ma in quel caso fu salvato dalla Giunta per le autorizzazioni, l’organo che oggi, di fatto, opera con effetti identici a quelli dell’immunità parlamentare tanto voluta dalla Casta (la stessa che ha salvato dall’arresto anche il sottosegretario all'Economia e alle Finanze, Nicola Cosentino per intenderci).

In questo clima di impunità le dimissioni del senatore vengono paradossalmente fatte apparire “eroiche”, quando sappiamo benissimo essere sopraggiunte perché è stato pizzicato con le mani nel sacco. Certo, se paragoniamo le cause che hanno portato alle sue dimissioni con altri casi ben più gravi, quelle di Di Girolamo appaiono quasi come “semplici leggerezze”. I casi Di Girolamo, Dell’Utri, Cosentino, ma anche ai piani inferiori tra assessori, consiglieri e funzionari, ci dicono che l’Italia ha bisogno di segnali forti che arriveranno solo quando rispediremo a casa questo governo, e indegni figuri la smetteranno di applaudire gente come Di Girolamo in Senato o Berlusconi in Confindustria.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Equazione della (in)credibilità. Veronesi + De Luca = 0 + 0 = 0



L'INFORMAZIONE DELL'ESPERTO DI TURNO



Fabio Fazio: Quanto c'è veramente rischio di tumore per esempio rapportato ai termovalorizzatori?

Umberto Veronesi: Zero. Zero... Tutte le inchieste che abbiamo fatto, libri e libri, non hanno portato a nessuna evidenza di aumento di tumori nelle popolazioni circostanti i termovalorizzatori. Questo pertanto è assodato. Parliamo dei termovalorizzatori di ultima generazione. Sono molto sicuri, molto efficienti e, quindi, non vedo nessun pericolo. La lievissima quantità di diossina che esce è inferiore a quella che esce negli impianti di produzione di energia termoelettrica...


Commento di Stefano Montanari su Veronesi...

Montanari: È businessman formidabile, è un uomo d'affari incredibile. Quindi, è molto bravo, cioè il suo mestiere lo sa fare bene... Di scienza non ha mai saputo niente, non capisce niente, cioè non è il suo mestiere, però è un uomo d'affari eccezionale, quindi un bravissimo businessman.

Intervistatore: Proprio nessuno però il giorno dopo si alzi e dica: no ha detto una cacchiata?

Montanari: Nessuno? Acidenti! L'ISDE (International Society of Doctors for the Environment) ha scritto che quello che ha detto Veronesi è privo di contenuto scintifico. Non ha validità scientifica... È un ente internazionale su tutto i medici su tutto il mondo. La federazione dei medici francesi, l'ordine dei medici dell'Emilia Romagna... [...] È chiaro che in televisione va chi ha interesse a andare... cioè, oggi la televisione è tutta televisione di regime, tutta. Ma perché televisione di regime? Perché chi fa le pubblicità non è mica Stefano Montanari. Chi fa le pubblicità è ENI, ENEL... Prendete Veronesi. Andate nel sito di Veronesi 1... Vedete che paga... ma lo scrive lui. Lui viene pagato per esempio da [......] che è una ditta francese che costruisce inceneritori. Mica lui può dire: gli inceneritori fanno schifo. Viene pagato. C'è una multiutility, adesso non ricordo il nome, ad Acerra... Quelli fanno incenerimento dei rifiuti. E come fa Veronesi a dire: questa roba fa venire il cancro. Ha esagerato, perché quando uno dice zero si copre anche di ridicolo, ma che gli frega, dico, coprirsi di ridicolo. Nessuno se ne accorge.

Intervistatore: Però questa patina di presunta credibilità impedisce alle persone di insospettirsi, no?...

Montanari: Ma, insomma, lui è un personaggio che è stato costruito... è lo scienziato di corte, lo scienziato di regime. L'hanno messo lì; hanno fatto credere alla gente che questo s'intenda di tutto, e basta. La gente ci crede.

L'AGEVOLAZIONE DEL POLITICO


Le polveri sottili e gli inceneritori

(Versione cancellata di Wikipedia)

In sintonia con altri ricercatori, Stefano Montanari considera le polveri sottili create dall'inquinamento prodotto dall'uomo una causa primaria nelle nanopatologie, incentrando l'attenzione soprattutto su quello provocato dagli inceneritori, ritenendoli oltre che inutili, estremamente dannosi e senza che alla base vi sia vera motivazione scientifica. Secondo Montanari, quelli di nuova generazione, sono falsamente classificati come termovalorizzatori, ma in realtà non valorizzano proprio niente. Tutt'altro. L'unico modo per valorizzare un rifiuto è il suo riuso e riciclaggio. La loro costruzione e il loro utilizzo comunque, per quando riguarda almeno l'italia, è motivata da forti interessi, politico-economici, e sovente dalle ecomafie. Questo importante e sconvolgente risvolto riguardo alla devastazione dell'ambiente, frutto di beghe e intrallazzi perpetrati dalle varie amministrazioni locali sparse per tutto il territorio nazionale, gli divenne sempre più evidente, durante la sua esperienza in giro per l'Italia, facendo conferenze, e in special modo durante i tour massacranti insieme al comico Beppe Grillo. "Il Girone delle Polveri Sottili" rappresenta una sorta di diario di questa sua lunga esperienza di indefessa divulgazione.

Secondo Montanari, bruciare tonnellate di rifiuti in cui vi si trova di tutto (l'intera tavola periodica degli elementi) è qualcosa di estremamente insensato e privo di qualsiasi validità scientifica, poiché si vengono a formare in tal modo composti inaspettati, pericolosissimi, come le diossine (centinaia di tipi), una quantità innumerevole di micro- e nanoparticelle, senza contare che la cenere residua finisce in discarica comunque e quel che è peggio viene spesso immessa nei laterizi e in altro materiale edile. I filtri degli inceneritori, afferma Montanari, servono solo a trattenere le polveri primarie filtrabili (ben poca cosa), mentre le polveri primarie condensabili si formano oltre, bypassandoli, non trattendo affatto nemmeno le polveri secondarie che si formano anche a molta distanza dall'inceneritore. La non scientificità e la nocività degli inceneritori, secondo Montanari, è anche avallata da una legge della chimica, scoperta da Antoine Lavoisier, sintetizzata nel motto "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Quindi, bruciando una tonnellata di rifiuti, questi non spariscono ma si ritrovano sotto forma di altre sostanze, più pericolose, ammesso che la quantità di rifiuti iniziale lo fosse. Oltre a ciò la massa dei rifiuti viene trattata con una grande quantità d'acqua, ammoniaca, calce, bicarbonato, che ne raddoppiano la massa.

La pericolosità delle polveri è inversamente proporzionale alla loro grandezza e dipende inoltre dalla loro composizione chimica. Il particolato per es. prodotto dal traffico o dei cementifici (a meno che non brucino rifiuti) è abbastanza omogeneo e prevedibile, mentre quello prodotto dagli inceneritori è estremamente eterogeneo e impossibile da prevedere accuratamente. Le sostanze che formano le nanoparticelle prodotte dagli inceneritori sono le più disparate e, data la loro natura penetrante, nel giro di una manciata di secondi riescono ad attraversare le vie respiratorie, polmoni, sangue, e finire nei tessuti, nel fegato, nel cervello. Per quel che riguarda i metalli e i composti metallici, quali amianto, ferro, titanio, ecc., essendo riconosciuti come corpi estranei, finiscono per formare un tessuto infiammatorio (granulomatosi) che a volte può trasformarsi in cancro. Le nanopatologie inoltre comprendono anche malattie cardiache e respiratorie.


Links utili
Alcuni file PDF scaricabili dal sito di Stefano Montanari

L’intervento di Michele Santoro al sit-in contro il bavaglio all’informazione tv (VIDEO)




martedì 2 marzo 2010

Immigrati: 'una giornata senza di noi'

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Giuliana Carlino


La manifestazione nazionale degli immigrati, che si è svolta ieri nelle principali città italiane, ha dimostrato, al di là della connotazione che la Lega Nord e tutto il centrodestra vorrebbero dare alla nostra società, come in realtà essa sia molto più multietnica e multiculturale di quanto loro vogliano, o intendano farci credere.

Nella giornata del "popolo giallo", il colore simbolo della protesta, in piazza c'erano tutti quei lavoratori, provenienti da altri paesi, che tutti i giorni si occupano dei nostri anziani e dei nostri bambini, mandano avanti con il loro lavoro le nostre case, ma anche le nostre fabbriche, o piuttosto sono diventati essi stessi imprenditori, e i loro figli siedono nei banchi con i nostri. La maggior parte paga le tasse e per questo chiede che vengano riconosciuti i diritti basilari propri di ogni cittadino.

L'integrazione degli immigrati in Italia va avanti nonostante i tentativi maldestri di questa maggioranza, anche in spregio della normativa europea, di fare degli immigrati dei fuorilegge, facili prede di sfruttatori, additati come un pericolo per la sicurezza delle nostre città quanto più si avvicinano elezioni e campagne elettorali.

Con il famigerato "pacchetto sicurezza" questo Governo ha istituito il reato di clandestinità, che reato non può essere in quanto si tratta in realtà dello status di una persona e non di un comportamento criminale. Questo Governo ha voluto, demagogicamente, trasformare il clandestino - spesso un profugo - in criminale e la disperazione in reato. E ha condannato di fatto ad un destino di «clandestinità», addirittura dalla nascita, soggetti particolarmente deboli ed indifesi, come i minori. Un' evidente violazione della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo che prevede espressamente l’obbligo di registrazione della nascita di un qualsiasi bambino nato in qualsiasi paese che abbia sottoscritto la Convenzione stessa, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori e ovviamente dalla regolarità del loro soggiorno.

Il centrodestra continua ad agitare lo spauracchio della sicurezza, ma l'immigrazione genera delinquenza solo quando è vincolata ad una dimensione di emarginazione e di povertà.

La presenza di tanti italiani ieri in piazza al fianco degli immigrati ci mostra un'altra Italia. Ci dice che c'è una gran parte di italiani che crede fermamente nell'accoglienza e nell'inclusione delle tante persone che hanno dovuto lasciare per necessità il proprio paese, proprio come è successo tanti anni fa anche a molti dei nostri connazionali.

È necessario che oggi si metta in cantiere un “pacchetto per l’integrazione e l’intercultura” il vero obiettivo a cui dovrebbe tendere la nostra società che multietnica e multiculturale lo è già, anche perché non c'è sicurezza senza il rispetto dei diritti umani di ogni persona.

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'Italia dei Valori http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/... - articolo di Giuliana Carlino