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venerdì 29 gennaio 2010

Riaperta la caccia... all'uomo?



L'unica specie di selvaggina che ancora abbonda in Italia è l'uomo.


Se ne vedono e se ne sentono di tutti i colori. Questi parla(ele)mentari propongono spudoratamente, in modo osceno, DDL, decreti... legiferano, ma a quanto pare soltanto a sproposito: lodi, leggi idiote e leggine ad personam, processo breve, legittimo impedimento, immunità parlamentare. Come se non bastasse svendono la salute dei cittadini all'industria dei vaccini, favoriscono opere costose se non inutili, come il Ponte sullo Stretto, la TAV, le centrali nucleari, privatizzano tutto: acqua, beni di prima necessità, Protezione Civile, Esercito... Ma in che Paese viviamo?... Sembra che l'unico scopo sia quello di creare uno stato confusionale, far crescere la tensione sociale, favorire la delinquenza organizzata, controllare l'informazione, distruggere l'ambiente... Adesso ci mancava solo il favoreggiamento della caccia...
"È stato approvato l’emendamento del senatore del PdL Santini alla Legge Comunitaria. Per le Regioni si apre la possibilità di approvare una stagione venatoria senza limiti. Se il testo venisse approvato anche alla Camera, la stagione venatoria si allungherebbe ai mesi delicatissimi di febbraio e agosto, con un danno grave alla natura e l’aggravarsi del disturbo e dei rischi arrecati alle persone. Il WWF e le altre associazioni non abbassano la guardia, la battaglia continua. Il testo dovrà tornare alla Camera, e non potrà non pronunciarsi l’Unione Europea [...] La maggioranza degli italiani è contraria alla caccia. Un sondaggio commissionato a IPSOS dal WWF e altre associazioni a febbraio 2009 parlava chiaro: il 69% degli interpellati è “fortemente contrario” alla caccia, il 10% “favorevole”, “neutrale” il 21%. Del resto nel Paese i cacciatori rappresentano uno sparuto gruppo e il loro numero si è più che dimezzato dagli anni ’70 passando da 1.800.000 a meno di 800.000. Sparuto ma ormai dotato di armi hi-tech come fucili semiautomatici, puntatori laser, ricetrasmittenti, mimetiche e in qualche caso, come denunciato dalle guardie venatorie del WWF, anche kalashnikov [...]" (da Vergogna: la caccia no limits passa al Senato)

Convegno calabro. Evasione dei bronzi di Riace



«Governo: piano contro la mafia. All’elettore “piano” viene venduto come sostantivo. Ma le cosche sanno che è un avverbio». (Alberto Capece Minutolo su Facebook).


L'idiosincasia tra forma e contenuto, ovvero "la scomparsa dei fatti", come direbbe Marco Travaglio, o detto in altri termini, lo scollegamento tra significante e significato è ciò che contraddistingue le performances del premier. Parafrasando e adeguando nello specifico quanto già detto da Carmelo Bene (ma che si riferiva comunque a tutt'altro), Berlusconi è un uomo (intelligentissimo e scaltro senz'altro) in balia dei significanti. Il contenunto o significato è puramente casuale e adeguato alla circostanza. La forma è studiata nei minimi dettagli. Un artista mancato e un potenziale (o forse potente) dittatore che sembra stia ottenendo sempre più consensi.

L'impostazione della scenografia è, come al solito, grandiosa quando si tratta della comparsa del premier. Spiccavano ai lati del gabinetto ministeriale incentrato sulla figura, o sulle figure, del premier, le immaginni colossali dei bronzi di Riace. La compostezza e la performance degli attori in scena è stata senz'altro formalmente ineccepibile. Le promesse, se mantenute, saranno certamente una svolta nella storia della lotta alla criminalità organizzata. Indro Montanelli che conosceva abbastanza bene il piazzista d'Arcore diceva di lui che "a pranzo ha completamente dimenticato ciò che su una data persona o situazione ha detto a colazione, e a cena non ricorda più di averne parlato".

Staremo a vedere cosa apporterà di nuovo questo piano del governo sintetizzato in dieci punti fondamentali...


RIDONO DI NOI...

Finalcial Times

Berlusconi annuncia misure restrittive contro la mafia

[Articolo orginale Berlusconi announces mafia crackdown di Guy Dinmore (Roma, 28 gennaio 2010) - traduzione di Carlo Giordano]

Silvio Berlusconi, Primo Ministro di centro-destra, giovedì ha lanciato un piano controverso in dieci punti per combattere la crescente minaccia delle organizzazioni mafiose in Italia, prendendo di mira in particolare la ‘Ndrangheta della Calabria che possiede il controllo nel traffico transatlantico di cocaina.

Il piano venne annunciato dopo che il Consiglio dei ministri sposta il convegno settimanale da Roma alla roccaforte mafiosa di Reggio Calabria in modo da sottolineare l'impegno del governo nel riaffermare l'autorità dello Stato sull'Italia sottosviluppata e sul Sud infestato dal crimine.

Il proposito di Berlusconi sulla mafia è dovuto agli allarmi inquietanti provocati dalla ‘Ndrangheta – la più potente dei quattro principali gruppi mafiosi in Italia – che potrebbe abbandonare la strategia dei decenni passati di poca rilevanza e assumere agenti statali.

Lo scorso mese, venne rinvenuta un'auto piena di fucili ed esplosivi nei pressi della strada che il capo di Stato, Giorgio Napolitano, utilizzò per recarsi a visitare Reggio Calabria, mentre una piccola bomba esplose all'esterno degli uffici del pubblico ministero. Inoltre a un magistrato venne spedito un proiettile, il biglietto da visita della mafia.

Nelle importanti elezioni regionali di circa due mesi fa, la Calabria in mano all'opposizione e nelle mire del Partito del Popolo della Libertà di Berlusconi, Pierluigi Bersani, leader del Partito Democratico di centro-sinsitra, ha rigettato le manovre del governo come “propaganda elettorale”.

La faccenda del crimine organizzato è una questione particolarmente delicata per il premier settantatrenne. Marcello Dell’Utri, un senatore siciliano (precedentemente stretto socio in affari), è implicato in una sentenza del tribunale che lo condanna alla carcerazione per associazione mafiosa.

Durante un udienza d'appello lo scorso mese, un un killer mafioso condannato dichiarava alla corte che il Primo Ministro e il senatore abbiano incontrato un esponente mafioso siciliano nel 1994, nel momento in cui Berlusconi stava entrando nella politica. Entrambi negarono le accuse non corroborate da prove.

Uno degli aspetti più controversi del piano esposto in dieci punti, criticato dai principali giudici antimafia, è la decisione di svendere all'asta i beni mafiosi confiscati. I critici dicono che la mafia e le loro compagnie di copertura potrebbero ricomprarli a un prezzo stracciato.

”Se i mafiosi ricompreranno i beni confiscati, allora noi glieli riconfischeremo di nuovo”, risponde Berlusconi durante una conferenza stampa.

Roberto Maroni, ministro dell'interno, dice: “Attaccando la ricchezza della mafia è il modo per metterne in crisi la struttura. Senza risorse non possono agire”. Aggiungendo che nei primi 18 mesi, da quando Berlusconi è ritornato a governare, le autorità hanno confiscato beni per un valore di 7 miliardi di euro.

Sarà dunque creata un agenzia nazionale per l'amministrazione e la gestione dei beni mafiosi confiscati a Reggio Calabria.

In seguito alle sommosse dello scorso mese in Calabria da parte dei raccoglitori immigrati africani, il consiglio ha ugualmente annunciato misure per frenare l'uso di lavoro illegale, specialmente nel campo edile e nell'agricoltura, tramite l'impiego di 4.550 ispettori.

Collegando la mafia con lo sfruttamento degli immigrati africani, Berlusconi afferma che l'accordo fra Italia e Libia per rimpatriare gli immigrati clandestini intercettati nelle acque extrateritoriali ha dato come risultato un drastico calo degli sbarchi sulle coste italiane. Gli ufficiali delle Nazioni Unite hanno condannato l'accordo come una violazione delle convenzioni per i rifugiati.

Il piano varato dal ministero include anche una misura per estendere l'assicurazione ai negozianti e imprenditori che denuncino i tentativi mafiosi di estorsione del “pizzo”. Uno studio sull'associazione di affari rilasciata mercoledì calcola che i profitti delle “associazioni mafiose” hanno avuto un incremento del 4% per un valore pari a 135 miliardi di euro lo scorso anno, la metà dei quali provenienti dal traffico dei narcotici.

Il ministro Maroni dice che l'Italia vorrebbe proporre un'ampia legislazione per l'Unione Europea onde fornire ad altri stati membri le leggi di cui essi necessitano per poter combattere i poteri forti in Italia con la confisca dei beni, una delle armi più potenti in mano allo stato per combattere la mafia. L'Italia introdusse queste misure nel 1982, in risposta all'uccisione di importanti magistrati da parte della mafia.

[Articolo orginale Berlusconi announces mafia crackdown di Guy Dinmore (Roma, 28 gennaio 2010) - traduzione di Carlo Giordano]