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lunedì 22 febbraio 2010

Il giornalista Lannes e il ministro Prestigiacomo a confronto

Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes


Articolo pubblicato da Gianni Lannes il 18 febbraio 2010

Il giornale ITALIA TERRA NOSTRA invita il ministro per l’ambiente e la tutela del mare ad un confronto pubblico in sede televisiva sul seguente tema di notevole interesse pubblico: NAVI DEI VELENI: SEGRETI DI STATI E MULTINAZIONALI. Il ministro Stefania Prestigiacomo avrà a disposizione trenta giorni di tempo a partire da oggi – come prescrive la legge – per accettare il confronto dialettico prove alla mano. Il ministro godrà della facoltà di avvalersi di esperti, studiosi, scienziati, militari, addetti ai lavori (a lei favorevoli); potrà anche optare per una rete tv di suo gradimento, anche di proprietà e/o controllata da patron Berlusconi. Il giornalista Gianni Lannes sarà invece in studio da solo e fornirà soltanto prove materiali sui misfatti perpetrati in un
trentennio dalle autorità e dai poteri forti. Un contraddittorio pubblico non si rifiuta mai: così vedremo chi mente agli italiani e al mondo intero. Stop alle menzogne di Stato. È in gioco la vita di milioni di persone. Se il ministro Prestigiacomo optasse per la latitanza, allora sarà chiaro a tutti il messaggio. (p.s. l’invito è stato recapitato oggi stesso a Salvatore Bianca, addetto stampa nonché portavoce del ministro, alla segreteria del ministro e perfino all’ufficio stampa).


Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes

Links utili

Tangentopoli 2 sparirà dopo il 29 marzo

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


Il Paese frana, economicamente, moralmente, nel vero senso della parola.
Da Messina al Comune di San Fratello, da Torre Annunziata a Rogliano, a Maierato che ha vissuto scene di esodo come se la cittadina fosse sotto bombardamento in tempi di guerra. Sicilia, Calabria, Campania, terre martoriate dalla criminalità su cui confluiscono milioni e milioni di euro di cui la popolazione assaggia solo le briciole, il resto se lo divorano opere appaltate ad amici di politici ed amici di amici di politici.
Le commesse nell’edilizia portano nomi altisonanti come “grandi opere” o “interventi di emergenza”.
Le grandi opere sono la quarantennale Salerno-Reggio-Calabria o il Ponte di Messina, a breve ci sarà qualche reattore nucleare. Mentre le emergenze hanno i nomi più disparati: dai terremoti agli sport village con massaggi.

Bertolaso è ancora lì dov’era, Verdini idem, Letta è di nuovo scomparso dai riflettori, qualcuno lo avrà rassicurato. Degli altri, gli imprenditori canaglia che hanno “orditoalle spalle dei bamboccioni, sentiremo parlare per un po’, poi tutto tornerà come prima.
Sappiamo che gli appalti e gli scandali di questi giorni sono in larga parte legali, con tanto di carte firmate, bandi e consulenze d’oro perfettamente e burocraticamente in ordine.

Tangentopoli 2 è la legalizzazione della mazzetta. I partiti sono fuori dal giro, i soldi finiscono direttamente nei conti privati di chi ruba e non nei loro. Chi ruba utilizza quei soldi per mantenere il potere, ma è un potere individuale, legato alla persona e non è patrimonio del partito. Questo è il motivo per cui nessuno lascia dopo essere stato scoperto e tutti fanno quadrato intorno a lui, perché se lasciasse si creerebbe un vuoto di potere da colmare ex-novo.
Un sistema il cui antesignano fu Craxi, ma che oggi trova una miriade di seguaci tra tutti coloro che continuo a definire più comunemente “ladri”.

Manca ancora un tassello affinché i rigurgiti di Tangentopoli 2 non tornino più a galla: le intercettazioni. E’ grazie alle intercettazioni che la banda Bassotti targata Pdl, ma anche gli affaristi locali di altri partiti stanno venendo a galla come cadaveri in decomposizione nell’immenso mare della corruzione del sistema Italia. Berlusconi riempie le menti inebetite dei teledipendenti con gli spot elettorali di liste pulite, occultando gli scheletri dei condannati in Parlamento e sul territorio. Contemporaneamente Alfano frena la discussione in Parlamento del bavaglio alla magistratura con la grave limitazione delle intercettazioni fino a dopo le regionali altrimenti la cura d’ipnosi dei cittadini, messa in piedi per la campagna elettorale che punta incredibilmente sulla legalità (ho il voltastomaco solo a pensarlo), potrebbe anche non funzionare.
Il cerchio si sta per chiudere e si chiuderà presto: dopo il 29 marzo. Tangentopoli 2 è il nome che io ho dato al nuovo sistema di corruzione ma il governo la chiamerà: “normale funzionamento dello Stato”, la fine delle intercettazioni renderà sorda la giustizia e ciechi gli italiani.

A questo punto gli onesti imprenditori potranno pure far valige ed emigrare da un Paese dove i cittadini si divideranno tra contribuenti-affamati ed evasori-milionari, i primi saranno la maggior parte, i secondi i soliti noti.
I primi non arriveranno mai alla fine del mese, i secondi si faranno fotografare sempre con belle ragazze in topless su un cabinato di16 metri. I primi finiranno in galera se evadono, i secondi dichiareranno di aver portato i soldi in Svizzera in attesa di un nuovo scudo fiscale. I primi si accontenteranno di vivere nel cemento, ascoltando Minzolini, i secondi compreranno ville dove l’aria è pulita. I primi non sapranno dove crescere i loro figli, i secondi gli riserveranno il meglio della vita, all’estero si intende.

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Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

Telefascismo




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Testo:

Buongiorno a tutti, la tentazione sarebbe quella di parlare delle liste pulite, perché avete visto che Berlusconi ha scoperto le liste pulite e ha detto “adesso ve lo faccio vedere io”. Fino a qualche mese fa parlare di liste pulite, di non candidare condannati, rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione o reati gravi era considerato giustizialismo. Tutti i giornali, anche indipendenti scrivevano "ma no, non si possono fare leggi che consegnano ai pubblici Ministeri o ai G.I.P. la selezione delle classi politiche" dopodiché l’ha detto Berlusconi, quindi tutti a complimentarsi, a dirci: "ci voleva un giusto segnale, ci mancherebbe". Dipende da chi le dice le cose in Italia, è interessante che abbiamo cominciato a dirle noi, poi, prima che gli arrestassero tutta la banda, è arrivato anche Berlusconi e il PD non è ancora arrivato, questa è la cosa interessante.

Le liste pulite di Berlusconi
Per cui l’ha detto Di Pietro per secoli, Grillo per secoli, l’abbiamo detto noi nei nostri libri per secoli, adesso lo dice Berlusconi, non lo dicono solo quelli del PD, anzi si apprestano a fare una legge per impedire la candidatura dei magistrati nel luogo dove stanno lavorando, che è proprio l’emergenza numero uno. Siamo in Finlandia, in Danimarca, quindi c’è una politica talmente pulita che può preoccuparsi di dove deve eventualmente candidarsi un Magistrato, perché?
Perché Di Pietro ha candidato un Magistrato come capolista in Puglia, invece di preoccuparsi di quello che succede in Campania dove hanno candidato un triplo imputato e dove purtroppo anche Di Pietro ha accettato per obbedienza di coalizione l’indecenza della candidatura di un pluri imputato come De Luca. Si occupano della candidatura dell’Italia dei Valori in Puglia perché li c'è un magistrato incensurato, faceva le indagini sia su Fitto sia su gente del centro-sinistra e quindi non si deve candidare lì, ci mancherebbe altro. Peraltro lì fa il Sindaco di Bari un ex Magistrato per il PD e lo fa anche bene, tra l’altro, Michele Emiliano, e nessuno del PD ha mai obiettato niente, lì sono candidati e vengono eletti il Magistrato scrittore Carofiglio che è un’ottima persona naturalmente, nel PD quindi va bene. Maritati, un ex PM, quello che ha indagato sulla tangente del re delle cliniche, Cavallari, a D’Alema e che poi la tangente si è prescritta e quindi Maritati è diventato parlamentare, sempre a Bari, ma dato che sta nel PD non c’è problema, adesso che candita un Magistrato Di Pietro, bisogna fare una legge per impedirgli di farlo, oppure magari bisogna fare una legge per fare il modo che uno che si candida al Consiglio regionale della Puglia e che è pugliese e che conosce la Puglia, venga candidato in Valle d’Aosta, lontano della regione che lui conosce e dove lui ha operato. E' una mossa geniale naturalmente, che dimostra quello che dicevo prima, che non contano i principi, conta semplicemente chi in quel momento bisogna cercare di eliminare o di danneggiare.

L'anticorruzione pro corrotti
Ma oggi non vi parlerò di liste pulite anche perché mi viene da ridere, leggo Berlusconi su Il Giornale, quello che Fortebraccio chiamava “il geniale” (e lo chiamava “Il Geniale" quando lo dirigeva Montanelli, pensate come lo chiamerebbe adesso che lo dirige Feltri) che dice “nelle nostre liste nessuna figura compromessa”, quindi lui non si candida. Questa è già una notizia, sapete che lui si candida sempre anche dove non può essere eletto, evidentemente questa volta non c’è lui. Infatti se non c’è nessuna figura compromessa, si presume che non candidino neanche la Signora Mastella, perché l’altro giorno era uscito che avevano candidato la Signora Mastella, quest’ultima è imputata per concussione in Campania; si suppone che non candidino nessuno delle decine di imputati rinviati a giudizio o addirittura pregiudicati che già siedono in Parlamento, anzi si presume che li caccino perché se un imputato o un condannato non può sedere in un Consiglio regionale, a maggior ragione non dovrebbe poter sedere nel Parlamento nazionale. Naturalmente cacceranno anche dal Governo il Ministro Fitto che ha due rinvii a giudizio per turbativa d’asta, corruzione, finanziamento illecito e altri reati, cacceranno ovviamente il Ministro Bossi che è un pregiudicato per finanziamento illecito ai partiti. Lo dico perché ho visto che anche quest’altro bel tomino di Cota, candidato alla Regione Piemonte, dice “stop ai condannati!”: la Lega se dice “stop ai condannati” perde contemporaneamente il Ministro delle riforme istituzionali, Bossi e il Ministro dell’Interno, Maroni, resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio, quel reato che se lo fa un immigrato bisogna massacrarlo di botte. Mi viene da ridere perché siamo ovviamente nel ridicolo, però è significativo che almeno Berlusconi abbia annusato, dato che lui un certo fiuto ce l’ha e soprattutto una capacità pubblicitaria ce l’ha, visto che quello è sempre stato il suo mestiere, abbia colto il clima che c’è nel paese. Un clima frizzante, le avete viste le immagini delle contestazioni dei politici, politici che sono costretti a rifugiarsi in una libreria con la gente de L’Aquila che va a ricordargli le promesse. Poi è capitato al povero Ghedini e alla povera Bongiorno, bisognava ovviamente occuparsi del principale perché sicuramente non sono né Ghedini né la Bongiorno che hanno voce in capitolo, fanno quello che dicono i rispettivi leader, Berlusconi e Fini, però è significativo questo clima e Berlusconi che ha fiuto, ha capito che bisogna dare dei segnali. Sono segnali che naturalmente ciascuno può dare secondo le proprie possibilità, se Berlusconi davvero facesse le liste pulite gli si svuota il partito all’istante.
L’altro giorno c’era un articolo, del Foglio di Giuliano Ferrara “La rivolta dei deputati del Pdl contro la norma che diprietrifica le liste, moralizzare e punire, sgomento per iniziativa del governo che renderebbe ineleggibili gli inquisiti, è lo stesso tragico errore di Craxi”. Per la verità Craxi è scappato, quindi non si capisce bene il parallelo, ma sono talmente terrorizzati, anche Ferrara ha un certo naso, dall’idea che i rinviati a giudizio e i condannati non possano fare politica che giustamente il Foglio scrive “Sgomento nel Popolo delle Libertà”. Guardate che lo sgomento precede di pochi istanti la fuga. E' tutto da ridere, come le norme anticorruzione, avete visto che erano state commissionate a Ghedini e a Alfano, Berlusconi gli aveva detto: "fatemi una legge anticorruzione", quelli l’hanno guardato, gli hanno chiesto di ripeterlo 3 o 4 volte perché all’inizio a furia di sentire “fammi una norma pro corruzione” a forza dell’abitudine pensavano di dover fare la solita legge… Invece lui ha detto “no, questa volta non transigo, ne voglio una anti perché c’è un certo clima, la gente è incazzata, i nostri si stanno facendo prendere ormai con le tangenti nelle mutande, quindi provate a farne una anti, così per cambiare un po’”. E loro ci hanno provato poveretti, avete visto con quale dedizione si sono applicati, ve l’ho già detto, hanno queste borse sotto gli occhi, sono sempre più emaciati, curvi, perché sono lì che studiano, moltiplicano, dividono, applicano formule matematiche perché devono fare una legge anticorruzione che non porti all’arresto immediato di Berlusconi, quindi è una cosa difficilissima, devono stare attenti.
Poi hanno partorito un abortino, un testicolino che hanno portato in Consiglio dei Ministri, che ha fatto ridere perfino Berlusconi perché la norma anticorruzione prevedeva che il reato di corruzione in atti giudiziari, quando ti compri un giudice o un testimone che è uno dei reati tipici della famiglia (vedi caso Sme, caso Mondadori, caso Mills) sono tutte corruzioni giudiziarie, di giudici o testimoni. Quel reato per il quale Berlusconi e Mills sono ancora imputati, Mills è in Cassazione e Berlusconi in primo grado, che oggi è punito con una pena massima fino a 8 anni, sarebbe sceso a una pena massima di 6. Guardate che è spettacolare che in una norma anticorruzione, il reato più grave della corruzione, quando ti compri direttamente il giudice per ottenere una sentenza ingiusta a tuo favore e quindi provocare un danno ingiusto alla persona che ha ragione e a cui verrà dato torto perché devono dare ragione a te che hai torto, per quel reato diminuivano la pena, in una legge anticorruzione, pensate se facevano una legge procurruzione cosa veniva fuori!
Per cui è venuto da ridere anche a Berlusconi e hanno rinviato sine die la norma.
E’ bene citarla questa cosa perché se anche Berlusconi parla di norme anticorruzione di liste pulite, vuole dire che la situazione è veramente oltre il livello di guardia e a furia di ripetere che non c’è una nuova Tangentopoli, lo capiranno tutti che c’è una nuova Tangentopoli, altrimenti perché lo ripetono? E’ come quando dicevano: non c’è nessuna crisi, non bisogna parlare di crisi finanziaria, perché altrimenti la gente pensa che ci sia la crisi finanziaria, diffondiamo ottimismo, i disoccupati non sono disoccupati, è disoccupazione percepita, i poveri non sono poveri, è povertà percepita, sono loro che si percepiscono senza lavoro, ma in realtà hanno ancora un lavoro e sono pieni di soldi, solo che non li trovano.

Informazione e diversivi
Queste stronzate segnalano che c’è un problema e cioè che siamo alla vigilia di una nuova Tangentopoli e questo mi premeva dire.
Però questa volta volevo rompervi un po’ le scatole su una questione che apparentemente riguarda me e che io penso che in realtà riguardi l’informazione, una cosa un po’ più importante della mia misera persona, un meccanismo che avevo già descritto ne "La scomparsa dei fatti" e che Cristicchi a San Remo ha distillato in una canzone molto efficace da questo punto di vista, il diversivo: tu stai parlando di una cosa, arriva uno e distoglie l’attenzione da quella cosa per trasportarla verso altri lidi. C’è lo scandalo x e noi parliamo di quanto è bella Carla Bruni, perché sicuramente Carla Bruni è bella e quindi l’attenzione si rivolge a Carla Bruni, questo è il senso. Soltanto un demente poteva pensare che quella fosse una canzone contro Carla Bruni o contro Sarkozy, era questo il senso. Lo dico perché ovviamente tutti hanno sentito la canzone di Cristicchi, mentre ovviamente non tutti hanno letto "La scomparsa dei fatti", questo era il problema che segnalavo.
Adesso questo meccanismo del parlar d’altro si è ulteriormente raffinato ed è andato a infestare anche una delle poche trasmissioni nelle quali fino a qualche mese fa si riusciva ancora a parlare dei fatti. Parlare dei fatti non vuole dire parlare da soli, parlare dei fatti vuol dire, in una trasmissione, come la vedo io naturalmente infatti vi sto parlando io, che c’è un’inchiesta (filmati, interviste, immagini, dati, affidata a uno, due, tre giornalisti inviati) dopodiché si va in studio e si chiama a rispondere delle cose che si sono viste nell’inchiesta, dei problemi che emergono, per sapere le soluzioni che si intendono adottare i politici. Perché i politici servono o servirebbero in questa ottica? Perché bene o male purtroppo spetta a loro risolvere i problemi, quindi per evitare quel senso di impotenza, quell'enorme punto interrogativo che ci accompagna alla fine di una grande inchiesta di Iacona o della Gabanelli, dove poi non c’è un qualcuno lì al quale rinfacciare i problemi, adesso che fai? Avevi detto che facevi così, adesso cosa fai per risolvere il problema che abbiamo appena visto? Si invitano i politici e ovviamente non si può invitare politici di una sola parte, è bene che ci siano politici di entrambi gli schieramenti perché chi deve governare dica cosa vuole fare il governo e chi vuole fare l’opposizione, dica cosa vuole fare l’opposizione. Questo dovrebbe essere nel migliore dei mondi possibili, una trasmissione di approfondimento giornalistico. Non la ciancia, non una trasmissione basata sulla chiacchiera fine a sé stessa, una tribuna politica permanente tutto l’anno come sono Ballarò e Porta a Porta o quella robina di Matrix dopo che hanno cacciato Mentana e tutti i cloni più o meno minoritari nelle altre emittenti.

Annozero era riuscita a mettere in piedi questo format, secondo me ottimo, adesso come fanno a inquinarlo? Fanno una cosa molto semplice; quando ci sono i politici, i politici divagano e menano il can per l’aia, per cui avete visto che Santoro porta sempre meno politici in trasmissione, proprio perché il loro contributo al dibattito è nullo. Se accettassero, salvo rari casi naturalmente, di confrontarsi sul tema della puntata, su quello che hanno appena visto, sarebbe utile sapere cosa dicono, invece non lo fanno mai; li vedo, me li osservo durante i filmati, durante i filmati di solito, salvo rare eccezioni, si comportano come se ci fosse la pubblicità, chiacchierano, scribacchiano, guardano i messaggi, non hanno la minima intenzione di entrare in sintonia con la realtà.
Quindi poi dopo menano il can per l’aia e dicono quello che gli pare a loro per fare degli spot o cose del genere, adesso per fortuna, perché poi alla fine si è rivelata una fortuna, la Commissione di vigilanza ha detto che o si invitano tutti i politici di tutti i partiti possibili e immaginabili, oppure non si invita più nessuno, perché le trasmissioni di approfondimento devono diventare soggette alle regole della comunicazione che non è l’informazione. La comunicazione sono i partiti che comunicano ai cittadini quello che gli pare e quindi stiamo parlando degli spazi autogestiti, tribuna politica o comizi televisivi, quindi giustamente Santoro ha portato anche altri programmi a dire: benissimo, allora facciamo delle trasmissioni di informazione senza i politici, non c'è mica bisogno dei politici per fare l'informazione, sono dappertutto, sono perfino a San Remo e ne faremo a meno.
Infatti ha organizzato la puntata sullo scandalo del terremoto senza politici e devo dire che è stato un ottimo esperimento, nel senso che anche qui nel migliore dei mondi possibili, avere dei giornalisti che da vari punti di vista ti commentano, analizzano e ti raccontano dei particolari su un’indagine che in televisione nessuno ha mai seguito, ovviamente. Basti pensare che il Tg1 è diretto da Minzolini e ricordare cosa ha detto questo, non saprei neanche come definirlo, è una macchietta che si definisce da solo. Quindi in televisione hanno nascosto lo scandalo della protezione civile, oppure hanno fatto come al solito, dove a Ballarò in cambio dell’avere in studio Bertolaso nella prima serata di San Remo e quindi di reggere la concorrenza degli ascolti, gli hanno concesso praticamente di farsi una serata di gala a spese del contribuente, facendo in modo che non si venissero a affrontare i veri problemi, che sono quelli che abbiamo cercato di enucleare.
Vorrei solo ricordare di cosa si era parlato l’altra sera a Annozero, si era parlato del fatto che alla Maddalena lavora al risanamento ambientale il cognato di Bertolaso, il fratello della moglie di Bertolaso, che di professionisti del calibro del cognato di Bertolaso, l’Ing. Piermarini ce ne sono a centinaia, come abbiamo dimostrato, quindi non è vero quello che dice Bertolaso che se non c’era Piermarini non si faceva il risanamento della Maddalena, oppure che povero Piermarini è il più bravo di tutti e lo vogliamo escludere solo perché è il cognato di Bertolaso e magari lo vogliamo mandare in Svizzera? Sono stronzate, eppure gli è stato consentito di dire queste stronzate a Ballarò. Poi abbiamo raccontato che le spese stavano lievitando alla Maddalena da 300 a 600 milioni di Euro, pari a quasi 1.200.000.000 di lire, stiamo parlando dei costruttori Anemone, con i quali Bertolaso aveva una dimestichezza amicale, frequentazioni anche a ferragosto etc..Poi soprattutto si serviva per i massaggi particolari, erano i massaggi al termine dei quali c’era un addetto che andava a far sparire i preservativi, sono strani massaggi naturalmente, ho cercato l’altra sera di chiedere a Porro, dove te lo mettono il preservativo durante il massaggio terapeutico, ma non ho avuto risposta perché lui sosteneva naturalmente che si tratta di massaggi rigorosamente terapeutici.
A me non interessa il tipo di massaggio, mi interessa però il fatto che queste seratine in esclusiva al centro Salaria Sport village, chiuso soltanto per Bertolaso, venissero organizzato dallo staff dei costruttori Anemone che poi vincevano gli appalti alla Maddalena e non solo e ottenevano di poter ingrandire a dismisura il loro centro sportivo sulla Salaria che è a ridosso del Tevere, a rischio esondazione, che contro il permesso negato da tutte le amministrazioni locali, ha avuto in realtà, come al solito, le deroghe previste dalle ordinanze di protezione civile perché gli hanno fatto rientrare questi ampliamenti nelle onere dei mondiali di nuoto, delle quali si occupava Bertolaso e di cui era commissario straordinario l’ottimo Filippo Balducci che guarda caso aveva rapporti familiari di società con la famiglia Anemone. La moglie di Balducci è socia della moglie di Anemone e il figlio era uno di quelli che nel 2004 avevano comprato il centro Salaria Sport Village, che all’epoca si chiamava in un altro modo, insieme a Anemone. Quindi anche il figlio era socio e poi lavorava presso quel centro e quindi, dato che di centri massaggi ce ne sono tanti, se Bertolaso andava a farsi fare i massaggi proprio nel centro del costruttore che vinceva gli appalti alla protezione civile, c’è un conflitto di interessi chiarissimo, soprattutto se gli appalti non vengono vinti da Anemone con una gara pubblica europea a evidenza di bando e di curricula e di progetti, ma viene affidata segretamente, spesso direttamente, con la scusa dell’urgenza, non soltanto per i terremoti ma anche per i grandi eventi, tipo i 150 anni dell’Unità di Italia che sono proprio un evento a sorpresa che nessuno poteva sospettare che sarebbe arrivato! Era da 150 anni che si sapeva che l’anno prossimo ci sarebbe stato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, soltanto dalle parti di Bertolaso sono stati colti alla sprovvista e l’hanno coperto all’ultimo momento.
Di questo si è parlato l’altra sera e si è parlato del fatto che se Bertolaso leggesse i giornali, saprebbe chi sono le due persone che si aggiravano in quel sottobosco e che vincevano gli appalti della protezione civile e che erano già state beccate dalla Magistratura: una era una vecchia conoscenza dell’inchiesta Why not? e l’altra era una vecchia conoscenza dell’inchiesta di Woodcock a Potenza.
Questo avevo raccontato l’altra sera quando è successo il patatrac, perché lo dico? Per quelli che magari hanno visto soltanto il seguito, il seguito è questo: "Travaglio minaccia Santoro, guerra nella coppia ammazza cavalieri, il giornalista scrive al conduttore "a Annozero non voglio più tra i piedi quelli del giornale di Libero, altrimenti me ne vado io", motivo? Non sopporta il contraddittorio e che gli si ricordino in diretta alcune cosette che lo riguardano” Libero, si fa per dire, occupato "Vi racconto chi è Travaglio" – c’è Maurizio Belpietro che pensando di insultarmi dice che io ero vicecorrispondente da Torino del giornale quando ero ragazzo. Sono onorato di essere stato vicecorrispondente del giornale e di essere stato assunto per due volte prima al Giornale e poi alla Voce da Indro Montanelli, non da Belpietro, quest’ultimo questa fortuna non l’ha mai avuta, il massimo della sua fortuna è stata quella di lavorare per Feltri, come vice addirittura di Feltri, pensate come deve sentirsi male in cuor suo al raffronto.
"Lo spirito fascitello del PM Travaglio, il giornalista è come certi giudici che difende, ogni volta che lo prendono in castagna perde la testa e inizia a negare anche le cose più evidenti. Travaglio sotto accusa fa il matto, guai a processare l’inquisitore". Infine "critica gli incontri del sottosegretario, ma Travaglio dimentica le sue vacanze", questo era ancora Libero.
Mentre sul Giornale sul numero di ieri, hanno aperto Il Giornale, è un giornale vero che va nelle rassegne stampa che tutti lo vedono e dicono: "cavolo, Travaglio ha minacciato Santoro, se ne va se non cacciano i giornalisti di destra, pensate un po’", “Marco il pasdaran dell’insulto - questi poveri analfabeti non sanno che pasdaran è plurale – in pochi giorni getta fango su tutti, quella conoscenza scomoda che lo manda in bestia”.
Cosa hanno fatto? Hanno fatto una cosa molto semplice, quando ho finito di parlare di Bertolaso, il vicedirettore de Il Giornale, quello con i capelli, e il direttore di Libero, hanno cominciato a parlare non di Bertolaso - avrebbero potuto fare quello che fanno sempre, per la verità a un certo punto l’hanno anche fatto e cioè gli Avvocati di ufficio di Bertolaso. Il bello di questa gente è che sono prevedibili; mentre tutti noi che facciamo i giornalisti e che non abbiamo un padrone da servire e da leccare, non siamo prevedibili, nel senso che può capitare che a volte ce la prendiamo con la destra, con la sinistra, recentemente mi è capitato di prendermela con Di Pietro per l’affaire De Luca. Diciamo quello che vediamo, quello che pensiamo, poi magari sbagliamo, però in proprio, non perché ce l’ha ordinato qualcuno o perché dobbiamo per forza dire qualcosa, loro invece hanno questo di bello, si sa in anticipo che per loro gli imputati di centro-destra sono tutti innocenti, perseguitati, quelli di centro-sinistra sono tutti colpevoli e le inchieste giudiziarie sono politicizzate soltanto quando riguardano il centro-destra, quando riguardano il centro-sinistra invece gli indagati devono dimettersi - per esempio Del Bono per quella storia da qualche centinaio di euro della sua segretaria, forse amante, l’hanno picchiato duro: via Del Bono, ci mancherebbe altro, mica ha rubato miliardi, altrimenti dovrebbe rimanere se fosse di centro-destra e avesse rubato miliardi.
Quindi sono prevedibili ma loro non si sono limitati a difendere Bertolaso, perché? Perché difendere Bertolaso con quello che si era visto nelle intercettazioni e con quello che avevo raccontato io e nei servizi dove c’erano piscine lunghe un metro e mezzo di più, dove c’era una sciatteria, una cialtronaggine, uno sperpero di denaro pubblico micidiale, era impossibile. Anche perché eravamo stati abituati a considerare Bertolaso l’unico genio della protezione civile, l’unico protagonista positivo, l’eroe buono, il superman che va e risolve, per cui è chiaro che se uno è così bravo che riesce a fermare i terremoti e le alluvioni con le nude mani e a ricostruire con un tocco di bacchetta magica intere città new town etc., addirittura l’abbiamo mandato a Haiti a insegnare agli americani come si fa la protezione civile dai terremoti etc. - sapete che gli Stati Uniti sono degli sprovveduti in fatto di terremoti, mica come noi, anche in fatto di catastrofi ambientali non ne hanno mai avute, quindi giustamente Bertolaso è andato a dargli i primi rudimenti: l’hanno rimpatriato con il primo volo naturalmente, la Clinton gli ha dato il foglio di via praticamente…
Ma in ogni caso se ci raccontano che questo è il salvatore della patria, è ovvio che poi se si scopre che tutto intorno a lui si ruba, che lui si fa massaggiare ed è pappa e ciccia con quelli che poi vincono gli appalti, che tra questi appalti ci sono quelli che vengono dati chissà come mai a suo cognato che è molto bravo - viene premiato perché è bravo, non perché è il cognato ci mancherebbe - è evidente che tutto quel popo’ di sperpero, ruberie, regalini, favori, ammiccamenti, fughe di notizie, è evidente che ricade sotto la sua responsabilità.
Infatti quando mi hanno detto che Bertolaso potrebbe essere stato incastrato, mi sono permesso di dire: tanto peggio mi sento, se è così facile incastrare Bertolaso, perché se si è fatto incastrare da questa combriccola che per anni gliene ha fatte di tutti i colori sotto il naso e lui non si è mai accorto di niente, questa è una responsabilità gravissima e se poi c’è qualcuno che riesce a incastrarlo per poi sputtanarlo, siamo di fronte a un incapace totale, a uno sprovveduto!
Allora hanno risposto: no perché ha ricostruito, ho detto: guardate che non sto parlando della sua capacità di ricostruire - anche perché non credo che le case le abbia proprio messe in piedi lui, ci sono costate ha un’ira di Dio quelle casette, mentre il centro de L’Aquila è esattamente a terra come vi ha mostrato ieri sera Iacona e l’altra sera Annozero. Ho detto: no, stiamo parlando della scelta degli uomini dei quali si circonda, dei controllori e degli appaltatori; allora lì il genio, il vicedirettore de Il Giornale con i capelli, ha tirato fuori le mie vacanze, dicendo: anche tu hai avuto delle frequentazioni di cui ti dovresti vergognare etc..
Vi segnalo il procedimento perché da quel momento tu cosa fai? Ti metti a parlare delle tue vacanze? Se ti metti a parlare delle tue vacanze la gente dice: ma come, stavamo parlando di Bertolaso, della protezione civile, che c’entrano le vacanze di Travaglio? Quindi se ne parli giustamente il conduttore dice: mica possiamo parlare delle vacanze, d’altra parte se non ne parli, la gente dice: ah, hai visto chissà cosa c’è dietro le vacanze di questo Travaglio, vedi che non risponde, lui che è sempre così loquace, questa volta è stato zitto, quindi se stai zitto autorizzi qualcuno a pensare che hai qualcosa da nascondere, se parli dovresti parlare per mezz’ora, perché è facile dire: tu hai frequentato gente in odor di mafia in vacanza, ci impieghi 10 secondi, per rispondere che non è vero e come sono andate le cose etc., impieghi 15 minuti, quindi non lo puoi fare, ecco perché ho scritto questa lettera… Avrei potuto fare anche una terza cosa, qualcuno me l’ha suggerita: loro sputtanano te e tu sputtana loro, ricordando a quello de Il Giornale che hanno pubblicato l’informativa falsa attribuendola alla Polizia sull’omosessualità di Boffo e a Belpietro per esempio ricordagli quanti soldi pubblici ci costa il suo giornale, compreso il suo stipendio - sapete che Libero, è a carico nostro, vostro, a carico anche di quelli che non hanno mai comprato una copia; ogni giorno contribuiscono a Libero - perché non gli hai rinfacciato questo?

Il mio modo di fare informazione
Il contraddittorio non è: ti racconto lo scandalo della protezione civile, risposta: sì ma tu vai in vacanza con.., sarebbe come se uno, finito di dare le pagelle ai giocatori dopo la partita, si sentisse rispondere: sì, però lei gioca male a pallone. Ma potrei anche non avere mai giocato a pallone, ma ti sto dicendo cosa ne penso io della partita di pallone, cosa c’entra come gioco io a pallone rispetto a quello che hai fatto tu? Sto giudicando quello che stai facendo tu perché sono un critico, perché sono un giornalista, perché do dei fatti e dei documenti, delle analisi,… mica chi fa la critica delle corse ippiche deve essere un cavallo! Quindi l’idea che dicano a me che sarei inadeguato a fare il capo della protezione civile perché sono andato in vacanza, secondo loro, con le persone sbagliate, è semplicemente folle. Perché? Perché non faccio, né voglio fare il capo della protezione civile, non ho mai dato nomine pubbliche perché non ho incarichi pubblici, non ho mai distribuito soldi pubblici perché non mi occupo di queste cose, faccio il giornalista, stiamo parlando della protezione civile, di cosa vogliamo parlare? Quindi in quel momento non sai cosa devi fare, dice: ti sei incazzato, certo, perché è la quarantesima volta in due anni che spiego come sono andate le mie vacanze! Guardate che dicono: "ah non vuole che gli si ricordino certe sue faccenduole". Come non voglio? Sono due anni che me le ricordano e guardate che sono due anni che me le ricordano e io sono due anni che rispondo, e mi dicono: non rispondere più perché tanto si sa che sei una persona per bene. Eh no, perché ogni volta che non rispondi ci sarà sempre qualcuno che non ha seguito quello che è successo prima: purtroppo in rete non ci vanno tutti gli italiani, in televisione ci vanno molti di più e quindi non sanno che io di quelle vacanze ho documentato fino all'ultimo centesimo e me le sono pagate io e che quindi era falsa la notizia che era stata ripresa da D'Avanzo che quelle ferie le avesse pagate quell’Aiello, quel costruttore che poi è stato condannato per concorso esterno - credo in appello - in associazione mafiosa; che ho frequentato una persona che quando l’ho frequentata io, era un ufficiale, anzi un sott’ufficiale della Guardia di Finanza, Ciuro, dell’antimafia che faceva le indagini antimafia. Dopo si è scoperto che si vendeva le notizie.
Lo dico perché naturalmente lo conosco l’obiezione, dice: ah va beh, ma allora tu perché hai detto di Schifani che aveva frequentato delle persone che poi sono state condannate per mafia? Attenzione, se fossero stati degli ufficiali dell’antimafia che poi sono state beccate a vendere delle informazioni a questo o a quell’imputato, uno dovrebbe dire: beh, come faceva quello a sospettarlo, erano degli ufficiali dell’antimafia? Ma stiamo parlando invece di imprenditori piuttosto opachi che Schifani non ha incontrato, che Schifani non ha conosciuto, ma che erano soci in affari di Schifani. Non sono mai stato socio di nessuna persona che abbia avuto delle disavventure. Perché? Perché probabilmente prima di mettermi in società con qualcuno mi informo, poi può sempre capitare, ma possibile che a Schifani abbiano arrestato un sacco di soci e un sacco di clienti? Non sto parlando del fatto che Schifani ha commesso dei reati e non ho neanche detto che non dovrebbe fare il Presidente del Senato, mi ero limitato da Fabio Fazio a ricordare una notizia che stava nei libri di Lirio Abbate e Peter Gomez e negli articoli di Marco Lillo e che non era mai uscita, proprio nei giorni in cui Schifani era diventato Presidente del Senato. L’avevano cancellata dalle sue biografie, per questo ne avevo parlato, dopodiché avevo detto: l’importante è che lo si sappia, dopodiché lo decideranno i cittadini se abbiamo un Presidente del Senato degno o non degno. Per come la vedo io, un Avvocato, personalmente anche onestissimo, faccio un caso generale di scuola, che abbia assistito dei mafiosi nei processi, non può fare il Presidente del Senato, non lo può fare secondo me! Siamo liberissimi, non ci può essere una legge che impedisce all’Avvocato dei mafiosi di fare il Presidente del Senato, deve essere il costume dei partiti che dice: no, se ha dei clienti o ha avuto dei clienti mafiosi - è giusto che i mafiosi abbiano un Avvocato difensore, ci mancherebbe altro - ma quell’Avvocato difensore nessun partito lo deve nominare Presidente del Senato o Presidente della Camera, o della Repubblica, così la vedo io. Ma dopodiché non ho mai detto né che Schifani avesse fatto dei reati, né che Schifani dovesse dimettersi da Presidente del Senato, avevo semplicemente raccontato da Fazio per quale motivo la stampa asservita alla politica, aveva omesso quel capitolo spiacevole della vita di Schifani che non era neanche paragonabile, non c’entrava niente con il fatto che mi sono ritrovato a conoscere per ragioni professionali - perché faccio il giornalista e mi occupo di processi di mafia, quindi conosco centinaia di poliziotti - un finanziere che poi è finito in galera ed è stato poi condannato perché passava notizie, attenzione non alla mafia, non a Provenzano - come leggete sui giornali dei falsari - passava notizie a un certo Aiello che non era mai stato condannato per mafia. E Ciuro non è stato condannato per favoreggiamento della mafia, perché? Perché si è riconosciuto passare delle informazioni sulle indagini a un indagato, ma gliele passava perché era amico suo, non perché intendesse, questa è l’aggravante mafiosa del favoreggiamento, favorire l’organizzazione mafiosa, mentre Cuffaro è stato recentemente condannato proprio per Art. 7. Dopodiché penso che sarebbe giusto se diventassi Presidente del Senato - cosa che vi assicuro non capiterà mai - che qualche giornalista ricordi che nella mia vita avevo conosciuto una volta un tizio che poi etc., etc., ma l’importante è scrivere la verità e cioè che l’ho conosciuto in quanto ufficiale dell’antimafia, assolutamente insospettabile, non imprenditore trafficone che poi si è scoperto, pure, essere mafioso come invece è quell’altro caso.

Vedete come si fa, il risultato è che per due giorni questi signori hanno potuto espellere dalle loro prime pagine la vicenda Bertolaso e occuparsi di altro, di demolire chi si occupa della vicenda Bertolaso, dando addirittura a me, delle lezioni di buona frequentazione e stiamo parlando di un giornale edito da Paolo Berlusconi, due volte arrestato, pregiudicato per lo scandalo della discarica di Cerro e questi signori continuano a frequentarlo e a prendere lo stipendio da questo pregiudicato, dopo che è stato arrestato e che è stato condannato e questi altri signori, quelli di Libero, continuano a fare i direttori etc, di un editore, Angelucci, che è stato arrestato due volte pure lui, per gli scandali della sanità, con l’accusa di avere corrotto Fitto, di avere truffato la Regione Lazio e che sono protagonisti di quelle meravigliose imprese che avete visto a Report e due settimane fa a Annozero. E vengono a dire a me che devo vergognarmi per avere frequentato uno che quando l’ho frequentato io- frequentato vuole dire che mi ha detto che c’era un villaggio turistico e sono andato a affittarmi una casetta, dove tra varie decine e decine di persone c’era anche la sua, perché questa è la mia frequentazione.
Mi dovrei vergognare di queste cose, dopo che addirittura ho documentato con tutti gli assegni e li trovate sul blog voglioscendere su antefatto.it tutti i pagamenti? Questi sono i signori con i quali noi dovremmo fare il contraddittorio in televisione. Non ho mai scritto su Il Fatto - la lettera per fortuna è pubblica e Santoro  dovrebbe rispondere domani sul nostro giornale - su Il Fatto quotidiano, non ho mai detto di epurare questi signori, ho semplicemente detto: cosa devo fare io per evitare di rovinare una trasmissione perfettamente riuscita come quella dell’altra sera? Con una delle tre reazioni che vi ho detto? Cosa faccio, li insulto? Gli rinfaccio qualche loro magagna? Non lo posso fare, passerei dalla parte del torto e io sono lì per parlare del tema della puntata, cosa faccio? racconto la rava e la fava della mia vacanza per la quarantesima volta? No. Perché? Perché stiamo parlando di un altro argomento. Allora cosa faccio? Mi alzo e vado a fumarmi una sigaretta?
Questo era il senso, perché penso che questo modo di impedire agli altri di parlare, non sia contraddittorio, contraddittorio è venire lì e parlare del tema della puntata che conosci prima e sulla quale ti prepari. Mi preparo ogni settimana sul tema della puntata, altri si preparano sempre su di me e tirano fuori sempre queste cose, peraltro false e poi il giorno dopo scrivono ancora il falso, che li vorrei epurare. Figuratevi se io ho il potere o anche soltanto l’intenzione di mandare via qualcuno, semplicemente vorrei confrontarmi con delle persone che se si parla di protezione civile, parlano di protezione civile e poi quando si parlerà, facciamo una bella puntata interessantissima, credo, sulle mie vacanze, allora si parlerà delle mie vacanze e poi magari si parlerà anche delle frequentazioni di tutti gli altri giornalisti e da dove prendono i soldi e allora ci sarà da ridere.

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