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martedì 25 dicembre 2012

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UmanoMondoUmanoMondoUmanoMondoUmanoMondo (postato da Lucia Da Prato)


 TERRE della FAME (Fame di Giustizia).
Lucia Da Prato Ci sono Organismi creati  dall'uomo civilizzato ed evoluto a difesa delle Violazioni dei Diritti Umani e sono numerosi, fitti  come una ragnatela avvolgente. Ciò vale per il sistema burocratico che li rappresenta, il quale porta via prezioso tempo e denaro  alla nobile causa, di vitale importanza per chi subisce un abuso o una violazione. Ma quanto costa in termini di tempo e denaro la macchina delle buone intenzioni? Troppo. Partendo da un dramma umano come la questione della fame nel Mondo che esiste da secoli, il ‘dramma’ non è la fame nel mondo, è che esiste da secoli.  Insieme alla Fame nel Mondo e gli Organismi in sua Difesa, concorre la realtà di un ‘Mondo Benessere’ che, per assurdo,  inventa nuove mete ai fini evolutivi. Cioè cresce a dismisura lo spreco economico per cause futili, o per priorità che non sono la Fame nel  Mondo. Le Organizzazioni a scopo benefico sono forse alibi rassicuranti per la Coscienza Collettiva? Sono invece, ostacolate da fattori diversi da quello che ci è dato sapere?
Ad oggi, tutte le risorse impegnate per realizzare l'Irrealizzabile compreso le Imprese di Beneficenza, sarebbero state sufficienti per spazzare via definitivamente la Fame nel Mondo e non solo.
All'approssimarsi del Natale fioccano inviti per partecipare alle raccolte fondi per le questioni spinose, le quali, aumentano anno per anno. Finito il Natale, stanno tutti bene? Le immagini delle campagne di raccolta fondi, utilizzano da sempre, per sollevare la coscienza collettiva e chiamarci in causa, le faccine emaciate di bambini bisognosi.
Chissà se oggi,  quelle faccine sono le stesse di persone realizzate e in carriera, o piuttosto di persone rimaste vittime di una granata. L’impressione è che i nostri soldi donati sembrano destinati al  Fondo Perduto. 
La Fame nel Mondo non è scomparsa. La coscienza sollevata appunto si chiede: Perché?
Lo scopo supremo non sarebbe  quello di strappare le vittime dalle violazioni e restituirle a vita degna?
Buona parte dei fondi compensano anche le spese dell’organizzazione, cosa ne resta per le vittime e delle vittime cosa ne resta?
La nostra compartecipazione può dimostrarsi vana?
Chi porta la propria esistenza e le proprie risorse, in quei luoghi come missionario, spesso ci lascia  la pelle;  è testimone di qualcosa che non doveva conoscere?
Siamo in grado di andare sulla Luna da oltre mezzo secolo, per quale motivo le popolazioni e quelle terre non vengono messe in condizioni di avviare uno sviluppo, senza tante cerimonie?
Quei bambini che a differenza dei nostri, imbracciano un fucile senza volerlo, lo sanno.
E’ più facile che siano quelle Terre a sostenere il nostro benessere.
Le Terre della Fame sono Regioni dalle Risorse Inestimabili, il sottosuolo è ricco di petrolio e pietre preziose e non è una novità. Il valore di tale patrimonio sarebbe sufficiente a dissolvere la Crisi Economica Mondiale e non solo. Molte attività militari internazionali sono presenti in quei luoghi da molto, troppo tempo... ma forse è solo una coincidenza. 
I  luoghi incantati, offerti al turismo con soggiorni in villaggi strepitosi e moderni, sono parte di quelle Terre. Il popolo residente, al contrario dei turisti, conduce vita randagia. Da ciò è facile intuire che sarebbe possibile trasformarle in Regioni Civilizzate. L’Umanità che le occupa quindi, non sceglie la povertà, la subisce.
Se le Terre della Fame seguissero uno sviluppo andrebbero a fare parte di un Sistema Economico Mondiale, e  forse non gioverebbe alle Potenze Industriali Mondiali.
La cosa certa è: l’azione e la non azione rispetto alle effettive possibilità equivale al CONTROLLO.
Ma tutto questo noi lo sappiamo da sempre. Partecipare alla raccolta fondi con pochi spiccioli, restituisce la falsa convinzione di aver fatto la nostra parte. E finché sarà messa a tacere la coscienza di tutto il Pianeta,  quelle Terre non vedranno mai la fine del loro dramma, il dramma umano.
Il giorno e la notte, il sole e la pioggia, sono dualità della vita che è insita nella Natura ma sfugge al controllo dell’uomo. Povertà e Ricchezza non sono della Natura.
Le condizioni della fame indipendentemente dalla propria volontà e comunque tali, per volontà dei propri simili non sono ammissibili. Andare sulla Luna  per scoprire nuove forme di vita incontrerebbe logica e coerenza dopo aver sostenuto la vita sulla Terra.
L'assunto cattolico della beneficenza non giustifica la palese violazione dei diritti umani occupandoci di altro. La beneficenza, oggigiorno, avrebbe dovuto dissolversi con l’ ultima guerra mondiale se parliamo di uguaglianza.
Tutta l'umanità e per inteso tutta, deve poter attingere alla possibilità di sopravvivere alla fame (senza supplicare il resto del mondo, oltre la propria vita) per potersi accordare  alla “meravigliosa” esperienza del vivere in quanto essere umano, nota come dignità.

Postato da Lucia Da Prato