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giovedì 26 novembre 2009

ALCOA : mazzate di governo (26 Novembre 2009)

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...




Sul caso Alcoa, il Governo sposta il tema del confronto da quello della politica industriale a quello della cassa integrazione. L'obiettivo che invece dovrebbe perseguire e' mantenere in vita la produzione degli stabilimenti che, in caso di arresto, non riprenderebbero piu' la loro attività.

Il Governo deve garantire, davanti all’Europa, che all’Alcoa siano riconosciute le stesse condizioni di partenza che spettano agli altri produttori europei per quanto riguarda i costi energetici.

L’Italia dei Valori rivolge inoltre all’azienda una richiesta precisa: una volta ottenute pari condizioni di costo energetico, l’Alcoa deve impegnarsi ad investire nel rinnovamento degli impianti in modo da arrivare ad una autosufficienza energetica che sia anche di basso impatto ambientale.

Governo e amministrazioni locali devono infine ricostruire e sostenere tutta la filiera della produzione di alluminio, duramente colpita dalla cassa integrazione. Per questo l’Italia dei Valori continuerà a sostenerela causa dei lavoratori.

Pubblico di seguito il video ed il resoconto stenografico del mio intervento in Aula durante l'interpellanza parlamentare presentata dall'Italia dei Valori sul caso Alcoa.

alcoa2.jpg


Testo dell'intervento

Antonio Di Pietro: Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per le indicazioni che ci ha dato e vogliamo ribadire, innanzitutto, al Governo che l'Italia dei Valori, forza di opposizione determinata all'azione politica di questo Governo, non lo è a prescindere, come in questa occasione vuole ribadire. L'Italia dei Valori sa bene che la problematica relativa a questa particolare materia, la produzione di metallurgia non ferrosa, coinvolge il sistema imprenditoriale non solo in Italia, ma in Europa e, in generale, nel mondo. L'Italia dei Valori, inoltre, sa bene che la soluzione deve essere presa all'interno dell'Unione europea innanzitutto, proprio per fronteggiare una sleale concorrenza che proviene da altre parti del mondo dove non ci sono i costi aggiuntivi che i diritti civili impongono alle imprese.
L'Italia dei Valori sa bene anche che quel che è successo oggi non può essere addebitato solo a questo Governo, o, meglio ancora, non è un problema di mala gestione di un Governo.
È un problema che attiene all'evoluzione di questo mercato, per quanto riguarda le fusioni delle grandi società a livello internazionale e, quindi, le ragioni per cui esse vanno altrove, dove la produzione costa meno.

Però, proprio per questa ragione, la prego, signor sottosegretario, di riferire al Governo la nostra parziale soddisfazione, non perché vogliamo criticare, ma perché vorremmo partecipare anche noi e dare il nostro contributo per trovare la soluzione. Infatti, la soluzione, come abbiamo sentito da lei oggi stesso, non ci è stata data. Ci è stato detto che dobbiamo trovare una soluzione, ma non quale essa sia. Oggi ai lavoratori di Alcoa che sono qui fuori non riusciamo a dare una soluzione. Non riusciamo a darla perché l'Unione europea ci ha detto che non bastano i VPP, ma è necessario trovare un sistema di autoproduzione di energia - così ha detto lei - su cui io concordo.
Credo sia l'unico strumento possibile, ma ciò che noi chiediamo a questo Governo - non me ne voglia, non è una critica distruttiva, ma costruttiva - è di non inserire misure all'interno di questa finanziaria, che stiamo discutendo in questi giorni, che sia il maxiemendamento in Commissione o in Aula non interessa sotto questo aspetto, ma di approvare dei provvedimenti che mettano in condizione il sistema dell'impresa di trovare conveniente investire attraverso il sistema della rottamazione, un sistema di diversi incentivi, un sistema di produzione di energia in sede locale, che metta in condizione l'impresa di trovare nuova energia e ai lavoratori di mantenere il loro posto di lavoro.
Ciò che noi chiediamo - non vogliamo essere noi coloro che mettono il bastone tra le ruote - è che il Governo a questo punto ci dia una proposta di soluzione insieme alla società.
Infatti, dire che l'Unione europea a ritenuto non sufficienti i VPP, dire che è necessario lavorare nei confronti dell'Unione europea per convincerla ad agire diversamente e di fare anche in questo settore quel che ha fatto per le auto, piuttosto che per le banche e quant'altro, non basta se non diciamo poi in concreto cosa facciamo, come fanno a campare da domani mattina i lavoratori di Alcoa e qual è il piano industriale per potersi mantenere e per poter mantenere l'attività imprenditoriale qui in Italia.
Ciò che manca in questa risposta e che probabilmente mancherà anche nella risposta ai lavoratori di Alcoa è come finisce questa partita. Infatti, al morto ammazzato non importa molto se è morto perché gli è caduta una tegola in testa o perché è stato investito da qualcuno. Al lavoratore che è rimasto senza lavoro non interessa poi tanto se la colpa è dell'Unione europea, del Governo italiano, del passato Governo o dei passati Governi, il suo problema è che da domani non ha più un lavoro.
Ecco perché quello su cui ci permettiamo di dissentire è la mancanza di una proposta di soluzione da parte del Governo sia in questa finanziaria, sia in concreto nella proposta che si intende fare ai lavoratori di Alcoa. Si ha come un sentimento di resa, non si può fare nulla perché l'ha detto l'Unione europea. Su questo forse dobbiamo rivedere un po' tante cose nei confronti dell'Unione europea, per quanto riguarda i due pesi e due misure. Si chiede ai Paesi dell'Unione europea di aprire al mercato globale, senza che l'Unione europea faccia squadra comune nei confronti del resto del mondo per il mantenimento dei livelli minimi di sicurezza nel lavoro, di paghe per i lavoratori, di garanzia per il tempo di lavoro, cioè di quei diritti fondamentali minimi che lo statuto dei lavoratori in Italia e negli altri Paesi d'Europa ha assicurato.
Come vedete, quindi, non è una critica al Governo italiano, semmai è una critica che dobbiamo fare tutti quanti noi, cittadini europei, rispetto a questo modello d'Europa, che vediamo sempre più essere un modello passivo.
Subiamo rispetto alla concorrenza mondiale senza riuscire a fare squadra comune rispetto alla concorrenza mondiale stessa e all'imprenditoria mondiale, e rispetto, soprattutto, alla globalizzazione mondiale che si è tradotta in un sistema di monopoli e oligopoli privati per cui grandi industrie che controllano alcuni specifici mercati a livello mondiale fanno il brutto e il cattivo tempo e stabiliscono loro come si deve vivere e come si deve morire, anche di lavoro.
Per questo vorremmo - e chiediamo - che il Governo faccia sentire la propria voce a livello europeo specialmente nella nuova Commissione europea, che non possiamo più vedere sempre e solo come un'Unione europea dei doveri e non dei diritti.
Ribadiamo il nostro punto di vista per quanto riguarda lo specifico della Alcoa, cioè che quelle che il Governo ha fatto sono promesse generiche; e credo che generiche siano state anche le promesse fatte dai Governi precedenti (di destra, di sinistra o di quant'altro) perché è ovvio che, fino a quando non si formula una proposta concreta ma si dice soltanto che dobbiamo risolvere il problema, ci si muore aspettando.
Mi permetta poi di aggiungere una considerazione, sottosegretario, che riguarda più in generale il problema della situazione imprenditoriale italiana (e non è solo il caso Alcoa, di questo me ne vorrà dare atto): oggi, solo oggi, a Roma sono previste almeno dieci manifestazioni di altrettante imprese italiane, da Eutelia a Omega fino addirittura ai vigili del fuoco.
Oggi abbiamo cioè il sistema della piccola e media impresa che si aspettava una riduzione dell'IRAP e il sistema dei lavoratori che si aspettavano una riduzione dell'IRPEF, una detassazione della tredicesima almeno ed un intervento concreto in questo disegno di legge finanziaria; ma mentre stiamo discutendo in questo Parlamento vuoto, stiamo decidendo sulla legge finanziaria per l'anno prossimo che non stanzia un euro per rilanciare il sistema imprenditoriale italiano!
In queste ore, mentre noi stiamo parlando, ci sono persone disperate sui tetti che non sono individui senza un lavoro specifico, ma sono addirittura ingegneri e dirigenti dell'ISPRA; vi sono cioè in Italia tanti e tanti lavoratori, tante e tante imprese che stanno andando alla malora perché in questo disegno di legge finanziaria manca un'azione governativa nel campo imprenditoriale e del lavoro per rilanciare e risolvere non solo i problemi di Alcoa ma, in generale, quelli dell'imprenditoria, dell'occupazione e del lavoro in Italia.
Per tali motivi - e concludo - l'Italia dei Valori prende atto del fatto che questo Governo ha capito il problema di Alcoa ma che non ha una soluzione per venire incontro ad Alcoa, aspetta che questa soluzione venga al più presto e, fino a quando non verrà, sosterrà le ragioni di Alcoa, di Eutelia e di tutte le altre società e di tutti gli altri lavoratori che in queste ore e in questi giorni sono in mezzo ad una strada per colpa dell'assenza di una politica governativa in materia di occupazione e lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).


Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...

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