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mercoledì 18 novembre 2009

Verba in mutant scripta manent


In principio era il Verbo, poi venne Silvio e le parole e le coniugazioni trovarono nuova vitalità, una nuova modalità di espressione libera e indipendente, avulse dal coercitivo vecchio significato cristallizzato intorno ad esse come una camicia di forza. Una volta scardinate le regole, costringenti a una insana, piatta e lineare condotta univoca, il verbo assunse una funzione creativa, reattiva e specialmente lo si poteva usare per esprimere il contraddittorio, il suo. Ed ora il verbo, non avendo più possibilità univoche, consentiva a Silvio di esprimersi liberamente senza vincolo alcuno. La prima cosa che fece la Governativa Silvio & co. S.p2.a., fu quella di far approvare un DDL che prevedeva l'uso libero del tempo grammaticale, svincolato dalle complicatissime flessioni ormai desuete; tutto venne sempificato in un'unico modo grammaticale che includeva tutti i tempi, onde ridurre gli equivoci della pluralità di espressione. Cosi per DL il verbo avere venne coniugato semplicemente così...

       io ho
       tu non hai
       egli avrebbe
       noi abbiamo
       voi non avrete
       essi non avranno

Silvio passò così alla storia, oltre che per le tante imprese gestionali e ricattatorie (come quella parlamentare), anche per essere stato il liberatore della coniugazione del verbo. Il verbo essere, come il verbo avere, non trovo sorte e libertà migliore...

       io sono
       tu fosti
       egli fu
       noi siamo
       voi foste
       essi furono

Con l'ausilio dei verbi ausiliari liberati dalle regole dei rossi, Silvio poté infine, dopo aver divorziato da sua moglie, coniugare tutti gli altri verbi.

       io non posso essere carcerato
       tu sei carcerato
       egli è carcerato
       noi non siamo carcerati
       voi sarete carcerati
       essi sono e saranno sempre carcerati.

O infinta libertà del Verbo! Grazie Silvio, meno male che ci sei e sempre ci sarai. Hai mantenuto la tue promesse; hai restituito la libertà a tutti e a tutto, anche all'espressione verbale.

Di Pietro in modo burbero e maleducato, osò sfidare apertamente in sede parlamentare il premier, farfugliando la sua ormai desueta grammatica incomprensibile ai più... "e questo che ci'azzecca?" Querelato in prima istanza per abuso di verbo spropositato di vecchio stampo catto-comunista, venne poi condannato alla pena detentiva capitale, ovvero alla confisca di tutto il capitale in contanti, ma soprattutto liberato dalla schiavitù di parola, precedentemente definita in modo incongruo libertà di parola.

                                                  Addì 18 novembre 73 d.B.

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