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venerdì 1 gennaio 2010

Villa San Martino (metafora dell'Italia)



RAPACI DI INTENDERE E DI VOLERE

Su Wikipedia leggiamo:
"L'ultimo Casati-Stampa, il marchese Camillo [...] - morto suicida a Roma - aveva lasciato una figlia minorenne, Annamaria Casati Stampa, e grandi sospesi con il fisco. L'ereditiera Annamaria, avendo nel frattempo lasciato l'Italia per il Brasile, su consiglio del suo pro-tutore, l'allora giovane avvocato Cesare Previti, accettò una volta divenuta maggiorenne di vendere l'intera proprietà San Martino nel 1974 all'allora imprenditore edile Silvio Berlusconi (la villa, completa di pinacoteca, biblioteca di 10 mila volumi - per curare i quali venne assunto come bibliotecario Marcello Dell'Utri - arredi e parco con scuderia in cui fu assunto come stalliere Vittorio Mangano, era all'epoca valutata circa 1.700 milioni di lire) in cambio della cifra, molto inferiore alla valutazione, di 500 milioni di lire in titoli azionari (di società all'epoca non quotate in borsa), pagamento dilazionato nel tempo. L'ereditiera non riuscì a monetizzare, se non con un accordo con gli stessi Previti e Berlusconi, che li riacquistarono per 250 milioni, ossia la metà di quanto avrebbero dovuto valere".
La stessa Annamaria Casati Stampa più tardi riferirà che, con la cifra sborsata per acquistare la villa, Berlusconi avrebbe potuto comprare appena alcuni dei suoi box.

Il piazzista d'Arcore è arrivato a comprare adesso anche l'Italia intera, ugualmente a un prezzo irrisorio. Italiani, popolo d'inconscienti a chi toccherà adesso pagare?

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