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venerdì 19 febbraio 2010

L'asso pigliatutto della Protezione Civile Italiana




Con l’ideologia del fare si è costruito un sistema in cui il fine giustifica sempre tutto. Non ci sono regole, né contrappesi. Non ci sono più limiti agli interventi visto che il concetto di emergenza si è allargato a dismisura. E poi si è creato un sistema in cui non si capisce più nulla, non si capisce neppure chi stabilisce i fini. È nata una oligarchia che esclude tutto il resto in un contesto dove si perde il confine tra interesse pubblico e interessi del mercato”. (Guglielmo Epifani, Dl emergenze. Proteggiamo la Protezione civile, su Rassegna.it)

La Protezione Civile Italiana, lo dice l'acronimo stesso, deve proteggere i civili, i cittadini dunque nell'eventualità di calamità naturali o prodotte dall'incuria dell'uomo. La protezione fa troppe cose che non le competono, come la realizzazione di grandi eventi, l'allestimento di convegni, magari anche il commercio delle escort per politici e amministratori corrotti, ecc. Come viene detto, è un vero snaturamento del suo scopo che, appunto, è quello di proteggere l'incolumità dei cittadini.
Andrebbe anche distinta la prevenzione dagli eventi calamitosi stessi. Si dovrebbero realizzare strutture distinte per la prevenzione e per gll'interventi urgenti. La prevenzione non deve rientrare nell'ambito dell'urgenza. La logica di questo governo, a quanto pare, è quella dell'asso pigliatutto, ovvero, creare strutture accentratrici, dove scarseggia la trasparenza, soggette agli usi ed abusi e ai capricci del potere centrale che, in questo modo, può tenere ben celati i suoi scheletri nell'armadio, vista la scarsa controllabilità dell'intero sistema. Strutture queste che, come il cancro, in modo quasi autonomo e svincolate dalle leggi, corrodono il tessuto sociale. Così come vi è il cittadino più uguale degli altri, vi sono dipartimenti meno o scarsamente soggetti alle leggi uguali per tutti.
Lo stesso accade per la Costituzione che regola la convivenza civile, ma che convive nello stesso stato di diritto (malato), con leggi e leggine ad personas (quasi fossero una Costutizione a parte, fatte per una ristretta cerchia oligarchica) che la corrodono dall'esterno.
Queste strutture accentratrici (come la Protezione Civile), legate direttamente alla Presidenza del Consiglio, crescono per loro stessa natura (semi-legale) a dismisura a tal punto che prima o poi verrano a sostuirsi a quelle vecchie soggette alla legalità (egalitaria) ordinaria. In altri termini, accade un rinnovamento che è un vero golpe dove leggi elitarie ad structuram e ad personam prevalgono sulle rimanenti leggi egalitarie democratiche, ormai esautorate fino all'osso. Si viene a creare di fatto una vera classe oligarchica che gestisce, come più gli pare, l'intero Paese, senza avere avuto bisogno di sparare, come suol dirsi, un solo colpo, senza modificare un solo articolo della Costituzione.
La legge del più forte vale anche per le strutture, i dipartimenti... Se per esempio la ronda padana la si rende molto efficiente, incentivandola con mezzi e denaro, probabilmente si sarebbe man mano sostituita alle forze di polizia ordinarie, magari mal pagate e private dei mezzi necessari. Solo che la ronda ha uno spirito elitario e non popolare, soggetto al potere centrale e non determinato dalla base.
La Protezione Civile Italiana sembra abbia proprio il ruolo di accentrare tutte, o almeno la maggior parte, delle strutture, operando quasi in semi-clandestinità rispetto alle leggi ordinarie, data la presunta urgenza dei provvedimenti atti ad espletare la sua funzione.
Qualcosa che va ben oltre il Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli.

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