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giovedì 18 febbraio 2010

20 Febbraio 2010 davanti all'ambasciata Usa a Roma




RIDONO DI NOI...

Il Governo Italiano cerca di tenere sotto controllo i video online

Articolo Titolo orginale "Italy’s Government Seeks Control Over Online Videos " - su KOSU - 16 febbraio 2010 (tradotto da Carlo Giordano)

Il Governo Italiano sta facendo approvare un decreto che consentirebbe il controllo dei contenuti dei video online.

In una nazione dove l'utilizzo di Internet è ancora relativamente modesto, la misura viene vista come un ennesimo tentativo da parte del Primo Ministro, Silvio Berlusconi, di proteggere il suo impero televisivo dalla futura competizione proveniente dal libero mondo di Google e YouTube.

Gli italiani sono stati tra i primi a dedicarsi entusiasticamente ai telefoni cellulari.

Non è accaduto lo stesso per Internet. Cercare un punto WiFi è veramente difficile. Uno dei pochi a Roma è un caffè affollato di stranieri espatriati piegati sui portatili aperti.

Uno dei clienti, Christian Lingreen, dice che la sua nativa Danimarca ha il 100% di copertura WiFi — l'Italia forse appena l'1%. “Io amo l'Italia - dice - ma devo dire che [la tecnologia informatica], non è il loro forte”.

Vicino siede Riikka Vanio, finlandese, madre di due figli. “A scuola, è impossibile trasmettere informazioni ad altri genitori per mezzo di Internet, perché nessuno di loro ha una connessione Internet a casa o un indirizzo e-mail dato che non fa ancora parte della loro cultura”.

Tuttavia, il governo italiano di centro-destra sta andando ben oltre i suoi partner europei con questo decreto che vorrebbe che i siti web con contenuti video richiedano l'autorizzazione e controllino i video protetti da diritto d'autore prima di caricarli.

Tali misure sono senza precedenti in Occidente.

L'uomo che ha scritto il decreto è il ministro delle Telecomunicazioni Paolo Romani. “Se YouTube carica videoclip coperti da diritto d'autore o prodotti da una trasmissione televisiva e li usa per scopi commerciali - dice Romani - ciò vuol dire che YouTube dovrà essere trattato alla stessa maniera di una televisione”.

Il gruppo dei diritti dei media Reporter Senza Frontiere afferma che il decreto “sarebbe un'altra minaccia alla libertà di espressione in Italia”.

Le disposizioni sono viste anche come una sfida a YouTube di Google e ad altri siti web di condivisione video. Il consulente per la gestione europea di Google in Italia, Marco Pancini, ha riferito lo scorso mese sul quotidiano La Stampa che ciò “equivarrebbe a distruggere l'intero Sistema Internet”.

Di conseguenza, Pancini si è incontrato con Romani per spronarlo ad apportare delle modifiche. “Vogliamo essere sicuri che nel testo finale - dice Pancini - queste regole non siano applicabili a Youtube (come fosse una televisione) la cui prassi è quella di mostrare video o brevi estratti di programmi televisivi, altrimenti sarebbe quasi impossibile fornire i servizi YouTube in Italia”.

Il decreto impone il controllo dei contenuti video per assicurarsi che non sia pornografico o dannoso alla sicurezza nazionale. I trasgressori si troveranno ad affrontare multe fino a 200.000 euro. Si creerebbe dunque un autorità amministrativa che deciderà cosa deve andare on line e cosa no.

I sostenitori della libertà dei media lo definiscono lo “sceriffo” di Internet.

Alessandro Gilioli, un giornalista e blogger che scrive per il giornale L’Espresso, dice che il decreto apporterà censura tramite mezzi di lungaggine burocratica. “Il modo in cui il governo italiano soffoca il web è attraverso la burocrazia, non propriamente come in Cina, ma per mezzo di permessi, ostruzioni burocratiche”.

Coloro che sono avversi al decreto lo vedono come un altro esempio di conflitto di interesse di Berlusconi che, direttamente o indirettamente, controlla quasi l'intero sistema televisivo italiano.

E la prima azienda televisiva del primo ministro, Mediaset, sta progettando di entrare nella Internet TV. Mediaset sta già citando Google per quasi 800 milioni di dollari per danni arrecati dai videoclip caricati concernenti la sua versione del reality Grande Fratello.

Inoltre, Internet è diventato il primo mezzo di comunicazione per gli italiani ostili a Berlusconi. Lo scorso dicembre, centinaia di migliaia di contestatori affluirono a Roma per manifestare contro di lui. L'intero evento venne organizzato online.

La prossima manifestazione organizzata online è stata fissata questa settimana all'esterno dell'ambasciata U.S.A. Lo slogan è: "President Obama, please help the Internet in Italy".


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