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venerdì 5 febbraio 2010

Trattattive discrete tra Telecom e Telefonica. In gioco il monopolio della Rete





RIDONO DI NOI...

EL PAÍS

Berlusconi apre la porta alla fusione di Telecom e Telefonica

La stampa italiana e specialistica da per "imminente" l'operazione

Articolo orignale "Berlusconi abre la puerta a la fusión de Telecom y Telefónica" di Miguel Mora - Roma - 05/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)

Silvio Berlusconi Ieri, il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, affermò in modo chiaro che il suo Governo non avrebbe bloccato una eventuale fusione tra Telefonica e Telecom Italia. "Non abbiamo nessuna proposta sul tavolo. Siamo un Governo liberale, e viviamo, per fortuna, in una economia di mercato", afferma. Una fonte diplomatica a Roma considera la dichiarazione "insolita per gli standard italiani", e la interpreta così: "ciò significa che l'operazione è matura ed è imminente".

L'incontro tra il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e il consigliere delegato di Telecom, Franco Bernabè, no risolse l'incognita. Dopo 40 minuti di discussione, Scajola emise una nota nella quale non dava adito a "novità" affermando che le sinergie tra Telecom e Telefonica "continuano comunque". Il ministero aggiunse che Bernabè si impegna a informarli "immediatamente" se le cose dovessero cambiare. Secondo questo giornale, il consigliere delegato di Telefonica, Julio Linares, tenne ieri un riunione "molto importante", relativa all'operazione.

Sebbene tutti gli attori vogliano negare l'evidenza per ragioni politiche, la fusione si ripropone ogni volta con più forza. Una fonte bancaria spagnola crede che l'operazione si concluderà "entro pochi giorni o persino ore". "Non vedo alternativa", dice un analista vicino alla patronale Confindustria.

Telecom trascina 35.000 milioni di debiti e ha le mani legate per intraprendere l'urgente modernizzazione della rete, poiché i soci italiani di Telco (Intesa, Mediobanca e Generali) non possono finanziarla. L'idea di unire le due operatrici è stata forgiata durante gli ultimi mesi in diverse riunioni bilaterali di alto livello. Il vertice ispano-italiano celebrato a La Maddalena nel settembre fu un intimazione politica. I capi di Governo, Silvio Berlusconi e José Luis Rodríguez Zapatero, diedero vía libera ai negoziati, che sono stati molto riservati per volontà del presidente di Telefonica, César Alierta, il quale decise di non aprire nemmeno un ufficio a Roma onde ottenere il minor rumore possibile.

I contatti iniziali, coincidono in diverse fonti, risalenti prima dell'estate scorsa, e includevano almeno una visita di Alierta a Berlusconi ad Arcore (Milano). Marco Fossati, presidente di Findim, la immobiliare che possiede il 5% di Telecom, e principale protettore della fusione, organizzò l'incontro grazie ai contatti di Alejandro Agag e Flavio Briatore, buoni amici del Cavaliere.

Berlusconi ha interesse che avvenga la fusione, affermano le fonti consultate. "Da un lato, hanno interesse personale affinché la rete si modernizzi in fretta, dall'altro, aprire a Telefonica è un investimento politico nell'immagine internazionale", spiega l'analista Franco Scaramuzzi. "Alierta pagherà il conto della rete e Berlusconi blinderà la gestione; la rete è strategica non solo per il paese ma anche per Mediaset perché proprio qui [dalla rete] passerà la televisione del futuro", aggiunge Massimo Giannini, analista de La Repubblica.

Articolo orignale "Berlusconi abre la puerta a la fusión de Telecom y Telefónica" di Miguel Mora - Roma - 05/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)


DI TUTTO DI PIU'...

EL PAÍS

Berlusconi difende il "libero mercato" di fronte a una eventuale fusione di Telefonica e Telecom

Il ministro Scajola riceve oggi il consigliere delegato Franco Bernabè

Articolo orignale "Berlusconi defiende el "libre mercado" ante una eventual fusión de Teléfonica y Telecom" di Miguel Mora - Roma - 04/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)

Il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, ha ripetuto oggi, al suo ritorno dalla visita ufficiale in Israele, che non ha ricevuto nessun dossier riguardo alla fusione tra Telefonica e Telecom Italia [in spagnolo], e allo tempo ha suggerito che se ci fosse una possibile operazione in atto, il suo Gabinetto non vi si opporrebbe vista la sua natura liberale. "Non ho visto tuttora sul tavolo nessuna proposta", ha dichiarato Berlusconi. "In quanto all'assenza di proposte, ricordo che siamo un Governo liberale, e viviamo, e crediamo che sia giusto così, in un'economia di mercato", ha agiunto.

Le azioni di Telecom salgono questa mattina di 1,4% dopo essere scese ieri del 3,6%, il che la converte nel peggior titolo della giornata a Milano. Il mercato è in attesa della riunione di oggi tra il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, insieme al consigliere delegato di Telecom, Franco Bernabè e il presidente Gabriele Galateri. Ieri, Scajola ripropose l'idea con la quale il Governo si muoverà nella logica del libero mercato reiterando che la rete delle telecomunicazioni è un "passo strategico" per l'Italia.

L'idea della fusione, che molti vedono con scetticismo in Spagna, sembra guadagnare sempre più punti fra gli analisti italiani, che sottolineano la fragilità della posizione di Telecom, con 35.000 milioni di euro di debito e con le mani legate per intraprendere la urgente modernizzazone della rete. "L'unica incertezza è il tempo che tarderà a farsi", segnala una fonte vicina alla Confindustria patronale. "L'Italia è rimasta senza argomenti, e si limita a dire che la rete deve seguitare ad essere italiana".

D'altra parte, Telecom ha annunciato che ha concluso con successo l'emissione di obbligazioni per un valore di 1.250 milioni di euro destinati a investitori istituzionali.

Articolo orignale "Berlusconi defiende el "libre mercado" ante una eventual fusión de Teléfonica y Telecom" di Miguel Mora - Roma - 04/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)

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