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mercoledì 3 febbraio 2010

Il kapo del governo italiano tra opportunismo e inopportunità




Fare dichiarazioni in Medio Oriente, in quei territori martoriati da conflitti decennali, tra palestinesi e israeliani, è estremamente difficile, e bisogna andarci sempre con i piedi di piombo, misurare le parole, onde evitare atroci equivoci e risentimenti da una parte o dall'altra. L'opportunismo berlusconiano ha trovato il suo giusto imbarazzo, come argutamente viene riferito nell'articolo sottostante apparso sul Financial Times.

L'Olocausto praticato nei campi di sterminio nazisti lo si dovrebbe relazionare all'infelice natura umana, al suo condizionamento, che ha trovato modo di esplicarsi come sciagurata soluzione finale; venivano così a trovarsi da una parte i carnefici e dall'altra le vittime. Ricordiamo anche l'olocausto armeno in cui c'erano altri due popoli (armeni e turchi) che si trovavano a interpretare i ruoli di vittime e carnefici. La storia è fatta di tanti Olocausti. Un popolo diventa vittima o carnefice a seconda delle circostanze e l'opportunità di alcuni che sanno sfruttare il momento storico e socio-economico propizio (Hitler, Stalin, Pinochet, Franco, ecc.). La Shoah non è altro che l'esempio più eclatante.

Su una cosa siamo d'accordo riguardo a quanto dichiarato dal premier di casa nostra, che il dolore [come il male!] non ha schieramenti, né da una parte né dall'altra. La solodarietà va data ad entrambi: sia ai palestinesi che agli israeliani.

I have a dream too. Fare entrare Israele in Europa, non so se sia un'idea dettata da saggezza o da opportunismo ma, certamente, favorirebbe la formazione di uno stato palestinese, poiché l'Europa si vedrà costretta ad imporre una certa politica di distensione in Medio Oriente, non potrà far finta di niente e lasciare le cose così come stanno. Presumo che il solo modo per farlo è appunto la formazione di uno stato sovrano palestinese. Questo a parole... Forse il premier ha colto nel segno. Secondo questo sogno, il Nobel per la pace non glielo toglierebbe nessuno, nemmeno l'abbronzato Obama. Due piccioni con una sola fava, dato che non si può di certo condannare e far finire in galera un nobel per la pace.


RIDONO DI NOI...

FINANCIAL TIMES

Berlusconi nell'acqua bollente sulla ‘sofferenza’ di Gaza

Articolo originale "Berlusconi in hot water over Gaza ‘suffering’", di Tobias Buck, Gerusalemme, 4 febbraio 2010, tradotto da Carlo Giordano

Mercoledì, Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, affronta nuove controversie, comparando la condizione palestinese nella Striscia di Gaza alle vittime dell'Olocausto.

Dopo una visita ufficiale in Israele, il signor Berlusconi nella città palestinese di Betlemme dichiara che, “come è giusto piangere per le vittime della Shoah [l'Olocausto], così è giusto mostrare dolore per ciò che accadde a Gaza”.

Il commento, che sembra collegare la guerra di Israele contro il territorio controllato da Hamas lo scorso anno con la morte di milioni di ebrei nei campi di concentramento nazisti, viene visto come offensivo da molti in Israele, anche se nessuna provocazione venne sottintesa.

Berlusconi viene considerato come un fedele alleato dello stato ebraico. Egli ha ripetutamente parlato in modo chiaro contro i pericoli della negazione dell'Olocausto, difendendo apertamente le azioni israeliane a Gaza come “giustificate”.

Il leader italiano ha dichiarato di volere ammettere Israele nell'Unione Europea, acclamando mercoledì la nazione come “non solo il più grande esempio di democrazia e libertà nel Medio Oriente, ma il solo esempio”.

Un portavoce del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si esime dal fare commenti riguardo alle dichiarazioni di Berlusconi a Betlemme. Questa settimana, Netanyahu disse al leader italiano: “Non penso che ci sia un amico migliore [di Israele] nella comunità internazionale”.

Non è la prima volta che Berlusconi ha preso in considerazione le dichiarazioni riguardo all'Olocausto. Nel 2003, nel parlamento europeo, il primo ministro italiano apostrofò un deputato tedesco [Martin Schultz] dicendogli che egli sarebbe stato “perfetto” nel ruolo di una guardia (kapo) dei campi di concentramento – dichiarazione che più tardi egli aggiunse di averla detta in senso ironico.

Berlusconi ha subito critiche anche riguardo alle dichiarazioni poco felici sul colore della pelle del presidente statunitense, Barack Obama, e le vittime del terremoto in Italia.

I suoi commenti sulla guerra di Gaza arrivano in un momento particolarmente sensibile. Israele è impegnato in uno sforzo diplomatico e legale per controbattere la relazione delle Nazioni Unite nella quale si accusa sia Israele che Hamas di crimini di guerra e possibilmente contro l'umanità durante il conflitto dello scorso anno a Gaza.

Ban Ki-moon, segretario generale delle NU, ha chiesto venerdì all'assemblea generale se le parti in causa hanno ottemperato a quanto indicato dal rapporto, specialmente per quanto riguarda la creazione di un'indagine indipendente riguardo alle accuse mosse. Israele rifiuta quanto riportato dalle NU e finora ha negato il permesso di un'ispezione indipendente sulla guerra.

Articolo originale "Berlusconi in hot water over Gaza ‘suffering’", di Tobias Buck, Gerusalemme, 4 febbraio 2010, tradotto da Carlo Giordano

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