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Alcuni giudici arrivano al Tribunale di Roma per l'apertura dell'anno giudiziario. | Reuters
- Numerosi magistrati si riversano nella strada con la Costituzione nella mano
- Vogliono protestare contro le riforme giudiziarie che sta studiando l'Esecutivo
Indossando la toga e la Costituzione nella mano. In questo modo si sono profferti questo sabato nella strada numerosi giudici dei
26 Tribunali di Appello esistenti in Italia. I magistrati hanno approfittato il secondo giorno della tradizionale
ceremonia di apertura dell'anno giudiziario per manifestare in modo chiaro e clamoroso il loro profondo malessere davanti alle
iniziative giudiziarie (in spagnolo) intraprese dal Governo di
Silvio Berlusconi.
Le iniziative per molti hanno come unico obiettivo quello di salvare il 'Cavaliere' dai suoi problemi con la Giustizia e che i magistrati non solo considerano "distruttive", ma in molti casi anche incostituzionali. "Basta adesso con leggi carenti di razionalità e coerenza, pensate esclusivamente per questioni giudiziarie private e che hanno lo scopo di mettere in ginocchio la giustizia penale di questo paese", denuncia la
Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM), la principale corporazione giudiziaria italiana e organizzatrice di questa protesta.
La principale lamentela dei magistrati italiani è diretta contro la
legge sui processi brevi che il Governo ha deciso di approvare alla fine del prossimo mese e che dichiarerebbe di fatto prescritti migliaia di processi. Inclusi, molto probabilmente, i due che in questo momento pendono sul capo di Berlusconi. Inoltre, con questa peculiare manifestazione anche i magistrati hanno voluto protestare contro
"insulti e aggressioni" che con frequenza loro dedica il primo ministro italiano, il quale la scorsa settimana accusò i giudici di essere un
"plotone di esecuzione".
Le invettive del 'Cavaliere'
"Ogni giorno ci vediamo obbligati ad ascoltare invettive contro i magistrati.
'Cloaca', 'cancro', 'metastasi' e 'handicapati mentali' sono alcune delle espressioni utilizzate dal Capo del Governo e da altri esponenti polítici in prima línea contro la magistratura", lamenta l'ANM.
Quando questo sabato il ministro di Giustizia
Angelino Alfano ha preso parola nella
Tribunale d'Appello dell'Aquila, numerosi magistrati degli altri 25 tribunali hanno abbandonato in massa le loro rispettive aule vestiti con le loro toghe e con una copia della Costituzione nella mano. Così solo i magistrati del Tribunale locale non assecondarono la protesta, per rispetto della zona colpita soltanto alcuni mesi fa da un
terribile terremoto (in spagnolo).
Ieri, quando ebbe luogo la prima ceremonia di apertura del nuovo anno giudiziario al Tribunale Supremo, davanti alla presenza del presidente
Giorgio Napolitano e dello stesso Berlusconi, i magistrati preferirono parcheggiare la loro protesta per rispetto delle istituzioni.
Da parte sua, il Ministro di Giustizia non ha rinunciato a scagliarsi contro la
rivolta dei giudici. "Quando le critiche sono cieche e non si associano a nessun riconoscimento, allora sono meno credibili", dice Alfano durante il suo intervento in loco.